giovedì 22 settembre 2016

CARLO AZEGLIO CIAMPI & PADRE AMORTH: NOTIZIE DALL’ALDILA’ (di Luigi Tosti).






NOTIZIE FRESCHE DAL PARADISO.
“Santo Padre, abbiamo la stessa età. Se lei dovesse morire prima di me, mi promette che mi verrà incontro, che verrà a prendermi, che non mi lascerà solo quando giungerà la mia ora?”».
Queste sono le parole che Carlo Azeglio Ciampi, quello che è stato “definito” “il presidente più laico (!?!?!?) della storia della Repubblica”, pronunciò in uno dei suoi ultimi incontri con Carol Wojtyla, in arte papa Giovanni Paolo II°, cioè col Monarca dell’ultima Teocrazia rimasta sulla faccia del Pianeta Terra, il Vaticano.
Orbene, il Buon dio ha deciso che Carol Wojtyla si dipartisse da questa vita “terrena” prima dell’Emerito Presidente Carlo Azeglio Ciampi, avendo Giovanni Paolo II° rifiutato gli interventi terapeutici che gli avrebbero prolungato la vita, sottoponendosi cioè ad un atto di eutanasia che lui e la sua Chiesa hanno e seguitano a condannare ipocritamente.
Oggi, alla veneranda età di 95 anni, è venuto il turno dell’Emerito Presidente Ciampi e la Stampa italiota, rispolverando il preconfezionato “coccodrillo”, non ha mancato di citare questa biblica  frase per enfatizzare quanto fosse “laico” l’ex Presidente Emerito.
Nessuno, però, si è soffermato a valutare e/o a commentare quali siano le necessarie implicazioni che si debbono trarre da questo dialogo che è intercorso, in vita, tra questi Due Potenti del Pianeta: il che francamente non mi meraviglia più di tanto, posto che il 95 per cento dell’umanità è composto da imbecilli e da creduloni e posto che, poi, il 99 per cento della Stampa è composta da giornalisti asserviti al Potere politico e religioso.
Qualcuno si sarebbe infatti dovuto chiedere -visto che secondo gli strombazzati precetti della religione cattolica TUTTI dovrebbero essere considerati, davanti a Dio, eguali, indipendentemente dal ceto, dalla ricchezza e dalla potenza avuta in Terra- con quale infinita presunzione questi due personaggi si siano arrogati la “SACROSANTA CERTEZZA” di “incontrarsi” nell’ Aldilà e, per di più, nel Paradiso, e cioè in quel luogo idilliaco che la LORO fantasiosa religione riserverebbe, in realtà, solo ai “cristiani” che si sono “comportati bene”, e non ai “Cristiani”con al “C” maiuscola, e cioè a quelli che hanno ricoperto in vita incarichi di prestigio e/o che sono stati particolarmente noti, ricchi o potenti.
Questa spocchiosa sicumera dell’Emerito Presidente e del Papa Wojtyla dimostra che il fantasioso “Paradiso” dei cattolici -sull’esistenza del quale possono fare affidamento solo gli imbecilli e i creduloni che si sono bevuti il cervello- nient’altro sia se non l'aspirazione della prosecuzione, post mortem, di tutti i privilegi, di tutti i poteri, di tutta la notorietà, di tutta la fama e di tutto il benessere e le ricchezze godute in vita.
Non esiste dunque UN Paradiso, ma DUE Paradisi.
Il primo è quello dei Ricchi e dei Potenti -al cui accesso Papa Giovanni Paolo II° e l’Emerito Ciampi non avevano alcun dubbio, al punto tale da “programmare” il loro gaio incontro quando l’ultimo dei due sarebbe morto. Il secondo Paradiso è quello dei pezzenti, che è riservato alla massa di primati di infimo, umile e di insignificante lignaggio, per accedere al quale occorre il fondamentale requisito di aver sempre obbedito come pecorelle alle leggi terrene emanate dai Potenti -cioè dal Papa e dalle cd. Istituzioni- senza mai ribellarsi o lamentarsi: un comportamento, questo, che ha sempre garantito ai Governanti -siano essi religiosi che politici- di fare i loro porci comodi, evitando il rischio che i popoli insorgano e facciano rivoluzioni.
            Per dovere di cronaca debbo informare i lettori -visto che la Stampa e i TIGGI’ si sono stranamente astenuti dal farlo- che effettivamente l’incontro tra i Due Potenti ci è stato. Da informazioni che ho personalmente ricevuto dal Portavoce della Sala Stampa del Paradiso, dott. Pietro Simone, l’Emerito Presidente Carlo Azeglio Ciampi è infatti stato accolto all’ingresso del Paradiso dei Potenti da Carol Woityla appena un nano secondo dopo il suo decesso del 17.9.2016. Il Portavoce dr. Simone mi ha anche comunicato che si è trattata di una fastosa e solenne cerimonia, alla quale hanno partecipato tutti i trapassati Potenti del Pianeta Terra tanto amati e tanto graditi da Santa Romana Chiesa Cattolica. In prima fila vi erano Francisco Franco, Mussolini Benito (l’uomo della Provvidenza), Alojzije Viktor Stepinac, Miroslav Filipović Majstorović, Ante Pavelić, Gustav Celmiņš, Pinochet, Antonio de Oliveira Salazar, Jorge Rafael Videla, Adolf Hitler, nonché personaggi di spicco delle Finanze, delle Forze Armate, dell’Arte, della Moda, dello Sport e dello Spettacolo.

NOTIZIE DALL’INFERNO
L’altra notizia di spicco è che, dopo il trapasso di Ciampi, anche Padre Amorth, l’ “esorcista” per antonomasia, ha deciso di passare a miglior vita.
Il sacerdote paolino aveva 91 anni e, anziché ricorrere alle miracolose terapie della Madonna di Lourdes o di Medjugorje, aveva “stranamente” deciso di ricoverarsi da alcune settimane per complicazioni polmonari in un ospedale gestito da medici.
Il re della lotta al demonio venne nominato esorcista della diocesi di Roma da parte del Cardinale Ugo Poletti nel 1985, ruolo che lo ha reso celebre in tutto il mondo, almeno quello dei creduloni e degli imbecilli che credono ancora a Satana e alla pletora di diavoli minori che lo coadiuvano. Nel corso degli anni don Amorth ha pubblicato anche numerosi libri scientifici con il Gruppo Editoriale San Paolo, tra i quali “brilla” quello Dio più bello del diavolo, il suo testamento spirituale.
Proprio grazie ad Amorth due anni fa gli esorcicci di tutto il mondo -250, sparsi in 30 Paesi- furono formalmente riconosciuti in Associazione dal Vaticano. Negli anni '80 don Amorth manifestò l'idea di riunire gli esorcicci per scambiare esperienze e riflessioni in modo da poter offrire un aiuto più concreto ed efficace a quanti si rivolgevano loro. Nacque così, il 4 settembre 1991, l'Associazione italiana esorcicci (AIE). Nel 1993 don Amorth e altri esorcicci italiani parteciparono a un convegno organizzato dall'esorciccio francese René Chenessau e da René Laurentin, laureato in teologia, cioè la scienza dell’aria fritta. Questa esperienza fu positiva e venne ripetuta nel 1994 al Festival di Ariccia, dove si decise di organizzare un incontro ogni due anni. Fu eletto presidente della struttura organizzativa don Amorth e venne stesa la bozza di statuto di un'associazione internazionale ed anche di un’associazione interplanetaria per combattere Satana a livello intergalattico.

            La notizia sensazionale -che non è stata diffusa dai media- è che Padre Amorth, dopo avere estirpato in vita migliaia di diavoli e di diavolacci dai corpi di primati infestati dai demoni, ha espresso in punto di morte il desiderio di andare all’Inferno per completare la sua opera di disinfestazione, cioè per esorcizzare in blocco l’intero Inferno, liberandolo da tutti i demoni. Il Buon Dio ha esaudito il desiderio di padre Amorth, ma sembra che il Re degli esorcicci abbia fatto male i suoi calcoli: il Portavoce della Sala Stampa dell’Inferno, dott. Belfagor Belzebù, ha infatti diffuso la notizia che padre Amorth è stato arrestato all’ingresso dell’Inferno e, dopo essere stato sottoposto ad un'esorcizzazione a contrario, è stato condannato ad un tour perpetuo di tutti i gironi infernali per i crimini commessi in vita ai danni dei demoni.
Postato da: FANTACRONACA VERA.

martedì 23 agosto 2016

IL DIVIETO DI BURKINI: UN CASO DI MIOPISMO LAICO (di Luigi Tosti)





I sindaci dei Comuni di Cannes e Nizza -cioè della laicissima Francia- hanno ordinato il divieto per le donne islamiche di indossare il burkini (di cui quasi tutti ignoravano l'esistenza), scatenando una rissa di commenti e di reazioni favorevoli e contrarie. Rissa nella quale intervengo con le seguenti considerazioni.

La Francia ha sottoscritto la Convenzione sui diritti dell'Uomo e deve dunque rispettarla. Nel caso di specie il divieto del burkini, cioè di un costume da bagno integrale che è stato disegnato svariati anni fa da una stilista per consentire alle donne musulmane di fare il bagno “rispettando” i precetti della loro religione, ritengo sia illegittimo perché viola quantomeno gli artt. 9 e 14 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo.
L’art. 9 sancisce infatti che la libertà di religione include il diritto di manifestarla in pubblico mediante le pratiche e l'osservanza dei riti. Questo diritto può essere limitato solo per motivi legati alla pubblica sicurezza, alla protezione dell'ordine, della salute o della morale pubblica, o per la protezione dei diritti e della libertà altrui.
L’art. 14 della Convenzione sancisce, poi, che il godimento dei diritti umani deve essere assicurato senza nessuna discriminazione religiosa.
Nel caso di specie il divieto di indossare il burkini è stato disposto dai sindaci per finalità di “pubblica sicurezza”, e cioè per evitare che qualche terrorista celi al di sotto del costume delle armi per fare degli attentati. Questa motivazione è però palesemente pretestuosa e discriminatoria, perché se lo scopo del divieto fosse realmente quello di salvaguardare l’incolumità dei bagnanti dal rischio di attentati, il divieto dovrebbe essere necessariamente esteso a tutti e non, come nel caso di specie, circoscritto alle sole donne musulmane. Dunque anche alle suore, ai preti, alle anziane donne corse e ai subacquei dovrebbe essere imposto di fare il bagno con i costumi della “civiltà occidentale”. D’altro canto, se è legittimo tutelare le banche dal rischio delle rapine vietando l’ingresso a tutti coloro che hanno il volto travisato, questo divieto non può essere limitato alle sole donne islamiche che indossano il burqa, ma deve essere necessariamente esteso anche a chi indossa un passamontagna o un casco da motociclista. 
Giustificare il divieto del burkini per “salvaguardare” le donne islamiche dalla prevaricazione maschilista dell’islam è ancor più giuridicamente inaccettabile, perché non si considera che le donne islamiche, alle quali si vuole imporre questo divieto, non hanno subìto le prevaricazioni o le imposizioni di un qualche "maschietto" musulmano in carne ed ossa, ma hanno scelto liberamente di indossare questo capo di abbigliamento per motivi religiosi: motivi religiosi che possono non essere condivisi, ma non possono essere censurati da nessuno, tanto meno da coloro che reputano di avere abbracciato una religione “superiore” o la "vera fede". Mi piace ricordare che poco più di due secoli fa la Chiesa cattolica imponeva agli ebrei di assistere alle messe e alle prediche dei preti cattolici "per il loro bene", cioè per redimerli e salvarli dalla religione ebraica, che consideravano immonda e perniciosa. Questo divieto del burkini risponde alla stessa presuntuosa logica: "ti vietiamo di indossare il burkini -che tu vorresti liberamente indossare- per il "tuo bene", cioè per "liberarti" dall'oppressione della cultura islamica che ti è stata inculcata sin dalla tenerissima età.
Se questa logica fosse accettabile, quanti altri interventi dovremmo operare  "per il bene altrui" e, in particolare, per il bene delle vittime del cattolicesimo? Il primo divieto dovrebbe riguardare le suore e, in particolare, le povere suore di clausura, che per effetto di un indottrinamento perverso indotto dalla religione cattolica hanno addirittura perso uno dei beni primari più importanti: la libertà.
E che dire, poi, della "pratica" della Chiesa cattolica di rinchiudere i bambini e gli adolescenti nei cosiddetti "seminari" allo scopo di indottrinarli e di indirizzare "liberamente" la loro "vocazione" verso la vita sacerdotale? Non si tratta, forse, di veri e propri lager dove si fa scempio dei più elementari diritti dei fanciulli in barba alle Convenzioni internazionali? E che dire, poi, della barbara usanza religiosa di circoncidere i bambini appena nati, cioè di mutilarli in nome di uno strampalato e demenziale precetto religioso imposto da un UFO chiamato Javè o Allah? Non è forse, questo, un atto di criminale lesione del diritto all'integrità fisica compiuto addirittura ai danni di un soggetto totalmente incapace di difendersi da genitori e da sciamani idioti? E che dire della pratica di "battezzare" gli infanti, cioè di "associarli" ad una setta religiosa denominata "cattolicesimo", approfittando del fatto che sono totalmente incapaci di intendere e volere? C'è stato forse un qualche politico, magistrato, poliziotto o carabiniere -italiota o di altra Nazione- che si sia mai indignato per questi crimini contro l'infanzia o contro i diritti umani intervenendo contro "mamma" Chiesa e contro il monarca di turno dell'ultima teocrazia rimasta sulla faccia della Terra, cioè il Papa? Ovviamente no, perché è buona norma -per fare una splendida carriera ed evitare qualsiasi rischio di ritorsione disciplinare- essere forti coi deboli e deboli con i forti.
In realtà le indubbie connotazioni di inciviltà di cui sono infarcite TUTTE le religioni debbono essere combattute con TRE armi legittime: a) imponendo il rigoroso rispetto del principio di laicità, cioè facendo in modo che tutte le credenze, simboli e pratiche religiose restino al di fuori della sfera pubblica; b) imponendo il rigoroso rispetto da parte delle "religioni" di tutte le norme di diritto pubblico che vietano attività contrarie alla legge; c) promuovendo infine a livello scolastico, educativo ed informativo, lo sviluppo delle capacità critiche e logiche degli individui attraverso la divulgazione delle scienze e l'uso della ragione. Il che non avviene sicuramente nei paesi islamici, ma non avviene nemmeno in Italia, dove nelle scuole si dispensa l'indottrinamento religioso a spese degli Italioti e, guarda caso, solo a favore della religione cattolica, dove vengono esposti nelle aule scolastiche, nei tribunali e negli edifici pubblici solo un simbolo religioso, guarda caso il crocifisso cattolico, dove la RAI ci bombarda quotidianamente per ore e ore con le perle di saggezza del papa di turno e con le fiction demenziali di "Padre Pio", di "Don Matteo", di "Che Dio ci aiuti, Angelo custode 2" e via dicendo, accuratamente vietando a tutti i rappresentanti delle altre religioni e agli atei di fare altrettanto, e dove il massimo "garante della neutralità" delle Istituzioni -cioè il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella- si reca al Meeting di Rimini per onorare ed incensare con la sua presenza istituzionale le "prestigiose" gesta di Comunione e Lottizzazione di Roberto Formigoni & C.
C’è anche da soggiungere che esistono delle persone che hanno l’inderogabile esigenza di indossare abbigliamenti da spiaggia integrali per motivi legati alla salute o alla riservatezza: si pensi a chi non può esporsi ai raggi solari per motivi di salute o a chi, per motivi di pudore e di riservatezza, voglia coprire delle deformità, delle ustioni, delle mutilazioni o delle cicatrici. In tutti questi casi l’imposizione dell’obbligo di indossare costumi da bagni succinti -cioè di adeguarsi al vestiario praticato dalla “maggioranza”- implica la palese violazione del diritto umano alla salute e del diritto umano al rispetto della vita privata (art. 8 CEDU).
Da ateo quale sono concordo sul fatto che l'islam presenti notevoli aspetti di inciviltà e di maschilismo, ma ricordo che anche la Chiesa cattolica non è da meno, posto che ha considerato e considera le donne come esseri inferiori indegni di dire la messa, di abbracciare la carriera sacerdotale, di essere elette (o di eleggere) vescovi, cardinali e papi e di percepire gli stipendi (le suore non percepiscono gli stipendi che noi italiani invece foraggiamo ai preti e agli alti prelati con l'8 per mille). In sostanza, le donne sono ancor oggi estromesse dalla Chiesa da ogni diritto politico di elettorato attivo e passivo e, a differenza dei "maschietti" preti, non hanno diritto ad alcun compenso perché debbono lavorare gratis e senza versamento di contributi (tanto poi le pensioni gliele paghiamo noi italioti).
Alle donne la Chiesa sostanzialmente nega l'accesso alla magistratura (Sacra Rota e tribunali ecclesiastici), a differenza delle donne italiane che, oltre a poter eleggere ed essere elette parlamentari e presidenti della repubblica, hanno libero accesso alla magistratura.
Riepilogando -e mutuando l’esilarante giudizio espresso da Paolo Villaggio a proposito del film “La corazzata Potëmkin”- ritengo che i provvedimenti presi dai sindaci francesi siano “una cagata pazzesca” che innescherà ulteriori conflitti ed avrà come unico effetto quello di incentivare la vendita del burkini (e forse anche degli abiti da suora, che da oggi in poi potranno essere liberamente indossati dai terroristi che vogliano fare stragi sulle spiagge).

martedì 17 maggio 2016

AVERE LA FACCIA COME IL CULO, OVVERO IL PAPA CHE ESORTA I VESCOVI AD "ESSERE SOBRI E RINUNCIARE ALLE PROPRIETÀ" (di Luigi Tosti)




AVERE LA FACCIA COME IL CULO, OVVERO IL PAPA CHE ESORTA I VESCOVI AD "ESSERE SOBRI E RINUNCIARE ALLE PROPRIETÀ".
Ieri, lunedì 16 maggio dell’anno 2016 d.i.C. (dopo l’invenzione di Cristo) il gesuita Papa Francesco ha lanciato la quotidiana “perla di saggezza e nobiltà” che è stata immediatamente ripresa, diffusa e contrabbandata per “svolta epocale della Chiesa” da tutti gli asserviti “media”  (RAI in testa, Mediaset etc.) della Colonia del Vaticano, alias Repubblica Pontificia italiana. Il gesuita Bergoglio, in arte Papa Francesco, ha ammonito l’emiciclo dei grassi e panciuti Vescovi, assisi di fronte a lui e vestiti con palandrane divine che costano decine di migliaia di euro l’una, con questo gigantesco quanto ipocrita invito: "SIATE SOBRI E RINUNCIATE ALLE PROPRIETÀ".
La notizia è stata diffusa dai media con il solito intento propagandistico di far credere ai gonzi italioti che la “Chiesa è povera, che è buona, che è altruista, che fa opere di bene a livello planetario e che non è affatto attaccata ai beni terreni e alle ricchezze” (e che quindi "merita un bel 8 per mille). Una menzogna, questa, che può essere propalata con siffatta impudenza solo da chi, come si dice a Roma, “ha la faccia come il culo”: e può esser "bevuta" solo da chi è affetto da gravi malattie mentali o cognitive.
Ovviamente nessun giornalista dell’asservita stampa italiota ha avuto il coraggio di muovere neppure un timida critica a cotanta sfrontata menzogna, facendo notare nei TIGGI' che la Chiesa, come al solito, predica bene e razzola male. Da un lato predica “povertà” e dall'altro seguita, al contrario, ad accumulare altre immense ricchezze e a vivere negli agi e negli ozi più sfrenati a sbaffo dei contribuenti italioti e alla faccia dei veri poveri.

Qui di seguito mi limito a riportare quanto scriveva Marzio Bartolini su “Il Sole 24 ore” [http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/notizie/2013-02-15/chiesa-2mila-miliardi-immobili-082813.shtml?uuid=Ab3cTeUH&refresh_ce=1].

Chiesa, 2mila miliardi di immobili nel mondo
Il suo patrimonio mondiale è fatto di quasi UN MILIONE di complessi immobiliari composto da edifici, fabbricati e terreni di ogni tipo con un valore che prudenzialmente supera i 2.000 Miliardi di euro. Può contare sullo stesso numero di ospedali, università e scuole di un gigante come gli Stati Uniti. Ha oltre 1,2 milioni di "dipendenti" e quasi un miliardo e duecento milioni di "cittadini".
Questo Paese immaginario dotato delle infrastrutture di un big dell'economia occidentale e della popolazione della Cina va sotto il nome di Chiesa. Un universo dietro al quale non c'è solo e unicamente il Vaticano, ma una galassia di satelliti fatta di congregazioni, ordini religiosi, confraternite sparse ovunque nel mondo che, direttamente o attraverso decine di migliaia di enti morali, fondazioni e società, possiedono e gestiscono imperi immobiliari immensi che nessuno forse è in grado di stimare con precisione e che sono sempre in costante metamorfosi.
Un patrimonio dove l'elenco dei beni, la maggior parte sicuramente no-profit ma una discreta fetta anche a fini commerciali, sembra non esaurirsi mai: chiese, sedi parrocchiali, case generalizie, istituti religiosi, missioni, monasteri, case di riposo, seminari, ospedali, conventi, ospizi, orfanotrofi, asili, scuole, università, fabbricati sedi di alberghi e strutture di ospitalità per turisti e pellegrini e tante, tantissime abitazioni civili in affitto. Un universo intorno al quale gravitano nel mondo 412mila sacerdoti e 721mila religiose – senza contare centinaia di migliaia di laici - che assistono 1 miliardo e 195 milioni di fedeli.
Secondo il gruppo Re, che da sempre fornisce consulenze a suore e frati nel mattone, circa il 20% del patrimonio immobiliare in Italia è in mano alla Chiesa. Un dato quasi in linea con una storica inchiesta che Paolo Ojetti pubblicò sull'Europeo nel lontano 1977 dove riuscì per la prima volta a calcolare che un quarto della città di Roma era di proprietà della Chiesa. Un patrimonio immenso che però non si ferma appunto alla sola capitale dove ci sono circa 10mila testamenti l'anno a favore del clero e dove i soli appartamenti gestiti da Propaganda Fide – finita nel ciclone di alcune indagini per la gestione disinvolta di alcuni appartamenti – valgono 9 miliardi. La Curia vanta possedimenti importanti un po' ovunque in Italia e concentrati, tra l'altro, in gran numero nelle roccaforti bianche del passato come Veneto e Lombardia.
Quindi se oggi il valore del patrimonio immobiliare italiano supera quota 6.400 miliardi di euro – come qualche giorno fa ha registrato il rapporto sugli immobili in Italia realizzato dall'Agenzia del territorio e dal dipartimento delle Finanze – si può stimare prudenzialmente che solo nel nostro Paese il valore in mano alla Chiesa si aggiri perlomeno intorno ai mille miliardi (circa il 15%). Se a questa ricchezza detenuta in Italia – dove pesa l'eredità di un potere temporale durato per quasi duemila anni – si aggiunge il patrimonio posseduto all'estero fatto di circa 700mila complessi immobiliari tra parrocchie, scuole e strutture di assistenza la stima, anche stavolta più che prudenziale, può raddoppiare almeno a 2mila miliardi. Numeri, questi, che nessuno conferma dall'interno della Chiesa perché per molti neanche esiste una stima ufficiosa. Ma da ambienti finanziari interpellati la cifra sembra apparire congrua. Cifra a cui si devono aggiungere, tra l'altro, investimenti e depositi bancari di ogni tipo. Questi sì ancora meno noti.
Ma quali sono i numeri più "sicuri" del patrimonio immobiliare e quindi della ricchezza economica della Chiesa cattolica nel mondo? I dati più dettagliati sono fotografati con precisione dalla Bibbia dei numeri del Vaticano: l'«Annuarium statisticum ecclesiae». Che fa risalire il suo aggiornamento a fine 2010. Secondo l'"Istat vaticano" nelle 4.851 diocesi e 105 nunziature apostoliche sparse in tutti e cinque i continenti del mondo ci sono la bellezza di 455.839 tra parrocchie, missioni, chiese e altri centri religiosi che possiedono terreni e fabbricati di ogni dimensione. A queste bisogna aggiungere 206.892 scuole cattoliche che dalla materna alle secondarie fanno studiare la bellezza di 55 milioni di ragazzi, a cui si aggiungono altri 6 milioni che si formano negli istituti superiori e negli atenei cattolici (circa 200 nel mondo) che si trovano spesso in edifici e sedi storici di grande valore.
Più precisamente si contano 70.544 scuole religiose materne – 23.963, la fetta più grande, in Europa – che sono frequentate da 6,4 milioni di bambini, 92.847 istituti primari (23.624 nel continente americano) dove studiano oltre 31 milioni di piccoli studenti e 43.591 scuole medie (11.665 sempre in America) con 17 milioni di ragazzi che vanno nelle aule gestite da preti o religiosi. Ci sono poi almeno 200 atenei religiosi – molti concentrati in Europa e in Italia dove operano istituti dalla storia secolare come l'università Gregoriana o quella Lateranese – e altri centinaia di istituti superiori dove si formano circa 6 milioni di persone, tra laici e religiosi. A tutto questo vanno aggiunti 6mila circa tra convitti e seminari.
Infine nel patrimonio immobiliare una voce davvero importante è quella del "welfare" dove i numeri sono enormi e dove anche qui l'elenco non sembra esaurirsi mai: si contano nel mondo 121.564 strutture sanitarie e di assistenza di vario genere. La punta di diamante è rappresentata dai 5.305 ospedali della Chiesa (basti pensare che la sanità statunitense ne ha 5.700) dove dentro c'è un po' di tutto: dalla struttura all'avanguardia – in Italia basta citare il polo pediatrico di Roma Bambino Gesù o la Casa del Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo – al piccolo centro di frontiera in Africa che fornisce l'assistenza di base. I numeri della sanità vaticana si dividono abbastanza equamente tra i principali continenti: in America sono 1.694 gli ospedali, in Africa 1.150, in Asia 1126, in Europa 1.145 dove l'Italia fa la parte del leone con 129 strutture sanitarie.

Ma la realtà delle cure cattoliche è anche molto più ricca: con 18.179 strutture cosiddette ambulatoriali (oltre 10mila divise tra Africa e Americhe) che danno assistenza ai più svantaggiati e ben 17.223 strutture residenziali e assistenziali destinate alla terza età o ai disabili. Di quest'ultime ben 8mila sono concentrate in Europa e quasi 1.600 solo nel nostro Paese. Completano l'elenco del welfare vaticano quasi 10mila orfanotrofi, oltre 11mila asili per i più piccoli, 15mila consultori familiari e quasi altre 60mila strutture che forniscono assistenza sociale e prestazioni di vario tipo.

giovedì 28 aprile 2016

Due Stati, una sola posizione in classifica.


L’Italia perde ben quattro posizioni nell’annuale classifica di “Reporters sans frontières” (Rsf) sulla “libertà di stampa”. Nell’indagine condotta dalla Ong francese il nostro paese sprofonda al 77° posto, parecchio dietro alcune discutibili autarchie, alcuni paesi africani tra i più poveri e divisi del mondo e qualche nazione balcanica dal pluralismo piuttosto difettoso. Due le principali motivazioni di questo triste primato: le minacce e le violenze contro i cronisti che con il loro lavoro denunciano le mafie, il malaffare e la corruzione dilagante nel nostro paese; le ingerenze e i processi inquisitori alla “libertà di stampa” del Vaticano a conduzione bergogliana (Vatileaks 2).
L’art. 7 della nostra Costituzione, quello dello “Stato e Chiesa indipendenti e sovrani ciascuno nel proprio ordine”, dev’essere stato interpretato da Rsf come una boutade dal momento che nella classifica i due paesi non sono affatto indipendenti e in sostanzal’Italia perde posizioni a causa delle ingerenze di un altro paese, e quindi della sua non sovranità. Non ci è dato sapere, poi, se nelle motivazioni circa la nostra posizione in classifica Rsf abbia tenuto conto anche della pessima qualità del pluralismo informativo in riferimento all’ambito religioso, e quindi in rapporto all’overload mediatico della Chiesa cattolica e del suo più alto rappresentante. Tant’è.
Meglio lasciare ai nostri aficionados qualsiasi speculazione sulle prime e ultime 20 posizioni della classifica, confidando nella loro intuizione per ciò che concerne il nesso tra il livello di laicità dei paesi più virtuosi e il loro relativo ranking in fatto di “libertà di stampa”. Sta di fatto che ancora una volta si evince come il livello del giornalismo italiano veleggi serenamente nelle comode acque dell’autocensura sistematica per non tediare troppo il leader di turno, sia esso politico governativo o religioso. Se questa non fosse già di per sé una notizia abbastanza deprimente possiamo sempre metterla in relazione allo stato di diritto in cui versa il nostro paese, sui temi di interesse e le campagne che porta avanti la nostra associazione da tempi non sospetti.
Per esempio a distanza di dieci anni dalla battaglia per l’eutanasia legale di Piergiorgio Welby e a ben 17 anni dalla vicenda Englaro, con i testi di legge finalmente approdati nelle commissioni di competenza, la stampa sembra avere chiuso i rubinetti dell’informazione. Vero che si parlerebbe di un argomento cheportò già alle dimissioni di un autorevole giornalista, colpevole di rivolta verso la linea editoriale imposta dalla sua emittente televisiva, ma suvvia; un po’ più di quella intraprendenza dimostrata da pochicoraggiosi, e di fiuto in considerazione dei reiterati inviti a legiferare (2006 e 2014) da parte delle più alte cariche dello Stato, nei confronti di un dibattito e di una corretta informazione pubblica non guasterebbe. Quantomeno per scrollarsi di dosso il sospetto di essere completamente asserviti ai desiderata della CEI (si legge ingerenze).
A proposito di Stato, nessun organo di informazione o quasisembra voglia spendere le sue due righe sulla surreale situazione dell’8×1000. Dopo che non uno ma ben due richiami da parte della Corte dei Conti parlano in modo manifesto di un meccanismo truffa, siamo arrivati alla fine di quel aprile mese di tasse senza che nessuno rispolverasse la questione. Abbiamo già evidenziato la sberla europea all’Italia sull’applicazione della 194/78, ma a eccezione del fisiologico scambio di vedute a mezzo stampa tra il ministro Lorenzin e la CGIL promotrice del ricorso, sembra proprio che da una prospettiva giornalistica la questione sia chiusa. A nostro avviso fin troppo frettolosamente per non destare sospetti.
Sulle unioni civili gli organi di informazione, specie quelli che si auspica non siano di parte, hanno viziato ed esasperato il dibattito con punti di vista ideologici quando non del tutto clericali. Mettere nello stesso calderone di argomenti l’adozione del figlio da parte del partner (stepchild adoption) e la “Gestazione per Altri”, al fine di ottenere uno schiacciamento dell’opinione pubblica e quindi il condizionamento in senso restrittivo del testo di legge, è sicuramente un esercizio che poteva riuscire solo ad un “quarto potere” al servizio di ben altri poteri. Bizzarro che dopo tanta foga di vendere copie a scapito dei diritti civili, nessuno abbia invece parlato dei 900 emendamenti allo stesso testo di legge sulle Unioni Civili tutti respinti.
Per questi e altri motivi, Rsf ravvisa una perdita di “libertà di stampa” causato da ingerenze del Vaticano. Uno squilibrio che era stato ben evidenziato anche da altri lo scorso anno. Quindi si stupiscano ben poco gli italiani, se viviamo in un paese dove di fatto il dibattito pubblico viene indirizzato, quando non addirittura negato, in base alle esigenze politiche o religiose dei palazzi. Una stampa che senza un’inversione di tendenza è presumibilmente destinata a perdere ancora posizioni su posizioni. Dal 49° posto del 2010 al 77° posto del 2016 ci incamminiamo verso una graduatoria da regime teocratico, illiberale, autoritario. Nessun organo di informazione del bel paese sembra oggi voler ringraziare Bergoglio per l’incisivo contributo della “sua” Chiesa al “nostro” pessimo piazzamento. Chiedersene le ragioni è retorica, quindi la nostra speranza è che alla luce di tutto questo almeno gli italiani non continuino a chiedersene il motivo.
Paul Manoni
Fonte:

http://www.uaar.it/news/2016/04/27/due-stati-una-sola-posizione-classifica/#comment-765885

giovedì 21 aprile 2016

SENZA PAROLE: BEPPE GRILLO & TARCISIO BERTONE (di Luigi Tosti)

Quando le immagini "parlano" più delle parole. Le foto, tratte del blog di Beppe Grillo, non sono "fotomontaggi", come orgogliosamente puntualizza il comico ligure. Complimenti.




martedì 19 aprile 2016

Com’è “buono” Papa Francesco: ritorna da Lesbo con 12 migranti! (di Luigi Tosti)

Segue imperterrito il marketing pubblicitario della Chiesa Cattolica per creare su di sé l’aurea di ente solidale dispensatore di opere buone, per poter poi reclamare ulteriori privilegi economici da parte dell’ appecorata classe politica italiota.
L’ultima trovata della Chiesa -che può essere considerata geniale solo dagli idioti disposti ad abboccarvi- è quella di avere fatto fare a papa Francesco un viaggio a Lesbo, dove attualmente gli immigranti vengono respinti in Turchia grazie ad un accordo siglato dalla “cattiva” Europa- al fine di far risaltare, di contrapporre e di magnificare -in via mediatica- l’estrema “bontà” della Santa Apostolica Cattolica Romana Chiesa. Il Papa ha infatti fatto “selezionare” (!!) dodici soggetti di fede islamica (gli atei sono stati infatti scartati a priori perché considerati dei frammenti fecali) ai quali è stato poi concesso un “passaggio” sull’aereo (pagato dagli italioti) che ha riportato in Italia il papa. E questo allo scopo di “accogliere” nel Regno del Vaticano i 12 migranti selezionati.
In Vaticano, direte voi? Col cazzo! I 12 soggetti saranno in realtà accolti e mantenuti in Italia dalla “Comunità di Sant’Egidio”, cioè da quella Comunità, salita non proprio agli onori della cronaca, che viene mantenuta e foraggiata sempre con i soldini dei contribuenti italioti.
Ora vi chiederete: ma qual è la sorte degi altri 3.459.982 profughi che sono approdati in Europa? Chi li acccoglie e li mantiene? Forse il Vaticano o Josè Bergoglio, in arte Papa Francesco, o magari Sua Eccellenza Eminentissima il Cardinal Bertone nella sua povera stamberga romana?
E no, che cazzo pretendete, laicisti di merda che altro non siete!! La Chiesa ha fatto la “sua parte” con questo esempio di inaudita  magnificenza, di solidarietà e di accoglienza nei confronti dei migranti, accogliendone 12 a spese … dei contribuenti italioti!! Ora, agli altri 3.500.000 circa -che in fondo sono una bazzecola- secondo Papa Francesco ci debbono pensare gli europei, a loro spese!!
La genialità e la coerenza della Chiesa Cattolica sono sempre più ammirevoli. Ma ancor più ammirevoli sono la RAI e i cosiddetti “giornalisti” italioti, che fanno da cassa di risonanza alle diffusioni di questi ipocriti spot pubblicitari della CCAR, senza battere ciglio e senza osare accennare alla minima critica di falsità e di incoerenza che anche il più cretino degli italioti sarebbe in grado di esprimere. D’altra parte i giornalisti “tengono famiglia” e possono sparare tranquillamente a zero solo sui più anonimi e indifesi “mafiosi” che vivono, come topi, nei nascondigli ricavati nelle fogne o nei vespai: giammai sui potenti monarchi e prelati che vivono in superattici e che hanno stretto secolari rapporti mafiosi con i governanti della Repubblica Pontificia italiana.

Dunque, Viva il Papa e Viva il Regno di Vaticalia!
Addì 19.4.2016 d.i.C.

Luigi Tosti

lunedì 4 aprile 2016



LA PASSACAGLIA DELLA VITA


Oh come t'inganni
se pensi che gl'anni
non hann’ da finire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire.

È un sogno la vita
che par sì gradita,
è breve gioire,
bisogna morire.
Non val medicina,
non giova la china,
non si può guarire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire.

Non voglion sperate,
minarie, bravate
che caglia l'ardire,
bisogna morire.
Dottrina che giova,
parola non trova
che plachi l'ardire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire.

Non si trova modo
di scoglier 'sto nodo,
non vale fuggire,
bisogna morire.
Commun’ è statuto,
non vale l'astuto
'sto colpo schermire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire.

La morte crudele
a tutti è infedele,
ognuno svergogna,
morire bisogna.
È pur ò pazzia
o gran frenesia,
par dirsi menzogna,
morire bisogna,
morire bisogna,
morire bisogna.

Si more cantando,
si more sonando
la cetra, o zampogna,
morire bisogna.
Si muore danzando,
bevendo, mangiando
con quella carogna,
morire bisogna,
morire bisogna,
morire bisogna.

I giovani, i putti
e gl'huomini tutti
s'hann da incenerire,
bisogna morire
I sani, gl'infermi,
i bravi, gl'inermi
tutt'hann'a finire,
bisogna morire.
E quando che meno
ti pensi, nel seno
ti vien a finire,
bisogna morire.
Se tu non vi pensi
hai persi li sensi,
sei morto e puoi dire:
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire,
bisogna morire,

bisogna morire.

giovedì 4 febbraio 2016

COLOSSALE RADUNO A ROMA DI NECROFILI E NECROFAGI CATTOLICI ATTORNO ALLA SACRA CARCASSA DEL SANTO IMPOSTORE (di Luigi Tosti)





Il neo poverello di Assisi Jorge Bergoglio, in arte Papa Francesco, ha deciso di rimpinguare ulteriormente le asfittiche casse del Vaticano e della Chiesa Cattolica Apostolica Romana con un colossale raduno a Roma di necrofili e necrofagi cattolici, devoti adoratori della carcassa imbalsamata di un soggetto che è stato a suo tempo santificato per le sue eccezionali doti di impostore e simulatore di stigmate. La salma imbalsamata del Santo Impostore, più noto come Padre Pio, è stata traslata dall’umile e dimessa Piramide edificatagli a suon di miliardi su progetto dell’architetto ateo Renzo Piano, per essere poi trasferita, con una scorta riservata agli Imperatori e costata alla Repubblica Pontificia Italiota circa 7 miliardi di euro, nella città di Roma, dove verrà esposta ai fedeli cattolici nell’ambito dello show imbastito da Bergoglio con il marchio canonico di “Giubileo della Misericordia”. Il macabro corpo di padre Pio è stato sistemato in una urna, rigorosamente cristallina per incentivare l’appetito degli italioti durante i Tiggì rigorosamente dispensati da TeleRaiVaticano nelle ore pasti, per esser poi traslata, con la scorta dei 25.000 agenti delle Forze dell’Ordine, a Roma. Per «evitare danni» al salmone del Santo, che ultimamente ha accusato acciacchi causati da «vibrazioni e sollecitazioni», la reliquia imbalsamata è stata accomodata su «materassini ammortizzanti» appositamente creati dalla NASA con la collaborazione della Tempur.
I festeggiamenti tribali saranno seguiti e teletrasmessi in mondovisione da TELERAIVATICANO con un servizio che andrà in onda su tutte le reti (1,2,3,4,5,6,7,8,9,10 etc.) 25 ore al giorno per sei mesi. Il Governo della Repubblica Pontificia Italiota ha disposto il "No fly zone" su tutto il territorio dell'italica Colonia del Vaticano per l'altezza di 100.000 miliardi di Km. Il Presidente del Consiglio Renzi e il Presidente della Repubblica Mattarella hanno previsto l’afflusso di circa 30 miliardi di fedeli a Roma -23 dei quali provenienti da altri Pianeti del sistema solare gemellati con la Terra- per rendere omaggio e per pregare davanti alla carcassa del Santo. Quest’ultimo, da parte sua, ha già fatto sapere, per il tramite di nota diffusa da Padre Federico Lombardi, che dispenserà miracoli a iosa, anche al Ministro Padoan.
25 milioni di fedeli si sono già accalcati in fila e per ore di attesa per entrare nella basilica di San Lorenzo “fuori le mura” che, per l’occasione, è stata trasferita con provvedimento d’urgenza dal Sindaco Tronca “dentro le mura”. Al cimitero monumentale del Verano, per il secondo giorno consecutivo, vi è stato un bagno di folla di circa 150 milioni di fedeli che hanno aspettato il proprio turno per accedere alla chiesa. I primi sono arrivati già alle 0.30 del mattino e, durante la giornata, i pellegrini sono andati aumentando, con tempi di attesa per l'ingresso che hanno superato le 422 ore e mezza, mentre ieri sera gli accessi per rendere omaggio al santo di Pietrelcina sono proseguiti fino alle ore 48. Questa sera le reliquie di San Pio da Pietrelcina saranno trasferite nella chiesa di San Salvatore Lauro e venerdì saranno portate in processione fino alla basilica di San Pietro.
Ai fedeli disposti a versare un obolo di 450 euro saranno consegnati i pasticcini benedetti di San Pio a forma di mano con stimmate centrale di marmellata di more.

Postato da FANTACRONACAVERA il 4.2.2016 d.i.C.


giovedì 28 gennaio 2016

Virus Zika: una manna inviata da Dio per l’Umanità (di Luigi Tosti).




Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margaret Chan, ha lanciato un allarme per la rapida diffusione del virus Zika, una malattia virale trasmessa da zanzare del genere «Aedes», le stesse che trasmettono la dengue o la chikungunya. La malattia è pericolosa per le donne incinta perché causa una microcefalia nei feti. Secondo una prima stima il virus potrebbe infettare 3-4 milioni di persone nelle Americhe, 1,5 milioni delle quali in Brasile, dove - da meno di un anno a questa parte - sono nati più di 4mila bambini con microcefalia, una malformazione neurologica che comporta una crescita ridotta del volume del cervello e della circonferenza cranica.
Comitato di emergenza.
Lunedì si riunirà un comitato di emergenza per determinare se Zika costituisca un’emergenza sanitaria di portata internazionale. Ad oggi si è diffuso in 22 Paesi dell’America Latina. Il più colpito è il Brasile, dove i primi casi sono stati individuati a maggio dello scorso anno; solo a ottobre però è stato ipotizzato il collegamento con l’aumento dei casi di microcefalia in bambini nati soprattutto nella zona nord-ovest del Paese. In Brasile ci sono stati finora oltre un milione e mezzo di casi di Zika e circa 4.180 casi di microcefalia, siamo assolutamente tranquilli».
L’appello degli scienziati
La presa di posizione dell’OMS arriva a poche ore dalla pubblicazione sulla rivista Jama di un appello di due scienziati dell’O’Neill Institute for National and Global Health Law di Georgetown (Usa), Daniel Lucey - specializzato in malattie infettive - e Lawrence O. Gostin. Gli esperti hanno richiamato il caso Ebola e spiegato che in quel contesto la mancanza di un intervento deciso dell’Oms nella fase iniziale della crisi probabilmente è costata migliaia di vite. Una lezione da non dimenticare perché, avvertono, anche oggi potrebbero verificarsi gravi conseguenze se non si intraprendono immediatamente decise azioni contro il virus.
La posizione del Vaticano e della Chiesa Cattolica.
Ben diverse le posizioni di Papa Francesco e dei Vertici della Chiesa Cattolica, che considerano la diffusione a livello planetario della microcefalia una vera manna del Cielo, piuttosto che una catastrofe sanitaria. “La Chiesa ha già fattivamente e cristianamente operato per la diffusione del virus dell’AIDS, vietando l’uso del preservativo, e sono stati raggiunti ragguardevoli risultati positivi in Africa, dove il virus dell’AIDS si è oramai diffuso in modo esponenziale”, ha dichiarato in una nota il portavoce del Papa, Padre Federico Lombardi-Piemontesi. “La propagazione del nuovo virus Zika è dunque una vera e propria manna inviata da Dio per diffondere nei feti la microcefalia, che non è una malattia -come i relativisti vorrebbero far credere- ma la base indispensabile per l’infusione della fede nei bambini e negli esseri umani”.
La Pontificia Università Veterinaria di Massaciuccoli ha avviato una ricerca scientifica, sovvenzionata dalla Regione Lombardo/Veneta con un fondo di 122 miliardi di euro, per la riproduzione e il ripopolamento massivo dell’intero territorio italiano con larve di zanzare del genere «Aedes», infettate da Zika. Da parte sua, la Conferenza Episcopale Italiana è stata convocata d'urgenza per il 2 febbraio prossimo per la riforma del matrimonio canonico, che dal 15 marzo 2016 sarà dispensato solo a donne contagiate dal virus Zika.
Postato da FANTACRONACAVERA, addì 28.1.2016 d.i.C.


Hassan Rouhani e la Venere capitolina: storie di ordinaria ipocrisia italiota (di Luigi Tosti)


Che bel Paese, l'Italia di merda! Quando sette mesi fa il Sig. Jorge Mario Bergoglio, in arte Papa Francesco, ha visitato Torino, cioè una città dell'italica Colonia del Vaticano, sono stati rimossi tutti i cartelloni della mostra su Tamara de Lempicka per "non offendere" la sensibilità del Legale rappresentante in Terra del Dio Uno e Trino (ma soprattutto Quattrino) dei Cattolici, senza che nessun giornalista e/o politico starnazzasse o si indignasse. Oggi che si è adottato lo stesso riguardo nei confronti di Hassan Rouhani,  un "ospite" musulmano "di riguardo" (nel senso che ci sta particolarmente a cuore per gli affari  miliardari che speriamo di concluderci) la nostra Augusta Stampa e i nostri Augusti Politici starnazzano e si indignano come le oche del Campidoglio. Che ammirevole "coerenza"! Come si spiega tutto ciò? Forse per il fatto che i "cattolici" sono una razza superiore e gli "islamici" sono invece dei frammenti fecali? Attendo un'illuminata risposta e nel frattempo, da ateo quale sono, ritengo che il principio di laicità vada rispettato sia dal Legale rappresentante sul Pianeta Terra dell'UFO dei Cattolici, sia dai Legali rappresentanti degli altri UFO venerati dai musulmani, dagli induisti, dai buddisti, dai totemisti e dai devoti di FRIZZIQUIZZI, l'unico Dio di cui esiste un'immagine fotografica. L'esposizione delle statue degli antichi greci o romani -così come le opere d'arte di Tamara de Lempicka o di altro artista- sono pienamente legittime e non contravvengono ad alcuna norma dell'ordinamento italiano, sicché non vanno rimosse o oscurate o censurate per rispetto di un qualche primate, appartenente alla specie homo sapiens, che per suoi strampalati convincimenti ideologici le ritiene offensive o immorali. La verità è che "Parigi val bene una messa" e gli ipocriti Governanti italiani si prostituiscono di fronte al Governante straniero di turno, facendo poi la sceneggiata di "quelli che non sapevano nulla", solo perché sperano di risollevare le sorti di questo Paese in stato vegetativo/comatoso vendendo 2 o 3 miliardi di cordame ad uno Stato che, facendo largo uso dell'impiccagione, ne ha un impellente bisogno.
Addì 28 gennaio 2016 d.i.C.

martedì 26 gennaio 2016

Don Angelo Chizzolini: Santo subito!


Don Angelo Chizzolini, parroco di Arnasco, è salito agli onori della cronaca perché si è rifiutato, in una cerimonia funebre celebrata nella sua “Chiesa”, di “benedire” la salma di Aida Bellamoudden, moglie di un “cristiano cattolico” defunto, come lei, in seguito al crollo di una palazzina per una fuga di gas (non proprio miracolosa).
Don Chizzolini è stato oggetto di un feroce attacco mediatico per questo suo rifiuto, che è stato connotato sia dalla stampa che dalla RAI come una forma di “razzismo” “ripudiata” dal “buon” Papa Francesco che, invece, predicherebbe l’ “accoglienza”, la “tolleranza” e la “misericordia” nei confronti dei credenti in dei diversi da quello cattolico.
L’ipocrisia e la falsità della Stampa italiota e della RAI della Repubblica Pontificia Italiana sono a dir poco rivoltanti, posto che Don Chizzolini si è in realtà attenuto al rispetto delle strampalate, intolleranti e razzistiche “norme” del “codice canonico”, vigente ed approvato dal “buon” Papa Francesco, sicché il rifiuto di accoglienza, l’intolleranza e la spietata mancanza di misericordia nei confronti della “salma” della musulmana (infedele) è da ascrivere alla criminale associazione denominata “Chiesa Cattolica”, di cui Bergoglio è capo e responsabile, e non all’ultima ruota del carro che, come i soldati nazisti, ha obbedito agli ordini criminali imposti dai Vertici.
Va peraltro soggiunto che l’imposizione di un rito (sciamanico) cattolico ad un musulmano è un atto di prevaricazione illegittimo e inconcepibile, al pari dell’imposizione di un rito (sciamanico) musulmano ad un cattolico, sicché meraviglia che nessuno degli asserviti giornalisti abbia fatto notare o si sia indignato del fatto che era aberrante che uno sciamano cattolico “benedisse” con strampalati riti e con l’aspersione di gocce di monossido di diidrogeno la “salma” di un musulmano.
Personalmente non me ne frega un bel tubo di quella che sarà la sorte della mia carcassa, una volta chiuso il ciclo biologico: certo è che non ci tengo che uno sciamano cattolico o di altra strampalata setta religiosa “benedica” (??!!) la mia carcassa, in aperta violazione dei miei convincimenti atei. Da buon ateo sono immune alle superstizioni e so perfettamente che le benedizioni o le maledizioni non servono a nulla: ma vi sono credenti dementi che sono convinti che cambiare religione (=convertirsi) o subire i riti di altre religioni è un “peccato” che sarà sanzionato dal proprio UFO nell’aldilà. Quindi: perché mai è stato imposto ad Aida Bellamoudden il funerale religioso della setta cattolica, posto che questa era musulmana?
La risposta, ipocrita, dei cattogiornalisti è che la stessa “aveva in animo di convertirsi” al Supremo ed Unico Vero Dio: quello UNO e TRINO cattolico. E poi, come al solito, che male fa l’imposizione di un crocifisso, di un battesimo, di una cresima, di un funerale a chi non è cristiano o è ateo?
Luigi Tosti, 26.1.2016

martedì 5 gennaio 2016

Morto a 68 anni Luigi Tosti, il giudice “anticrocifisso”

Oggi, 5 gennaio 2016, è stata diffusa dal sito WEB il Picchio News la notizia della mia morte, intervenuta all'età di 68 anni per cause che non mi sono state comunicate. Un giornalista di Macerata, appresa la notizia, ha telefonato alla mia utenza domestica e ha chiesto a mia moglie -che ha risposto alla chiamata- se era o meno vero che ero morto. Fortunatamente ero presente in casa e la cosa si è risolta senza traumi (per mia moglie), con un’allegra risata e senza alcun gesto scaramantico, che sarebbe peraltro risultato inopportuno per chi ha fatto del raziocinio il proprio cavallo di battaglia. La notizia è stata rimossa ma, essendo rimbalzata su Facebook, sono stato raggiunto da altre telefonate di altri giornalisti, di amici e parenti.
Pur essendo consapevole dell’oramai prossima scadenza biologica e che l’evento odierno è solo rinviato a data da destinarsi, rassicuro i lettori sulla mia attuale persistenza in vita (almeno così mi sembra di percepire), sperando che quest’ultima notizia non risulti particolarmente sgradita ai crociati e ai fans del crocifisso e di altri simboli religiosi.
Riporto qui di seguito il testo del necrologio pubblicato oggi, avendo cura di rimarcare che non sono mai stato un giudice amministrativo e che il menzionato Luigi Tosti, Presidente del TAR del Lazio è, per sua fortuna, soltanto un mio omonino.
Morto a 68 anni Luigi Tosti, il giudice “anticrocifisso”
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5 gennaio 2016 di Picchio News
E’ morto all’età di 68 anni il magistrato Luigi Tosti, originario di Cingoli e diventato famoso in tutta Italia per essere stato il primo giudice che tolse il crocifisso dall’aula di giustizia.
La sua battaglia era cominciata a Camerino. Nel suo ufficio, all’interno del piccolo tribunale ora dismesso, aveva preteso che si togliesse il crocifisso o che si esponesse anche la menorah ebraica. Poi la stessa presa di posizione si era estesa anche per quanto riguardava le aule delle udienze civili e penali. Era l’ottobre del 2002. Inevitabilmente la carriera professionale del magistrato subì una interruzione, con sospensioni e giudizi davanti al CSM. Ma Tosti aveva deciso di condurre fino alla fine la sua battaglia, insieme alla associazione degli atei e agnostici d Italia.
Nel 2006 la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura lo sospese dalle funzioni e dallo stipendio in seguito alla condanna a sette mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per un anno inflittagli dal Tribunale dell’Aquila nel novembre 2005, poi nel 2009 viene assolto in Cassazione. Nel 2010 è stato definitivamente espulso dalla Magistratura. «Del resto lo stesso Tosti, difendendosi da sé, aveva in qualche modo considerata logica questa conclusione: “O date ragione a me e rimuovete i crocefissi da tutte le aule di giustizia” aveva detto ai suoi giudici “oppure non potete fare altro che cacciarmi dalla magistratura”» (Giorgio Dell’Arti)

Nel 2008 il suo rifiuto di fare udienza in aule dove fosse presente il crocifisso gli è costato una nuova condanna ad un anno di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici (pena sospesa), ma venne assolto in appello nel 2012, “a mia insaputa e contro la mia volontà. Il primo motivo che avevo scritto nel ricorso alla sentenza di primo grado era che non avevo commesso nessun reato perché le udienze erano state tenute da altre persone. Ho rinunciato a questo motivo, perché volevo che i giudici si pronunciassero su altre questioni. Alla fine io sono stato assolto d’ufficio per quel motivo”.
Nel giugno 2008 era presidente della II sezione del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso presentato dal Codacons e da un comitato di residenti del quartiere Ostiense contro le aree di parcheggio a pagamento, invalidò le strisce blu in tutta la capitale (il Comune qualche giorno dopo le ripristinò nel centro storico).
A Camerino, dopo le note vicende, non era più tornato e si era ritirato a vivere a Rimini. Aveva un blog e l’ultimo post porta la data del 26 novembre.