sabato 16 maggio 2015

I “francescani poverelli”, ovvero avere la faccia come il culo (di Luigi Tosti)

“Avere la faccia come il culo” è un antico detto che sta per “Non provare vergogna per le proprie cattive azioni, essere sfrontato, spudorato”. Dal momento che la storia dimostra che questo Pianeta è stato ed è abitato da persone che “hanno la faccia come il culo”, (senza offesa per il culo, che è una parte nobile del corpo umano -e non solo umano- che assolve egregiamente le sue funzioni), mi sono da tempo ripromesso di aprire una sorta di rubrica su questo tema, commentando le falsità, le ipocrise, le menzogne, le contraddittorietà che vengono quotidianamente propalate dai media con una sfrontatezza e candore disarmanti, partendo dal presupposto -purtroppo in larga parte fondato- che il pubblico dei lettori e i destinatari di tali notizie siano in larga parte degli sprovveduti deficienti.

Cominciamo oggi col “tema” della supposta “povertà” della Chiesa e di Papa “Francesco”, che ha assunto questo nome per evocare il “poverello” di Assisi, assunto agli onori degli altari e deificato addirittura come “Santo protettore” dell’attuale Regno di Vaticalia, alias Repubblica Pontificia Italiana, che qualcuno si ostina a chiamare ancora “Italia” laica (forse meglio: laida).
La notizia del nome Francesco, assunto da Bergoglio, ha suscitato un boato trasversale di tutti i media, di tutte le televisioni e di tutti i giornali e giornaletti (forse escluso Topolino), che in uno dei tanti conati di papolatria hanno magnificato la “svolta epocale” di questo nuovo pontefice, con ciò peraltro sottintendendo, necessariamente, che il precedente papa fosse una sorta di frammento fecale, dedito alle ricchezze e agli agi.
Ebbene? quali sono state le “epocali” svolte impresse dal neo “poverello di Assisi”, che siede sul trono di Pietro? Risposta: nessuna.
La Chiesa seguita ad ingrassare succhiando, parassitariamente, le tasse degli italiani (vedi 8 per mille) ed evitando di effettuare gli esborsi che, al contrario, anche i più miserabili e pezzenti dei sudditi italiani sono costretti ad effettuare (ICI, TASI, TARI, rifiuti, acqua, passi carrai etc. etc.). Per altro verso, poi, né IOR né altri cordoni della Chiesa cattolica si sono mai sbottonati per erogare qualche briciolo delle loro immense fortune a favore dei poveri, dei diseredati, degli emigrati, dei migranti. Si può dire, con una circonlocuzione sintetica ma altamente espressiva e comprensibile anche per i meno acculturati, che non è cambiato un cazzo. Però la RAI TV di Stato ed altri media asserviti seguitano tranquillamente a diffondere il messaggio che questo Papa ha impresso una svolta storica per ciò che riguarda la professione di “povertà” e di “solidarietà” della Chiesa. Enfatizzano la circostanza che il Papa abbia detto, in uno dei suoi tanti strabilianti messaggi quotidianamente diffusi durante i Tiggì agli italioti, che “la povertà va combattuta”, che i “migranti debbono essere soccorsi”, che “i migranti debbono essere accolti e aiutati economicamente”, ma si disinteressano di riferire che la Chiesa non contribuisce affatto a spendere nemmeno un briciolo delle sue immense ricchezze per aiutare i poveri ad uscire dalla povertà e per mettere in mare delle navi che salvino i migranti che quotidianamente muoiono; No, per carità, la Chiesa “delega” l’ Italia e l’Europa e compiere queste azioni -che la Chiesa si guarda bene dal fare- e i vari “vaticanisti” della RAI -pagati dagli italiani- si prodigano da parte loro a diffondere le strabilianti “parole del Pappa” per sottintendere questo messaggio subliminale: “Vedete come è grande, buono, saggio e bravo questo Papa, e la Chiesa cattolica che egli comanda”?
Ovviamente gli italioti (che sono una particolare porzione della popolazione di nazionalità italiana) abboccano, anche perché la loro ottusità è stata ed è tale da aver giustificato -e di seguitare a giustificare- tutti i crimini perpetrati dalla Chiesa, cioè di quella che ho avuto l'onore di definire in due pubbliche udienze come la più grande associazione per delinquere e la più grande banda di falsari che mai sia esistita sul Pianeta Terra, che da ultimo ha coperto omertosamente i criminali preti pedofili per evitare loro il carcere e per proteggere il "buon nome" della Chiesa, nonché gli assassini (vedi i casi di Elisa Claps, Manuela Orlandi, Guerrina Piscaglia, etc.)
Ebbene, è proprio con la “faccia come il culo” che è stata diffusa la notizia che la Guardia di Finanza ha recentemente sequestrato 30 milioni di beni ai Francescani dell'Immacolata.
Ma come, non ci avevate detto e strombazzato che i Francescani sono "poverelli" che hanno fatto “voto di povertà” e che vivono nella povertà?
Ma di quale "cazzo" di "povertà" state cianciando? Chi cazzo volete prendere per il culo? Un patrimonio di 30 milioni di euro, con “59 fabbricati, 17 terreni, 1 impianti radiofonico e cinematografico, 5 impianti fotovoltaici dislocati su tutto il territorio nazionale nonché di 102 autovetture”, sarebbero forse un “patrimonio” da "poverelli francescani”? Ma andate cristianamente e devotamente “affanculo” -direbbe Grillo- ma non noi, che non intendiamo urtare la suscettibilità del Presidente emerito Napolitano, che ha sempre caldeggiato i “toni bassi” (perché è così che si cambiano le cose in Italia).
Mi limito a riportare fedelmente questa notizia che, ovviamente, non ha suscitato l’indignazione degli italioti. D’altro canto, “avere la faccia come il culo” è oramai un connotato talmente diffuso e normale tra gli abitanti del Pianeta che, semmai, può tornare strano e anormale che qualcuno abbia il culo come la faccia.

L'operazione della Guardia di Finanza sul patrimonio intestato a persone esterne all'ordine che era stato sottratto al controllo del commissario della Santa Sede

ANDREA TORNIELLI

ROMA


La Guardia di Finanza di Avellino, sotto il coordinamento del Procuratore capo Rosario Cantelmo, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni immobili e mobili per un valore pari a oltre 30 milioni di euro, attualmente nella disponibilità delle associazioni «Missione dell’Immacolata» e «Missione del Cuore Immacolato», riconducibili ai Francescani dell’Immacolata con sede a Frigento, l'ordine fondato da padre Stefano Manelli e commissariato dalla Santa Sede nel  2013.



L'ipotesi è di truffa aggravata e falso ideologico: nel mirino degli investigatori ci sono alcuni trasferimenti di proprietà dei beni, che appartenevano all’istituto religioso, e che sarebbero passati nelle mani di persone e di associazioni esterne alla struttura religiosa. «Le articolate indagini sviluppate dalle Fiamme Gialle - afferma un comunicato della Procura - hanno permesso di svelare una serie di condotte fraudolente attuate da alcune persone operanti nell’ambito delle associazioni le quali, nonostante il commissariamento della congregazione dei Frati francescani dell’Immacolata, hanno proceduto alle modifiche degli statuti delle due associazioni allo scopo di mantenere il controllo sulle stesse ma anche e soprattutto sui loro cospicui patrimoni, così da impedire al commissario apostolico (nel mentre nominato dalla Santa Sede) di esercitare le prerogative che gli statuti assicurano al governo dell’ordine religioso».



«In particolare, consentendo – continua il comunicato – l’ingresso di laici nelle compagini associative (laici non vincolati all’obbedienza verso la gerarchia ecclesiastica, all’epoca e tuttora rappresentata dal commissario apostolico), si è raggiunto in maniera fraudolenta il risultato di sottrarre le due associazioni ad ogni forma di controllo da parte dell’ordine religioso di cui costituiscono da sempre una diretta espressione. Pertanto il Gip del Tribunale di Avellino, accogliendo la tesi investigativa e ritenendo suffragata la condotta fraudolenta accertata, ha emesso il provvedimento cautelare eseguito dalla Guardia di Finanza con il sequestro preventivo di 59 fabbricati, 17 terreni, 1 impianti radiofonico e cinematografico, 5 impianti fotovoltaici dislocati su tutto il territorio nazionale nonché di 102 autovetture per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro».


Sono stati anche sequestrati alcuni conti bancari. I beni sequestrati sono stati affidati in custodia giudiziale al commissario apostolico che agisce per conto della Santa Sede, padre Fidenzio Volpi. Il patrimonio sequestrato sarebbe stato gestito da persone vicine a padre Manelli, che ne avevano ottenuto il controllo al momento del commissariamento, quando il fondatore era stato estromesso dalla guida dell'istituto. I nuovi titolari del patrimonio avevano chiesto la restituzione dei veicoli e di locali nella disponibilità dei frati a Napoli e a Rocca di Papa. E avevano anche intimato lo sfratto ai Francescani dell'Immacolata dalla Curia generalizia di via Boccea, utilizzata anche come studentato. Il 4 ottobre scorso Papa Francesco ha donato un immobile nei pressi della stazione Termini agli studenti Francescani dell'Immacolata che frequentano l’Antonianum per la preparazione filosofica e teologica al sacerdozio.

È possibile che l'affidamento in extremis dei beni dei Francescani dell'Immacolata a persone esterne servisse a favorire la nascita di un nuovo istituto d’impostazione liturgica tridentina, dopo i dissidi interni che hanno portato al commissariamento con una procedura iniziata già durante il pontificato di Benedetto XVI.