giovedì 13 aprile 2023

Dopo la Madonna del Capriolo, sbarca sulla Terra anche la Madonna Maiala (di Luigi Tosti)

 

Dopo la Madonna del Capriolo, sbarca sulla Terra anche la Madonna Maiala.
Si sa che una della caratteristiche principali del Cattolicesimo è la TRUCULENZA e l’ORRIPILANZA: Santa Lucia è raffigurata con due occhi espiantati e messi in bella mostra su un piatto, a mo’ di ostriche; San Sebastiano è legato ad un palo ed infilzato da una miriade di frecce a mo’ di puntaspilli; Sant’Agata mostra con orgoglio le sue “tette” mozzate su un vassoio; San Lorenzo si crogiola con entusiasmo su un’enorme griglia alimentata da carboni ardenti.
Non sono però da meno le migliaia di Madonne che, dopo essersi miracolosamente “INCARNATE” in statue di terracotta o di gesso create da qualche primate della specie “Homo sapiens”, sottospecie “piglianculus”, cominciano incredibilmente a PIANGERE: ma non lacrime normali -che NON sarebbe CONSONO con la truculenza e l’orripilanza cattolica- bensì lacrime di “sangue”!!!
Questo copione si ripete da secoli e, nonostante l’homo sapiens sia arrivato sulla Luna ed aspiri ad arrivare su Marte (senza per ora aver trovato traccia di un qualche dio), la folta schiera dei creduloni (quelli che Odifreddi ha ribattezzato “chrétien-crétins”, alias cristiani-cretini) è sempre pronta ad accorrere sul “POSTO” dove si rinnova l’ ennesimo “MIRACOLO” della Madre “Vergine” di Gesù, che a distanza di 2.000 dalla dipartita del figlio seguita a piangere con un dolore talmente intenso che le sue lacrime si trasformano in sangue “divino”.
La penultima Madonna che ha pianto truculente lacrime di sangue è apparsa ad Auditore, in provincia di Pesaro: il suo “seguito” tra i “fedeli” è durato però poco tempo, perché gli esami disposti dalla magistratura hanno accertato che si trattava di sangue di capriolo, per di più non battezzato. Da allora il Comune di Auditore ha dovuto rinunciare all’erezione di una già programmata Basilica di 2 ettari, che avrebbe attirato stormi di fedeli anche da Marte, per ripiegare sulla più modesta “Sagra annuale della polenta con capriolo”, che si tiene il 31 aprile di ogni anno.
Recentemente è però salita agli onori della cronaca un’altra statua della Madonna che lacrima sangue: è apparsa a Trevignano Romano, in provincia di Roma.
La sua storia nasce quando Maria Giuseppa Scarpulla, in arte Gisella Cardia, originaria di Patti in provincia di Messina e condannata per bancarotta fraudolenta, dopo essere ritornata da un viaggio a Merd-Jugorje con una statua della Beata Vergine, ha avuto la brillante idea di replicare la truffa a Trevignano Romano: la sua statua ha cominciato infatti a versare “miracolose” lacrime di sangue e la Cardia ha cominciato anche ad avere “visioni” celestiali della Madonna, accompagnate dal solito profumo di rosa (e non di merda), durante le quali la Beata Vergine le “rivelava” ed “affidava” dei “messaggi” confidenziali da “divulgare all’umanità”: messaggi nei quali rivolgeva anche esplicite “MINACCE di DANNAZIONE ETERNA” a quelli che -come me- non credono più nelle favole, nella Befana, in Babbo Natale, in Pinocchio e, dulcis in fundo, negli dei.
Le miracolose apparizioni, lagrimazioni sanguinolente e messaggi (non WatsApp) sono iniziati nel 2016 e la Chiesa Cattolica, nella persona e nelle vesti del Vescovo monsignor Romano Rossi, ha “fiutato” l’ “affare” ed ha visto bene di associarsi alla “santona”, accreditandola in Chiesa, assieme ad una pletora di altri preti, durante funzioni religiose nelle quali la statua veniva esibita e brandita dal Vescovo ai fedeli con, a fianco, la santona che leggeva i “messaggi” della Beata Virgo fidelis.
La Procura di Civitavecchia ha aperto nel 2016 un fascicolo e i RIS hanno prelevato un campione di sangue che, secondo alcune fonti, appartiene alla stessa Santona. Questo fascicolo, dopo un sonno letargico di 4 anni, verrà archiviato nel 2000 e le analisi, si badi bene, verranno “secretate”: il che è di per sé un MISTERO di natura LEGALE, posto che un fascicolo archiviato DEVE essere esaminato nella sua interezza, senza assurde secretazioni (salvo che si voglia illegalmente proteggere qualche truffatore).
Nel frattempo Gisella Cardia ha acquistato un terreno che ha adibito a palcoscenico delle miracolose apparizioni, alle quali hanno assistito ed assistono stormi e greggi di “fedeli” che accorrono a Trevignano Romano dall’Italia e dall’estero, con un mercimonio di statue e di oggetti cd. “sacri” che vengono venduti ai creduloni. La Gisella Cardia e suo marito hanno anche costituito (sicuramente su “consiglio” della Beata Vergine Maria) un’ Associazione denominata “La Madonna di Trevignano Romano ONLUS ”, registrata in data 8 luglio 2019 al n° 3133 serie 3 e con tanto di sito WEB, con lo scopo di ricevere donazioni dai creduloni e di vendere le statue della Madonna con due “fasce” di prezzo: circa 1.000, per le statue “normali”, 3.000 euro, invece, per le statue espressamente denominate e certificate come “MIRACOLOSE”.
Questa ONLUS -che ha ovviamente beneficiato e beneficia di tutte le agevolazioni fiscali ed è destinataria anche del 5 per mille- prosegue imperterrita la sua attività truffaldina sino ai giorni nostri, quando un investigatore privato, dopo avere prelevato un campione del sangue della Beata Vergine Maria, scopre che si tratta di sangue suino (nel senso di: maiale). Sporge allora una denuncia. A questo punto il Vescovo monsignor Romano Rossi SCOMPARE dalla scena a fine anno 2022 e sulla vicenda comincia a scatenarsi il clamore mediatico.
Si apprendono così particolari ed episodi (che risultano immortalati in video) che fanno impallidire la comicità e l’ironia sarcastica del compianto Monicelli. In un filmato, ad esempio, la Santona racconta con disinvoltura l’episodio della MIRACOLOSA moltiplicazione degli gnocchi, del coniglio arrosto e della pizza ad opera della Beata Vergine: per farla breve, la nostra veggente racconta che un giorno si è trovata ad ospitare a cena una quindicina di persone ma che, in casa, le erano rimasti un piatto di gnocchi, un piatto con residui di coniglio arrosto e un pezzo di pizza. Ebbene, nel servire gli ospiti queste tre pietanze hanno cominciato a moltiplicarsi sino a soddisfare tutti e 15 i commensali: un vero miracolo, anche molto originale.
Sin qui la cronaca, che non si presterebbe a particolari commenti o a meraviglie, posto che la creduloneria umana è infinita come l’universo e la Storia è zeppa di episodi del genere.
Ciò che sconcerta, però, è il fatto che in questa vicenda la Chiesa, la RAI e i MEDIA, dopo aver DORMITO per 7 anni, si indignano e pretendono, a gran voce, l’intervento della Magistratura per perseguire l’Associazione per delinquere che è stata costituita al fine di perpetrare delle truffe che sembrano abbiano raggiunto più di 500.000 euro di bottino. Chi partecipa al linciaggio, infatti, sono addirittura Bruno Vespa, Milo Infante e i preti e i sedicenti “teologi”, “Mariologi” (la “mariologia” è una branca della “teologia” cristiana che studia Maria, madre di Gesù, cioè una supercazzola) nonché giornalisti CATTOLICI che, invitati nella trasmissione “ore 14” della RAI, danno della “truffatrice” alla Gisella Cardia, “DIMENTICANDOSI” che la Chiesa Cattolica -come ho avuto modo di scrivere in atti giudiziari ed AFFERMARE in pubbliche udienze davanti al Tribunale dell’Aquila e davanti al Consiglio Superiore della Magistratura- è la più grande ASSOCIAZIONE per DELINQUERE e la più grande BANDA di FALSARI e TRUFFATORI che sia mai esistita sul Pianeta Terra negli ultimi 2.000 anni. La sua storia è costellata da FALSI miracoli, FALSE reliquie, FALSI santi, FALSE scritture, FALSI esorcisti, FALSE stigmate, FALSI sangui di San Gennaro, FALSE Sindoni, FALSI angeli, FALSI demoni, FALSI dei, nonché da un MERCIMONIO di oggetti “sacri” e “miracolosi” tali da far apparire la “povera” Gisella Scardia come una “candida educanda”, certamente non più colpevole della povera Vanna Marchi.
In sintesi, si ripropone, nella candida indifferenza di Bruno Vespa e di Milo Infante, il problema dei TRUFFATORI di Serie A (la Chiesa) e dei TRUFFATORI di Serie B (ieri la povera Marchi ed oggi la Santona Cardia): i primi, intoccabili e impunibili, i secondi massacrabili ad libitum.
Sennonché nel caso della Gisella Scardia c’è un “PARTICOLARE” che fa un’enorme differenza e che creerà non pochi grattacapi a chi voglia perseguire penalmente la “Santona”: quest’ultima, infatti, è stata SPALLEGGIATA dal Vescovo e dalla Chiesa Cattolica, che sono quindi CORREI nella perpetrazione delle truffe, di cui hanno anche lucrato. Ma non è tutto. L’ABUSO della CREDULONERIA POPOLARE messo in atto dalla Cardia è inoltre ESATTAMENTE IDENTICO all’ ABUSO della CREDULONERIA POPOLARE messo in atto dalla Chiesa Cattolica negli ultimi 2.000 anni e tutt’ora praticato, anche con le sue innumerevoli ONLUS.
E allora sorge spontanea una domanda che rivolgo PUBBLICAMENTE a Bruno Vespa e Milo Infante: per quale stravagante motivo la magistratura italiana dovrebbe perseguire penalmente Gisella Scardia per la sua Madonna Maiala, quando la Chiesa Cattolica e gli infiniti Enti Ecclesiastiche ed ONLUS si sono macchiati e seguitano tranquillamente a macchiarsi degli stessi IDENTICI REATI? Non è forse la Chiesa che ha accreditato e seguita ad accreditare come VERE le apparizioni della Madonna e VERI i miracoli dei santi che spuntano, oramai, più numerosi dei funghi?
Perché mai, dunque, le TRUFFE propinate ai creduloni dalla Chiesa sarebbero “ESENTI” da responsabilità penale, mentre le stesse piccole TRUFFE, propinate dalla Santona Cardia, dovrebbero essere perseguite e sanzionate? Forse perché la Chiesa ha accumulato, con tutte queste frodi, un patrimonio INESTIMABILE, mentre la “povera” Cardia si è fermata SOLO a circa 500.000 euro di bottino?
Sono curioso di vedere gli sviluppi di questa vicenda e, soprattutto, come si comporterà la cosiddetta “magistratura”. Intenterà un processo penale contro la Cardia, perché dice di vedere e di parlare con la Madonna, ma lascerà impunita la Chiesa che è da 2.000 anni che parla con la madonna ed erige templi sui luoghi delle sue miracolose apparizioni? 
Chiudo con un’ultima, positiva, notazione: la magistratura italiana, in sintonia con i dettami del cattolicesimo, ha sancito che l’espressione “Porca Madonna” NON integra una bestemmia perché Maria di Nazareth NON è una “dea” (è noto che per i cristiani SOLO i Maschietti Gesù e Dio possono fregiarsi di titolo di “divinità). Oggi, dopo la scoperta che la madonna piange lacrime suine, le espressioni “Porca Madonna” e la versione toscana “Madonna Maiala” possono considerarsi definitivamente SDOGANATE. Per i credenti questo è un sollievo, perché non c’è più bisogno di confessarsi se, qualche volta, la Beata Vergine viene evocata, “invano”, assieme al suino.

giovedì 6 aprile 2023

Lo SFASCIO della Sanità Pubblica (di Luigi Tosti)

 La Sanità pubblica, grazie all'insipienza dei nostri Augusti Governanti che hanno anche FORAGGIATO la sanità privata, si trova oramai in stato di decozione FALLIMENTARE. Se l'Italia fosse abitata da francesi "incazzosi", i nostri Regnanti si porrebbero qualche scrupolo. Nel mio piccolo, non essendo una pecora, mi do da fare. Per chi ha pazienza, buona lettura. Per i toni non mi scuso: quando ce vo' ce vo'.




All’Azienda USL della Romagna

Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna

P.E.C.: azienda@pec.auslromagna.it

 

Alla GESTIONE SANITARIA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Viale Aldo Moro, 52, 40127, Bologna (BO) regione Emilia-Romagna

responsabile: Presidente Stefano Bonaccini

Pec: urp@postacert.regione.emilia-romagna.it

 

All’AUSL Romagna

Ambito di Rimini

Ufficio Relazioni col pubblico

urp.rn@auslromagna.it

 

Al Ministro della Salute

PEC: spm@postacert.sanita.it

 

E, per conoscenza:

 

Spett.le CITTADINANZATTIVA

Sede nazionale: Via Cereate 6, 00183 Roma

PEC: cittadinanzattiva@pec.it

 

OGGETTO:

1°) Prenotazione di VISITA NEUROCHIRURGICA della cittadina_________ in spregio al contenimento della lista d’attesa, codice “D”, previsto dal Piano nazionale di liste d’attesa;

2°) MANCATA RISPOSTA alla PEC del 22.3.23 con la quale è stata richiesta l’IMMEDIATA individuazione della struttura pubblica o accreditata che eroghi la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni o, in caso di indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate, che la prestazione venga erogata in intramoenia, senza oneri aggiuntivi, ai sensi decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13.

IN FATTO

[1]             In data 18 marzo 2023 mia moglie ________, sofferente di lancinanti dolori alla schiena che si propagavano alla gamba destra, dopo aver effettuato una visita presso il Medico di base, onde evitare il “protocollo” DILATORIO che è stato volpinamente architettato dalla AUSL per costringere i cittadini ad effettuare una RM o una TAC a proprie spese (protocollo che prevede dapprima una INUTILE RX e, poi, una RM o una TAC, e quindi con due “step” e due ticket che si protraggono per anni), si è fatta prescrivere direttamente una RM che, per una “MIRACOLOSA” “accelerazione” “fisico/nucleare” indotta dal “danaro contante”, è stata eseguita in UN SOLO GIORNO dalla Casa di Cura Villa Maria, con grazioso esborso di 180 euro in contanti, ingentilito come di consueto dall’erogazione di un ulteriore balzello di 2 euro a titolo di “bollo quietanza” (lo Stato, non pago di non essere in grado di erogare le prestazioni sanitarie alle quali i cittadini avrebbero il diritto, non esita a speculare sulla “salute” dei cittadini ammalati, VESSANDOLI anche con ulteriori balzelli, come quello del “bollo quietanza”).

[2]             Ottenuto il referto, che evidenziava tra l’altro ____________, il medico di base ____________ ha prescritto, con RICETTA ELETTRONICA del 21.3.2023 che nuovamente allego, una VISITA NEUROCHIRURGICA con codice PRIORITÀ lettera “D (Differibile)”.

[3]             Contattato il CUP per via telefonica, la prestazione VISITA NEUROCHIRURGICA è stata fissata per il giorno 25/06/2024, ore: 12:50, presso NCH PERIFERICO - Bufalini Piastra Servizi - Amb. 17 - Piazzale Giommi 140, come da prenotazione Codice “0064965831” che allego, ovverosia alla distanza di BEN UN ANNO e TRE MESI contro i 30 GIORNI prescritti dal codice “D”.

[4]             A questo punto.

a)                posto che la prestazione diagnostica specialistica VISITA NEUROCHIRURGICA sarebbe” inserita nel Piano nazionale di contenimento delle liste d’attesa;

b)               posto che la prestazione in oggetto è stata prescritta con il codice di urgenza “D”;

c)                posto che il Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa stabilisce che la prenotazione codice “D” debba essere erogata entro 30 giorni;

d)               posto che l’attesa di BEN UN ANNO e TRE MESI nell’esecuzione della visita neurochirurgica CONCRETIZZA un SOSTANZIALE DINIEGO di ASSISTENZA SANITARIA;

e)                posto che anche un imbecille a denominazione di origine controllata, certificato ISO 2000 e marcato CE, è in grado di capire che l’esecuzione della “visita neurochirurgica” a distanza di UN anno e TRE mesi interverrebbe o DOPO la spontanea guarigione della paziente (magari per miracolosa intercessione della madonna di Lourdes o di Merd-Jugorje o di una della tante altre madonne e santi venerati dalla Regione Emilia Romagna), oppure dopo la maturazione di danni neurologici, magari irreversibili;

f)                 posto che anche l’imbecille a denominazione di origine controllata, che ho sopra menzionato, è in grado di capire che il referto neurochirurgico, che ho ottenuto in data 18.3.2023 dietro pagamento del balzello di 182 euro a mie spese, sarebbe valutato come INUTILE o SCARSAMENTE UTILE dal neurochirurgo che visitasse mia moglie tra UN ANNO e TRE MESI, con conseguente NECESSITÀ di REITERARE la RM per avere un quadro RECENTE ed AGGIORNATO, con un perverso meccanismo di rinvii che rimanderebbe all'INFINITO l'esecuzione della vistiva neurochirurgica;

Per Tutti Questi Motivi

ho fatto chiedere a mia moglie, con PEC del 22.3.2023:

- Che la prestazione sia erogata entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito nel Piano di Governo delle liste d’attesa come da indicazione del Medico prescrittore;

- Che la ASL provveda IMMEDIATAMENTE ad individuare una struttura pubblica o accreditata che eroghi la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito;

- Che in caso di indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate che possano erogare la prestazione secondo la prescrizione, la ASL provveda all’erogazione della prestazione in intramoenia, senza oneri aggiuntivi da parte mia, ai sensi decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13.

         Per la ricezione della RISPOSTA ho lasciato i seguenti recapiti:

_______________

[5]             A questa PEC è seguito il CONSUETO ed ENCOMIABILE SILENZIO della Pubblica Amministrazione (nella specie: Regione Emilia Romagna), in ordine al quale non ho ovviamente NULLA da RECRIMINARE o LAMENTARMI, posto che i cittadini italioti sono sostanzialmente considerati dei FRAMMENTI FECALI (nel senso di: “pezzi di merda”), indegni di ricevere dalla P.A. delle RISPOSTE alle loro istanze.

[6]             Senonché accade che qualche volta anche i frammenti fecali come lo scrivente -che ha un’indole più francese che italiota- si alterano (nel senso di: si incazzano), quando apprendono dai media e da certe trasmissioni:

a)                che lo Stato e le Regioni sono riuscite ad AFFOSSARE il Servizio Sanitario Pubblico a favore di quello privato, SMANTELLANDOLO con “TAGLI” a discapito del pubblico ed elargizioni a favore del privato;

b)               che lo Stato italiano è riuscito, con il “numero chiuso” per l’accesso alle facoltà di medicina, a creare un VUOTO spaventoso di nuovi medici che siano in grado di sostituire quelli che già sono insufficienti e che diverranno ancor più esigui con gli inevitabili pensionamenti;

c)                che lo Stato italiano, sottopagando i medici e gli infermieri, è riuscito ad innescare un “fuggi-fuggi” dal pubblico al privato che ha fatto collassare i pronti soccorsi e i reparti ospedalieri in genere;

d)               che il personale ospedaliero “fuggito” dal pubblico si è “coalizzato” in “cooperative” che eseguono oggi, a prezzi esorbitanti ed offensivi di chi seguita a lavorare nel pubblico, quelle medesime prestazioni che il settore pubblico, a causa della sua insipienza, non è più in grado di erogare (vedi medici del pronto soccorso);

e)                che le Regioni (non ultima la clericale e baciapile Emilia-Romagna), anziché assumere medici ed infermieri, hanno assunto e seguitano ad assumere i cosiddetti “CAPPELLANI OSPEDALIERI” che, grazie all’illuminata circolare del 2.1.1973 prot. n. 900/1 del MINISTRO della SANITÁ Remo Gaspari (del secondo Governo Andreotti), sono parificati agli “insegnanti di religione cattolica”, che sono cioè SCELTI dal Vescovo ma pagati, guarda caso, con le tasse degli imbecilli contribuenti italioti;

f)                 che lo “stato di DECOMPOSIZIONE” in cui versa, oramai, la cd. “Sanità Pubblica”, è tale da far sì che i tempi delle liste di attesa abbiano raggiunto dimensioni SIDERALI nell’ambito dell’intero territorio nazionale (con variabili legate ai territori delle singole regioni), al punto tale che le “prestazioni sanitarie” vengono oramai programmate “a babbo, mamma e nonni morti”, ovverosia dopo il DECESSO dei “pazienti”, sicché c’è da chiedersi se, anziché prendere per il culo i cittadini italiani, non sia meglio DICHIARARE, pubblicamente, il FALLIMENTO della “sanità Pubblica” ed invitare i regnicoli italioti, sudditi della Repubblica Pontificia Italiana, a rivolgersi DIRETTAMENTE a Padre Pio o a Gesù o al Suo Divino Babbo (per i musulmani: Allah; per gli ebrei: Yavè) per impetrare le guarigioni, oppure a rivolgersi DIRETTAMENTE alla Sanità privata, gestita in gran parte dalla Chiesa e dal Vaticano e sovvenzionata dallo Stato con tasse degli italiani, anziché seguitare a rompere le scatole all’eterea, evanescente ed ectoplasmatica Sanità Pubblica, seguendo le sagge orme di papa Bergoglio, neo-poverello di Assisi, che quando sta male non si rivolge a Padre Pio o a Gesù o al suo Divino padre, di cui è peraltro Legale Rappresentante su questo Pianeta Terra, ma per motivi a me incomprensibili si rivolge allo stuolo di medici ed infermieri che, senza prenotazione al CUP, lo accolgono calorosamente al decimo piano del Policlinico Gemelli, INTERAMENTE DESTINATO a Sua Santità che, non a caso, ha scelto il nome d’arte Francesco per ASSIMILARSI, con l’“umiltà” e la “coerenza” che lo connotano, al Santo poverello di Assisi.

[7]             Pertanto, sulla base di quanto sopra esposto,

IN VIA PRINCIPALE chiedo, per la seconda volta:

- Che la prestazione venga erogata entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito nel Piano di Governo delle liste d’attesa come da indicazione del Medico prescrittore;

- Che la ASL provva IMMEDIATAMENTE ad individuare una struttura pubblica o accreditata che eroghi la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito;

- Che in caso di indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate che possano erogare la prestazione secondo la prescrizione, la ASL provveda all’erogazione della prestazione in intramoenia, senza oneri aggiuntivi da parte mia, ai sensi decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13.

IN VIA SUBORDINATA, al fine di porre termine ai dolori e alle sofferenze di mia moglie:

a)                CHIEDO che le venga praticata l’EUTANASIA da parte del Servizio Sanitario Nazionale;

b)               CHIEDO, in caso di rigetto anche di questa richiesta di EUTANASIA, motivata magari dall’opposizione della Chiesa e della Meloni, che mi vengano forniti i medicinali idonei per SOPPRIMERE mia moglie.

         Sperando di essere stato sufficientemente chiaro, nonché di essere riuscito ad esternare almeno l’1 % del senso di nausea e di schifo per lo SFASCIO totale della Sanità Pubblica, che non riguarda solo il caso contingente di mia moglie, ma TUTTI i mansueti e pecoroni sudditi italioti, porgo i più distinti saluti, confidando ovviamente nell’ulteriore SILENZIO delle Alte Gerarchie della cosiddetta Sanità Pubblica.

Sotto il profilo strettamente giuridico CHIEDO di sapere quale senso abbia -pardòn mi correggo: quale cazzo di senso abbia- prevedere con NORME di LEGGE le "liste di attesa", quando poi il Sistema Sanitario Nazionale NON è in grado di RISPETTARE la LEGGE nei confronti di TUTTI i sudditi italioti.

         Darò la massima diffusione mediatica a questa PEC.

POST SCRIPTUM: per porre immediato rimedio allo sfascio della Sanità Pubblica suggerirei a tutte le Regioni e al Ministro della Sanità di licenziare TUTTO il personale MEDICO ed INFERMIERISTICO pubblico -anche di base- e di assumere, in sua vece, un ulteriore esercito di “cappellani ospedalieri” (ovviamente SOLO cattolici), i quali, essendo direttamente collegati col Padre Eterno e con i Santi, sono in grado di dispensare tutte le cure mediche ai regnicoli italiani, garantendo anche guarigioni miracolose.

Rimini, addì 3 del mese di aprile dell’anno 2023 D.i.C.

                                                        Avv. Luigi Tosti


giovedì 5 gennaio 2023

I FUNERALI DEL PAPA "TEOLOGO" (di Luigi Tosti)

 


I FUNERALI DEL PAPA "TEOLOGO"

Si celebrano finalmente oggi i funerali dell'Emerito papa Ratzinger, in arte Benedetto XVI, dopo che la RAI (per la quale inspiegabilmente pago il canone) ci ha tempestato per quasi una settimana sulla morte del "Papa TEOLOGO", al fine di inculcarci i messaggi subliminali che "la Chiesa è buona" e che "la Chiesa Cattolica è l'UNICA depositaria della VERITA'". E' ben noto che DOPO MORTI quasi tutti veniamo celebrati come persone splendide, sorvolando su particolari non proprio edificanti della nostra vita. Così è stato per papa Ratzinger, le cui dimissioni non hanno creato a suo tempo un gran dolore tra il gregge dei fedeli e il cui successore -papa Bergoglio- è stato invece salutato ed osannato come un "papa finalmente innovativo e cultore della povertà (!?!?) della Chiesa", con l'implicita ammissione che papa Ratzinger fosse invece un individuo retrivo e spregevole. Con questo post non intendo affrontare i temi dell'IPOCRISIA e delle FALSITA' MEDIATICHE che sono "SBOCCIATE" a 360 gradi, ma mi voglio soffermare solo sulla qualifica di "papa TEOLOGO" che viene sbandierata ai 4 venti in occasione del suo funerale, evocando anche i "MERITI" per i quali questo Papa sarà presto SANTIFICATO.

Il PAPA TEOLOGO.

A differenza della pressoché TOTALE massa di "giornalisti" e "commentatori", che definiscono Ratzinger come uno "SQUISITO e RAFFINATO TEOLOGO", mi preme sottolineare, senza voler essere polemico, che bisognerebbe SEMPRE "RAGIONARE" sull'USO delle PAROLE, per evitare di dire sproloqui o fare ragionamenti INSENSATI, accodandosi come pecore al gregge delle persone che danno per scontato ciò che in realtà NON ESISTE.

Mi riferisco, in particolare, al termine "TEOLOGIA" che, come tutte le parole che terminano col suffisso "-logia" (dal greco -λογία), DOVREBBE indicare una "SCIENZA" che si occupa di una particolare materia (ad es: la geologia, l'archeologia, la zoologia, l'andrologia, l'antropologia, l'entomologia, la psicologia, la mineralogia etc.). Quindi ANCHE la "TEOLOGIA" DOVREBBE essere (in teoria) la "SCIENZA" che si OCCUPA di "Dio" o, meglio, degli "Dei", posto che di "Divinità" la fervida fantasia dell'homo sapiens ne ha partorite a MILIARDI negli ultimi 8.000 anni. Il "teologo" sarebbe dunque lo "SCIENZIATO" che si è "LAUREATO" negli "STUDI" (Universitari!!) "TEOLOGICI" e che, in quanto tale, dovrebbe essere in grado di RISPONDERE alle ELEMENTARI domande del tipo. "CHI è Dio", o "CHI sono gli Dei", "come è fatto" o "come sono fatti gli dei", "dove abitano", "quanto sono alti", "quanti sono", di quale sesso sono", "se hanno o non hanno famiglia", "se si riproducono e come si riproducono", "se hanno natura animale, vegetale o minerale", "se nascono e muoiono", "se esistono fotografie o filmati che li ritraggono" etc. etc.

Ebbene, purtroppo (o per fortuna) NON esiste, sulla faccia del Pianeta Terra, nessun supposto "Teologo", laureato nella supposta "scienza" della "Teologia", che sia mai riuscito -o che riesca- a rispondere a queste BANALI domande. E il motivo di ciò è molto semplice: la cd. "Teologia", infatti, è in realtà la "SCIENZA dell'ARIA FRITTA" o, se si preferisce, la "SCIENZA" del "NULLA", posto che in realtà NON esiste NESSUNO dei MILIARDI di Dei che sono stati INVENTATI dalla fervida FANTASIA dell'uomo, negli ultimi 8.000 anni, per MOTIVAZIONI che sono ben note agli scienziati (quelli VERI) che si occupano di una VERA SCIENZA, quella dell'ANTROPOLOGIA.

Quindi, alla luce di queste mie considerazioni ritengo che enfatizzare la figura di Ratzinger come "TEOLOGO" non abbia alcun senso, così come non avrebbe senso disquisire di "STREGONERIA" con chi volesse OGGI qualificarsi come "Esperto" o "Studioso" della "SCIENZA delle "STREGONERIA". Infatti gli uomini (almeno quelli attualmente civili e muniti di un quoziente minimo di intelligenza) si sono accorti che le streghe NON esistono, anche se ciò è avvenuto SOLO dopo che sono state bruciate le ultime streghe (circa 70 anni fa) ed anche se, in altre parti del mondo, governate ancora dall'ignoranza e dalla superstizione, seguitano ad essere trucidate delle persone perché "ACCUSATE" di "STREGONERIA".

In sintesi, come diceva Bertrand Russel, se un FILOSOFO è un uomo CIECO che cerca in una stanza completamente BUIA un gatto NERO che NON ESISTE, il "TEOLOGO" è quell'uomo che riesce.... a trovarlo!!

Concludendo, credo che Ratzinger -in attesa che venga prossimamente SANTIFICATO e designato ANCHE come "Santo Protettore dei Preti Pedofili"- debba essere ricordato come colui che, con la lettera "De delictis gravioribus" e con la reiterazione dell'istruzione Crimen sollicitationis del cd. "papa buono" Giovanni XXIII, ha PROTETTO OMERTOSAMENTE, a livello planetario, lo scandalo e i crimini della pedofilia nella Chiesa cattolica, INSABBIANDO ed OCCULTANDO ed IMPONENDO il SILENZIO OMERTOSO, dietro minaccia di scomunica latae sententiae, tutti i casi dei preti pedofili cattolici.

Credo anche che debba essere ricordato come colui che si è SOTTRATTO al processo nel quale fu chiamato a rispondere del reato nella medesima contea e nell'ambito del processo a Juan Carlos Patino-Arango, seminarista colombiano accusato di abusi sessuali su minori, e questo GRAZIE all'IMMUNITA' DIPLOMATICA concessagli dal presidente statunitense George W. Bush il 16 agosto 2005.

Credo che debba anche essere ricordato come colui che, morendo, si è SOTTRATTO al processo pendente presso il tribunale provinciale di Traunstein, in Germania, promosso da un 38enne della Baviera che ha affermato di essere stato vittima di abusi sessuali da parte di un prete da bambino: caso che fu insabbiato da Ratzinger, quando questi rivestiva la carica di cardinale.