giovedì 24 febbraio 2011
venerdì 18 febbraio 2011
LA CASSAZIONE RESPINGE IL RICORSO DI LUIGI TOSTI: ECCO LA MOTIVAZIONE.
Pubblico, qui di seguito, le “motivazioni” per le quali -secondo i cattolici, e più precisamente secondo il Venerabile Beda dell’Angolo di cielo (http://angolodicielo.altervista.org/phpbb/viewtopic.php?f=90&t=3409) - il mio ricorso contro la sentenza di rimozione dalla magistratura, pronunciata dal CSM presieduto dall’illustre giurista Avv. Nicola Mancino, deve essere respinto. Lascio ai lettori i loro personali commenti. Per quanto mi riguarda mi piace ribadire quello che ho scritto nel mio ricorso, e cioè che la Procura Generale della Cassazione e il Consiglio Superiore della Magistratura si sono fatti “paladini” -con le loro condotte- di Ministri “razzisti” e di cattolici intolleranti ed altrettanto razzisti del calibro di colui che si firma sotto lo pseudonimo di Venerabile Beda, vantandosi di essere “sfacciatamente di parte”. Il bello è che questi Ministri e questi individui non si vergognano neppure.
Comunque, se questo è lo “spessore” delle “motivazioni” per le quali dovrei essere rimosso dalla Magistratura, attendiamo con serenità le “motivazioni” reali delle Sezioni Unite della Cassazione, per vedere se anche codesti Signori spalleggiaranno i criminali razzisti autori delle discriminazioni religiose ai miei danni.
Queste le testuali parole del “Venerabile Beda”:
“Il giudice Luigi Tosti, è stato destituito dall'ordine giudiziario per omissione di atti di ufficio, essendosi ingiustamente rifiutato di tenere udienza, a causa della (positiva) presenza del crocifisso nell'aula. Come se la presenza del crocifisso, lo obbligasse a credere per forza. O peggio, come se l'aula giudiziaria o il mondo fosse suo. Si adegui! Il magistrato, era già stato giustamente sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Ci spiace se è un padre di famiglia. Ma ha commesso un reato: omissione di atti di ufficio. In realtà, (in modo molto discutibile), al citato magistrato, era stata messa a disposizione un'aula senza crocifisso. Ma non ha accettato. Evidente che non era una presunta quanto fantomatica violazione della sua libertà di individuo, ma un pretesto finalizzato a togliere i crocifissi da tutte le aule giudiziarie, come se lui fosse il padrone. Solo che lui non è il Padrone. Il Padrone è un altro. Il Padrone è Dio. E il Figlio del Padrone, è Gesù Cristo, a cui lui, prima o poi, volente o nolente, si dovrà sottomettere. Farebbe molto bene al pensare al "dopo", anzichè porre in essere omissioni di atti d'ufficio. Invece, annuncia ricorso. Per come vanno le cose, è possibile che il ricorso venga accolto. Speriamo di no. A quanto pare, le persone di buon senso ci sono ancora, come quanti hanno preso questa saggia e giusta decisione di sospendere il Tosti. Vedremo gli sviluppi. Finora, giustizia è stata fatta.
_________________Il Venerabile Beda
Comunque, se questo è lo “spessore” delle “motivazioni” per le quali dovrei essere rimosso dalla Magistratura, attendiamo con serenità le “motivazioni” reali delle Sezioni Unite della Cassazione, per vedere se anche codesti Signori spalleggiaranno i criminali razzisti autori delle discriminazioni religiose ai miei danni.
Queste le testuali parole del “Venerabile Beda”:
“Il giudice Luigi Tosti, è stato destituito dall'ordine giudiziario per omissione di atti di ufficio, essendosi ingiustamente rifiutato di tenere udienza, a causa della (positiva) presenza del crocifisso nell'aula. Come se la presenza del crocifisso, lo obbligasse a credere per forza. O peggio, come se l'aula giudiziaria o il mondo fosse suo. Si adegui! Il magistrato, era già stato giustamente sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Ci spiace se è un padre di famiglia. Ma ha commesso un reato: omissione di atti di ufficio. In realtà, (in modo molto discutibile), al citato magistrato, era stata messa a disposizione un'aula senza crocifisso. Ma non ha accettato. Evidente che non era una presunta quanto fantomatica violazione della sua libertà di individuo, ma un pretesto finalizzato a togliere i crocifissi da tutte le aule giudiziarie, come se lui fosse il padrone. Solo che lui non è il Padrone. Il Padrone è un altro. Il Padrone è Dio. E il Figlio del Padrone, è Gesù Cristo, a cui lui, prima o poi, volente o nolente, si dovrà sottomettere. Farebbe molto bene al pensare al "dopo", anzichè porre in essere omissioni di atti d'ufficio. Invece, annuncia ricorso. Per come vanno le cose, è possibile che il ricorso venga accolto. Speriamo di no. A quanto pare, le persone di buon senso ci sono ancora, come quanti hanno preso questa saggia e giusta decisione di sospendere il Tosti. Vedremo gli sviluppi. Finora, giustizia è stata fatta.
_________________Il Venerabile Beda
Noi, siamo sfacciatamente di parte, e ce ne vantiamo!
martedì 15 febbraio 2011
"Liscio e busso" di Carlo Flamigni al Rettore di Bologna ed al cardinal Ravasi
Diffondo, con estremo piacere, la stupenda lettera che Carlo Flamigni ha indirizzato al Rettore di Bologna, alla quale -presumo- seguirà il totale silenzio: il silenzio di chi, non sapendo "che cavolo" rispondere (Cettola-qualunque direbbe "che cazzo", ma io mi astengo da scriverlo), preferisce trincerarsi dietro il silenzio.
“Cortile dei gentili”: lettera di Carlo Flamigni al rettore di Bologna
Caro RettoreSe ricordo bene, in passato abbiamo avuto quasi sempre la stessa opinione sui tanti problemi relativi alla politica e all’Università dei quali abbiamo discusso, anche se, lo ammetto, non abbiamo mai affrontato l’argomento “religione”. Oggi, però, leggo su Repubblica che hai concluso il tuo intervento alla riunione della “Corte dei Gentili”, annunciato come un inizio di dialogo tra credenti e non credenti, dicendo che “ mai come adesso c’è stato bisogno di credenti e di atei credibili” e non mi trovo per niente d’accordo. Anzi, mi viene spontaneo rovesciare la frase, senza guastare il simpatico gioco di parole, e affermare che sentiamo tutti un forte bisogno di credenti credibili e di atei (non credenti, agnostici razionalisti, agnostici tout court, e così via).Che la Chiesa cattolica sia assai lontana dai credenti e altrettanto meno credibile di un tempo (e di uno standard di credibilità accettabile) lo dicono i fatti: sul mio tavolo ci sono libri, che vantano autori prestigiosi, dedicati alla pedofilia, al commercio illecito di immobili, alla mancata condanna dei bordelli privati, e tutti chiamano in causa la stessa religione. Non mi dilungherò su questi temi: mi voglio invece dedicare al convegno che si è appena svolto alla “Corte dei Gentili” incontro che, se non sbaglio, tu hai molto appoggiato.Mi dicono i rappresentanti dell’’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) di aver atteso a lungo dal Cardinale Ravasi un invito all’incontro, che essi avevano ingenuamente immaginato come un primo esempio di “isola per stranieri morali”; in realtà l’invito non è mai giunto in quanto in Cardinale ha definito l’associazione “folkloristica” e “pittoresca”, aggiungendo altri epiteti assai poco gentili. Poiché sono presidente onorario di questa associazione (insieme a Laura Balbo, a Margherita Hack e ad altre brave persone) mi permetto di esporti il mio personale punto di vista. Si tratta certamente di una frase infelice e scortese, oltretutto inutilmente scortese visto che il diniego avrebbe potuto essere altrimenti motivato.E’ anche un insulto un po’ buffo, una sorta di autorete: se ci ragioni su per un attimo, arriverai certamente alle mie stesse conclusioni. Sono generalmente sospettoso nei confronti delle persone scortesi, in genere celano difetti ben più gravi: in questo caso, non conoscendo il prefato Cardinale, debbo concedergli il beneficio del dubbio, potrebbe essere stato interpretato male o potrebbe avere scelto una parola sbagliata nella confusione dell’incontro con i giornalisti, chissà. Resta il fatto, e qui non si tratta più di inezie, che la scelta che ha fatto per coinvolgere il mondo non credente è stata, a dir poco, disastrosa: nessuno di noi si è sentito minimamente rappresentato, nessuno di noi apprezza le categorie degli atei devoti, umili, ossequiosi, rispettosi, che hanno venduto l’anima a un Dio in cui non credono, e sai bene che vendere una cosa che non hai a una persona che non c’è configura una serie di reati, incluso, alla fine, l’incauto acquisto. Se posso concludere, mi sembra che il Cardinale Ravasi abbia fallito il suo scopo (sempre che il suo scopo sia veramente quello di iniziare un dialogo tra credenti e non credenti) prima ancora di cominciare, e questo è molto più grave e importante di un gesto scortese.Ora mi suggeriscono di organizzare un incontro simile, considerato però dalla parte dei non credenti. Il mio parere è di farlo in un’altra città, Bologna non mi sembra più la città laica che ho conosciuto da giovane; mi dicono però che qui sarebbe forse possibile avere l’appoggio dell’Università e del suo Rettore, considerato da tutti un “cattolico laico”. Naturalmente inviterò solo, tra i credenti, quanti siano disponibili a dichiarare l’intrinseca e indiscussa superiorità del pensiero ateo su tutte le religioni, qualsiasi setta le rappresenti. Chi la pensa diversamente, no, sempre per ragioni di folklore. Verrai?
Con affetto, Carlo Flamigni(pubblicata sull’edizione odierna dell’inserto bolognese di “Repubblica”)
Caro RettoreSe ricordo bene, in passato abbiamo avuto quasi sempre la stessa opinione sui tanti problemi relativi alla politica e all’Università dei quali abbiamo discusso, anche se, lo ammetto, non abbiamo mai affrontato l’argomento “religione”. Oggi, però, leggo su Repubblica che hai concluso il tuo intervento alla riunione della “Corte dei Gentili”, annunciato come un inizio di dialogo tra credenti e non credenti, dicendo che “ mai come adesso c’è stato bisogno di credenti e di atei credibili” e non mi trovo per niente d’accordo. Anzi, mi viene spontaneo rovesciare la frase, senza guastare il simpatico gioco di parole, e affermare che sentiamo tutti un forte bisogno di credenti credibili e di atei (non credenti, agnostici razionalisti, agnostici tout court, e così via).Che la Chiesa cattolica sia assai lontana dai credenti e altrettanto meno credibile di un tempo (e di uno standard di credibilità accettabile) lo dicono i fatti: sul mio tavolo ci sono libri, che vantano autori prestigiosi, dedicati alla pedofilia, al commercio illecito di immobili, alla mancata condanna dei bordelli privati, e tutti chiamano in causa la stessa religione. Non mi dilungherò su questi temi: mi voglio invece dedicare al convegno che si è appena svolto alla “Corte dei Gentili” incontro che, se non sbaglio, tu hai molto appoggiato.Mi dicono i rappresentanti dell’’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) di aver atteso a lungo dal Cardinale Ravasi un invito all’incontro, che essi avevano ingenuamente immaginato come un primo esempio di “isola per stranieri morali”; in realtà l’invito non è mai giunto in quanto in Cardinale ha definito l’associazione “folkloristica” e “pittoresca”, aggiungendo altri epiteti assai poco gentili. Poiché sono presidente onorario di questa associazione (insieme a Laura Balbo, a Margherita Hack e ad altre brave persone) mi permetto di esporti il mio personale punto di vista. Si tratta certamente di una frase infelice e scortese, oltretutto inutilmente scortese visto che il diniego avrebbe potuto essere altrimenti motivato.E’ anche un insulto un po’ buffo, una sorta di autorete: se ci ragioni su per un attimo, arriverai certamente alle mie stesse conclusioni. Sono generalmente sospettoso nei confronti delle persone scortesi, in genere celano difetti ben più gravi: in questo caso, non conoscendo il prefato Cardinale, debbo concedergli il beneficio del dubbio, potrebbe essere stato interpretato male o potrebbe avere scelto una parola sbagliata nella confusione dell’incontro con i giornalisti, chissà. Resta il fatto, e qui non si tratta più di inezie, che la scelta che ha fatto per coinvolgere il mondo non credente è stata, a dir poco, disastrosa: nessuno di noi si è sentito minimamente rappresentato, nessuno di noi apprezza le categorie degli atei devoti, umili, ossequiosi, rispettosi, che hanno venduto l’anima a un Dio in cui non credono, e sai bene che vendere una cosa che non hai a una persona che non c’è configura una serie di reati, incluso, alla fine, l’incauto acquisto. Se posso concludere, mi sembra che il Cardinale Ravasi abbia fallito il suo scopo (sempre che il suo scopo sia veramente quello di iniziare un dialogo tra credenti e non credenti) prima ancora di cominciare, e questo è molto più grave e importante di un gesto scortese.Ora mi suggeriscono di organizzare un incontro simile, considerato però dalla parte dei non credenti. Il mio parere è di farlo in un’altra città, Bologna non mi sembra più la città laica che ho conosciuto da giovane; mi dicono però che qui sarebbe forse possibile avere l’appoggio dell’Università e del suo Rettore, considerato da tutti un “cattolico laico”. Naturalmente inviterò solo, tra i credenti, quanti siano disponibili a dichiarare l’intrinseca e indiscussa superiorità del pensiero ateo su tutte le religioni, qualsiasi setta le rappresenti. Chi la pensa diversamente, no, sempre per ragioni di folklore. Verrai?
Con affetto, Carlo Flamigni(pubblicata sull’edizione odierna dell’inserto bolognese di “Repubblica”)
lunedì 7 febbraio 2011
Ennio Montesi:«Italia colonia dello Stato vaticano»
Ennio Montesi, scrittore ed esperto di marketing e di comunicazione è da tempo al centro di polemiche per il suo ateismo. Da pochi giorni è in libreria per Mursia la sua ultima fatica, Racconti per non impazzire. La Lega Nord marchigiana, ha organizzato ieri pomeriggio una manifestazione contro i suoi scritti. Non si riconosce nell’accostamento fra cultura e religione e lo dice in maniera provocatoria.«Quando si usa il termine cultura lo si accosta spesso alla religione. La religione non ha nulla a che vedere con la cultura ne è l’antitesi. Religione è sinonimo di ignoranza, di profonda difficoltà dell’uomo ad evolversi culturalmente e socialmente. Provoca enormi problemi e danni alla società e a tutti noi cittadini. Problemi concreti: coppie di fatto, omosessualità, ricerca sulle cellule staminali embrionali, ricerca scientifica, eutanasia, testamento biologico, aborto, divorzio, procreazione assistita, educazione sessuale nella scuola pubblica italiana, pillola RU486, uso del preservativo, insegnamento della dottrina cattolica imposta con prevaricazione all’interno della scuola pubblica italiana. Per me è una dottrina disumana e contro la società, della setta e organizzazione fondamentalista parallela denominata “Chiesa cattolica”, riconducibile, subordinata e facente parte dello Stato del Vaticano».
La Lega Nord dopo anni di “paganesimo”, si scopre ultracattolica e manifesta contro chi si professa ateo. A suo avviso si lega con la cultura islamofobica delle truppe di Borghezio?Sappiamo che i partiti, alcuni maggiormente di altri, fanno a gara per dimostrare ai gerarchi cattolici-fascisti dello Stato dittatoriale del Vaticano, di essere loro fedeli servitori. I voti delle urne elettorali fanno gola a tutti. Secondo me il cattolicesimo cerca di mantenere il predominio su tutto e tutti. L’islamismo, per la gerarchia cattolica, è il male minore, anzi l’islamismo è utile poiché lo si può sbandierare come lo spauracchio di un nemico in arrivo o già arrivato. Ma il vero nemico siamo noi atei. Ognuno ha bisogno di sbandierare il proprio nemico. Hitler come nemici aveva gli ebrei. Lo Stato del Vaticano i comunisti. Berlusconi continua a sbandierare i comunisti. La Lega Nord ha scelto come capro espiatorio gli extracomunitari ma non basta. Se la prendono con gli islamici e le moschee e ora danno contro anche agli atei sperando che funzioni meglio. Questa è la miserabile realtà dell’Italia, unico caso al mondo in cui i governi italiani prendono ordini dal fondamentalista Joseph Ratzinger come facevano dai suoi predecessori.
In Italia si fatica a parlare di laicità e sembra impossibile parlare di ateismo, anche nella sinistra. Come spiega questa debolezza di pensiero.La laicità in Italia non esiste. L’Italia è una colonia dello Stato del Vaticano. Probabilmente, l’Italia è uno Stato di inaudito e terrorizzante fondamentalismo cattolico. Quasi tutti i parlamenti italiani e i governi sono asserviti. A mio avviso hanno venduto politicamente i propri cittadini italiani allo Stato del Vaticano, come fossero una mandria di mucche da mungere e da poter macellare a piacimento, barattando i diritti, l’autonomia, la democrazia, la libertà e la sovranità del popolo italiano in cambio di poltrone e di potere.
Una curiosa schizofrenia, convivono un mondo totalmente secolarizzato, in cui – cfr la cronaca di questi mesi – tutto è ridotto a merce con una idealità fondamentalista che vorrebbe porre sotto controllo ogni aspetto della nostra vita, dal concepimento alla morte. Come fanno secondo a convivere questi aspetti?Infatti sono elementi che non possono convivere tra loro. Prima o poi la corda sociale si spezzerà poiché è già molto tesa essendo i gerarchi vaticani sempre più percepiti dai cittadini come nemici della democrazia, della libertà e dei diritti umani. La politica ed i mass media fanno di tutto per proteggere l’immagine ormai degradata e a volte ridicola dei sacerdoti, vescovi, cardinali e suore, che propagandano, con arroganza e violenza sociale, leggende e superstizioni medievali che ormai si stanno sfaldando da sole.
Una delle cose che come giornale ci caratterizza è quella di aver sempre manifestato una forte contrarietà all’ingerenza vaticana nella vita pubblica e privata delle persone. Crede che questo sia uno degli elementi causali della nostra condizione di marginalità?Il vostro giornale ha fatto un ottimo e difficile lavoro e spero continui a farlo. Lo dico poiché ho rilasciato interviste ad altre testate, ma poi una volta lette le mie risposte, hanno trovato infinite e risibili scuse per non pubblicarle. Per le interviste in radio ho risolto solo accettando quelle nelle quali posso parlare in diretta. In differita è tempo perso poiché non le mandano in onda.
A testate come la nostra stanno tagliando i finanziamenti pubblici e siamo seriamente a rischio di chiusura. Mancano pochi milioni di euro per l’editoria, in compenso se ne trovano tanti per la scuola privata, per gli insegnanti di religione, per la sanità privata. C’è un nesso a suo avviso e di che tipo?Allo Stato Italiano, quindi a tutti noi cittadini, costa 9.000 (novemila) milioni di euro ogni anno mantenere i gerarchi dello Stato del Vaticano. Quindi con chi dobbiamo prendercela se non con noi stessi? Basta cancellare l’articolo 7 della Costituzione della Repubblica Italiana ed il contratto scellerato dei Patti Lateranensi e il problema è risolto. Esiste qualche partito che si è preso a cuore questa cosa da fare e con la massima urgenza? No. Ci si domandi il perché.
In che maniera dovremmo ricostruire lo spazio per una cultura plurale che consideri al proprio interno e non emargini ateismo e agnosticismo?Probabilmente basterebbe che lo Stato Italiano - se davvero laico come afferma di essere - facesse rispettare le leggi già esistenti e non considerando invece sacerdoti, vescovi, cardinali e suore come esseri privilegiati e al di sopra di tutto. Essere forte con i deboli e debole con i forti è invece la filosofia che si è ormai instaurata in Italia. Sta ora a noi cambiare le cose. «Il popolo non deve avere paura dei governi, sono i governi che devono avere paura del popolo» incitava Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti d’America, grande pensatore illuminista e fautore dello Stato laico e liberale.
Stefano Galieni
in data:07/02/2011
La Lega Nord dopo anni di “paganesimo”, si scopre ultracattolica e manifesta contro chi si professa ateo. A suo avviso si lega con la cultura islamofobica delle truppe di Borghezio?Sappiamo che i partiti, alcuni maggiormente di altri, fanno a gara per dimostrare ai gerarchi cattolici-fascisti dello Stato dittatoriale del Vaticano, di essere loro fedeli servitori. I voti delle urne elettorali fanno gola a tutti. Secondo me il cattolicesimo cerca di mantenere il predominio su tutto e tutti. L’islamismo, per la gerarchia cattolica, è il male minore, anzi l’islamismo è utile poiché lo si può sbandierare come lo spauracchio di un nemico in arrivo o già arrivato. Ma il vero nemico siamo noi atei. Ognuno ha bisogno di sbandierare il proprio nemico. Hitler come nemici aveva gli ebrei. Lo Stato del Vaticano i comunisti. Berlusconi continua a sbandierare i comunisti. La Lega Nord ha scelto come capro espiatorio gli extracomunitari ma non basta. Se la prendono con gli islamici e le moschee e ora danno contro anche agli atei sperando che funzioni meglio. Questa è la miserabile realtà dell’Italia, unico caso al mondo in cui i governi italiani prendono ordini dal fondamentalista Joseph Ratzinger come facevano dai suoi predecessori.
In Italia si fatica a parlare di laicità e sembra impossibile parlare di ateismo, anche nella sinistra. Come spiega questa debolezza di pensiero.La laicità in Italia non esiste. L’Italia è una colonia dello Stato del Vaticano. Probabilmente, l’Italia è uno Stato di inaudito e terrorizzante fondamentalismo cattolico. Quasi tutti i parlamenti italiani e i governi sono asserviti. A mio avviso hanno venduto politicamente i propri cittadini italiani allo Stato del Vaticano, come fossero una mandria di mucche da mungere e da poter macellare a piacimento, barattando i diritti, l’autonomia, la democrazia, la libertà e la sovranità del popolo italiano in cambio di poltrone e di potere.
Una curiosa schizofrenia, convivono un mondo totalmente secolarizzato, in cui – cfr la cronaca di questi mesi – tutto è ridotto a merce con una idealità fondamentalista che vorrebbe porre sotto controllo ogni aspetto della nostra vita, dal concepimento alla morte. Come fanno secondo a convivere questi aspetti?Infatti sono elementi che non possono convivere tra loro. Prima o poi la corda sociale si spezzerà poiché è già molto tesa essendo i gerarchi vaticani sempre più percepiti dai cittadini come nemici della democrazia, della libertà e dei diritti umani. La politica ed i mass media fanno di tutto per proteggere l’immagine ormai degradata e a volte ridicola dei sacerdoti, vescovi, cardinali e suore, che propagandano, con arroganza e violenza sociale, leggende e superstizioni medievali che ormai si stanno sfaldando da sole.
Una delle cose che come giornale ci caratterizza è quella di aver sempre manifestato una forte contrarietà all’ingerenza vaticana nella vita pubblica e privata delle persone. Crede che questo sia uno degli elementi causali della nostra condizione di marginalità?Il vostro giornale ha fatto un ottimo e difficile lavoro e spero continui a farlo. Lo dico poiché ho rilasciato interviste ad altre testate, ma poi una volta lette le mie risposte, hanno trovato infinite e risibili scuse per non pubblicarle. Per le interviste in radio ho risolto solo accettando quelle nelle quali posso parlare in diretta. In differita è tempo perso poiché non le mandano in onda.
A testate come la nostra stanno tagliando i finanziamenti pubblici e siamo seriamente a rischio di chiusura. Mancano pochi milioni di euro per l’editoria, in compenso se ne trovano tanti per la scuola privata, per gli insegnanti di religione, per la sanità privata. C’è un nesso a suo avviso e di che tipo?Allo Stato Italiano, quindi a tutti noi cittadini, costa 9.000 (novemila) milioni di euro ogni anno mantenere i gerarchi dello Stato del Vaticano. Quindi con chi dobbiamo prendercela se non con noi stessi? Basta cancellare l’articolo 7 della Costituzione della Repubblica Italiana ed il contratto scellerato dei Patti Lateranensi e il problema è risolto. Esiste qualche partito che si è preso a cuore questa cosa da fare e con la massima urgenza? No. Ci si domandi il perché.
In che maniera dovremmo ricostruire lo spazio per una cultura plurale che consideri al proprio interno e non emargini ateismo e agnosticismo?Probabilmente basterebbe che lo Stato Italiano - se davvero laico come afferma di essere - facesse rispettare le leggi già esistenti e non considerando invece sacerdoti, vescovi, cardinali e suore come esseri privilegiati e al di sopra di tutto. Essere forte con i deboli e debole con i forti è invece la filosofia che si è ormai instaurata in Italia. Sta ora a noi cambiare le cose. «Il popolo non deve avere paura dei governi, sono i governi che devono avere paura del popolo» incitava Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti d’America, grande pensatore illuminista e fautore dello Stato laico e liberale.
Stefano Galieni
in data:07/02/2011
giovedì 3 febbraio 2011
I 18 PREPUZI DI CRISTO VENERATI DAI CATTOLICI (di Luigi Tosti)
E' recente l'accesa polemica (con tanto di denunce penali per "vilipendio della religione cattolica") innescata dai seguaci della Chiesa Cattolica contro Dante Svarca, ex comandante dei vigili urbani di Ancona, "reo" di aver denunciato il vescovo di Ancona Menichelli per il reato di "abuso della credulità popolare" in relazione alla ciclopica "impostura" secondo cui il rito sciamanico dell'eucarestia, se celebrato da un "prete", determina la cosiddetta "transustanziazione", cioè la prodigiosa trasformazione dell'ostia (= farina di frumento) in vera carne e vero sangue di Gesù Cristo, alias il "figlio" di un'altra Divinità, chiamata comunemente "Dio". Al di là delle paradossali e grottesche considerazioni che si debbono necessariamente trarre da questa "impostura" propinata dalla Chiesa ai danni dei creduloni (i quali sono invitati a cibarsi, come cannibali, del Figlio del loro Dio, per poi espellerlo sotto forma di cilindro fecale nelle fogne), ciò che meraviglia è l'arroganza delle associazioni cattoliche che si indignano di queste loro "imposture" e "denunciano" all'autorità giudiziaria chi nient'altro ha fatto se non segnalarle a tutela dei poveri di spirito che si fanno abbindolare. E' come se un mago asserisse, con spot pubblicitari e in altro modo, di riuscire a creare con riti magici amuleti o fatture e pretendesse, poi, di denunciare per "vilipendio della magia" chi lo bollasse come impostore che abusa della credulità popolare.
L'art. 661 del codice penale punisce con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a 1.032 euro "chiunque, pubblicamente, cerca con qualsiasi impostura, anche gratuitamente, di abusare della credulità popolare, se dal fatto può derivare un turbamento dell'ordine pubblico". Ora, si potrà disquisire sul fatto che sussista un turbamento dell'ordine pubblico, ma non si potrà negare che la "transustanziazione" e le miracolose "trasformazioni" di ostie in "fiorentine al sangue", tuttora venerate dai creduloni cattolici, nient'altro siano che imposture e truffe di cui la Chiesa, che ho avuto modo di bollare come la più grande banda di falsari mai esistita su questo Pianeta, si è resa artefice: né più né meno dei ben 18 "prepuzi" del Figliolo di Dio che la Chiesa falsaria ha impudemente sottoposto alla venerazione degli allocchi, abusando della loro credulonità.
Mi limito a riportare, qui di seguito, quanto pubblicato da Wikipedia, con un solo commento: bisogna essere degli allocchi patentati per prestare fiducia ad un'Associazione che ostenta alla venerazione ed al culto del suo "gregge" -sparsi quà e là in Europa- ben 18 "frattaglie" del Santo Pene del Figliolo di Dio.
Luigi Tosti
http://tostiluigi.blogspot.com/
Santo Prepuzio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Circoncisione di Gesù
Il Santo Prepuzio è una reliquia costituita da quelli che sarebbero i resti del prepuzio di Gesù recisogli durante il rito della circoncisione e a cui sono stati attribuiti diversi eventi miracolosi. In diversi momenti della storia, a volte anche contemporaneamente, varie chiese in Europa hanno dichiarato di possederlo.
Indice1 Possesso del Santo Prepuzio
2 Pratiche moderne
3 Allusioni e riferimenti storici al Santo Prepuzio
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Collegamenti esterni
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Possesso del Santo Prepuzio [modifica]
A seconda della fonte, durante il Medioevo in varie città europee c'erano otto, dodici, quattordici o addirittura diciotto diversi Santi Prepuzi.[1]
Originariamente si riteneva che la reliquia fosse stata consegnata a Leone III il 25 dicembre 800 da Carlo Magno in occasione della sua incoronazione. L'imperatore l'avrebbe a sua volta ricevuta da un angelo mentre pregava presso il santo Sepolcro. Secondo un'altra versione invece il prepuzio sarebbe un dono di Irene di Bisanzio, ricevuto da Carlo Magno in occasione delle nozze. Leone III collocò la reliquia nel Sancta sanctorum della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, assieme alle altre.[2]
Veduta di Calcata
In aggiunta a Roma, hanno rivendicato il possesso del Santo Prepuzio anche le città di Santiago di Compostela, Coulombs nella diocesi di Chartres (Francia), Chartres stessa, le chiese di Besançon, Metz, Hildesheim, Charroux, Conques, Langres, Anversa, Fécamp, Puy-en-Velay, Calcata, Auvergne.[1]
Secondo le leggende del villaggio di Calcata (comune in provincia di Viterbo), nel 1527 un soldato dell'esercito lanzichenecco che stava saccheggiando Roma riuscì a depredare il Sancta sanctorum. Quando venne catturato nel villaggio, nascose il reliquiario contenente il Santo Prepuzio nella sua cella, dove venne scoperto nel 1557. Da allora la Chiesa iniziò a venerarlo, concedendo ai pellegrini un'indulgenza di dieci anni.[2]
L'abbazia di Charroux sosteneva che il Santo Prepuzio fosse stato donato ai monaci da Carlo Magno. Nei primi anni del XII secolo venne portato in processione fino a Roma, perché Innocenzo III ne verificasse l'autenticità, ma il Papa rifiutò l'opportunità. Ad un certo momento comunque la reliquia andò perduta, per ricomparire solo nel 1856, quando un operaio che lavorava nell'abbazia dichiarò di aver trovato il reliquiario nascosto nello spessore di un muro. La riscoperta portò ad uno scontro teologico con il Prepuzio ufficiale di Calcata, che era venerato ufficialmente dalla Chiesa da centinaia di anni. Nel 1900 la Chiesa risolse il dilemma vietando a chiunque di scrivere o parlare del Santo Prepuzio, pena la scomunica (Decreto no. 37 del 3 febbraio 1900). Nel 1954, dopo lungo dibattito, la punizione venne portata al vitandi (persona da evitare), il grado più grave della scomunica; successivamente il Concilio Vaticano Secondo rimosse dal calendario liturgico la festività della Circoncisione di Cristo.[3]
Uno dei più famosi prepuzi era quello conservato dal 1100 in poi ad Anversa, prepuzio che era stato venduto al re Baldovino I di Gerusalemme in quel di Palestina nel corso di una crociata. Prepuzio famoso e miracoloso poiché il vescovo di Cambray, durante una messa, ne vide uscire tre gocce di sangue che macchiarono i lini dell'altare. In onore di questo santissimo e sanguinante pezzetto di pelle, nonché della macchiata tovaglia, venne subito costruita una speciale cappella e vennero periodicamente tenute festose processioni; il miracoloso prepuzio fu oggetto di culto e meta di pellegrinaggi. Nel 1426 venne fondata ad Anversa la Fratellanza "van der heiliger Besnidenissen ons liefs Heeren Jhesu Cristi in onser liever Vrouwen Kercke t'Antwerpen" a cui appartenevano ventiquattro confratelli, tutti alti prelati e prominenti laici.
Nel 2007 un turista notò nel cimitero del Monte degli Ulivi una lapide a forma di croce, su cui era scritto "Al Dio Gesù Cristo" in lingua greca. Alcuni pensano che quello potrebbe essere il posto in cui è sepolto il Santo Prepuzio.[4]
Pratiche moderne [modifica]
La maggior parte dei Santi Prepuzi è andata persa o distrutta durante la riforma protestante e la rivoluzione francese.[3]
Quello di Calcata è degno di menzione perché il reliquiario che lo conteneva venne portato in processione anche recentemente (nel 1983) durante la Festa della Circoncisione, precedentemente celebrata dalla Chiesa cattolica in tutto il mondo il 1º gennaio di ogni anno. La tradizione ebbe fine quando alcuni ladri rubarono il contenitore ricoperto di gioielli e le reliquie in esso contenute.[3] A seguito del furto non è chiaro se qualcuno dei presunti Santi Prepuzi esista ancora. In un documentario del 1997 della televisione britannica Channel 4, il giornalista Miles Kington andò in Italia alla ricerca del Santo Prepuzio, ma non ne trovò traccia.
Allusioni e riferimenti storici al Santo Prepuzio [modifica]
Quando Caterina di Valois nel 1421 era in attesa di un figlio, suo marito Enrico V d'Inghilterra ordinò a Coulombs di consegnare il Prepuzio. Questo fece così bene il suo "lavoro", che il re era riluttante a restituirlo dopo la nascita del figlio, il futuro Enrico VI d'Inghilterra.[3]
Voltaire, nel Trattato sulla tolleranza (1763), si riferì ironicamente alla venerazione del Prepuzio come una delle tante superstizioni "molto più ragionevoli da adorare [...] piuttosto che detestare e perseguitare il proprio fratello".[5]
In Baudolino, un libro di Umberto Eco, il protagonista inventa di aver visto il Santo Prepuzio e il Santo Ombelico a Roma, presso la corte di Federico Barbarossa.
Santo Prepuzio
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Circoncisione di Gesù
Il Santo Prepuzio è una reliquia costituita da quelli che sarebbero i resti del prepuzio di Gesù recisogli durante il rito della circoncisione e a cui sono stati attribuiti diversi eventi miracolosi. In diversi momenti della storia, a volte anche contemporaneamente, varie chiese in Europa hanno dichiarato di possederlo.
Indice1 Possesso del Santo Prepuzio
2 Pratiche moderne
3 Allusioni e riferimenti storici al Santo Prepuzio
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Collegamenti esterni
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Possesso del Santo Prepuzio [modifica]
A seconda della fonte, durante il Medioevo in varie città europee c'erano otto, dodici, quattordici o addirittura diciotto diversi Santi Prepuzi.[1]
Originariamente si riteneva che la reliquia fosse stata consegnata a Leone III il 25 dicembre 800 da Carlo Magno in occasione della sua incoronazione. L'imperatore l'avrebbe a sua volta ricevuta da un angelo mentre pregava presso il santo Sepolcro. Secondo un'altra versione invece il prepuzio sarebbe un dono di Irene di Bisanzio, ricevuto da Carlo Magno in occasione delle nozze. Leone III collocò la reliquia nel Sancta sanctorum della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, assieme alle altre.[2]
Veduta di Calcata
In aggiunta a Roma, hanno rivendicato il possesso del Santo Prepuzio anche le città di Santiago di Compostela, Coulombs nella diocesi di Chartres (Francia), Chartres stessa, le chiese di Besançon, Metz, Hildesheim, Charroux, Conques, Langres, Anversa, Fécamp, Puy-en-Velay, Calcata, Auvergne.[1]
Secondo le leggende del villaggio di Calcata (comune in provincia di Viterbo), nel 1527 un soldato dell'esercito lanzichenecco che stava saccheggiando Roma riuscì a depredare il Sancta sanctorum. Quando venne catturato nel villaggio, nascose il reliquiario contenente il Santo Prepuzio nella sua cella, dove venne scoperto nel 1557. Da allora la Chiesa iniziò a venerarlo, concedendo ai pellegrini un'indulgenza di dieci anni.[2]
L'abbazia di Charroux sosteneva che il Santo Prepuzio fosse stato donato ai monaci da Carlo Magno. Nei primi anni del XII secolo venne portato in processione fino a Roma, perché Innocenzo III ne verificasse l'autenticità, ma il Papa rifiutò l'opportunità. Ad un certo momento comunque la reliquia andò perduta, per ricomparire solo nel 1856, quando un operaio che lavorava nell'abbazia dichiarò di aver trovato il reliquiario nascosto nello spessore di un muro. La riscoperta portò ad uno scontro teologico con il Prepuzio ufficiale di Calcata, che era venerato ufficialmente dalla Chiesa da centinaia di anni. Nel 1900 la Chiesa risolse il dilemma vietando a chiunque di scrivere o parlare del Santo Prepuzio, pena la scomunica (Decreto no. 37 del 3 febbraio 1900). Nel 1954, dopo lungo dibattito, la punizione venne portata al vitandi (persona da evitare), il grado più grave della scomunica; successivamente il Concilio Vaticano Secondo rimosse dal calendario liturgico la festività della Circoncisione di Cristo.[3]
Uno dei più famosi prepuzi era quello conservato dal 1100 in poi ad Anversa, prepuzio che era stato venduto al re Baldovino I di Gerusalemme in quel di Palestina nel corso di una crociata. Prepuzio famoso e miracoloso poiché il vescovo di Cambray, durante una messa, ne vide uscire tre gocce di sangue che macchiarono i lini dell'altare. In onore di questo santissimo e sanguinante pezzetto di pelle, nonché della macchiata tovaglia, venne subito costruita una speciale cappella e vennero periodicamente tenute festose processioni; il miracoloso prepuzio fu oggetto di culto e meta di pellegrinaggi. Nel 1426 venne fondata ad Anversa la Fratellanza "van der heiliger Besnidenissen ons liefs Heeren Jhesu Cristi in onser liever Vrouwen Kercke t'Antwerpen" a cui appartenevano ventiquattro confratelli, tutti alti prelati e prominenti laici.
Nel 2007 un turista notò nel cimitero del Monte degli Ulivi una lapide a forma di croce, su cui era scritto "Al Dio Gesù Cristo" in lingua greca. Alcuni pensano che quello potrebbe essere il posto in cui è sepolto il Santo Prepuzio.[4]
Pratiche moderne [modifica]
La maggior parte dei Santi Prepuzi è andata persa o distrutta durante la riforma protestante e la rivoluzione francese.[3]
Quello di Calcata è degno di menzione perché il reliquiario che lo conteneva venne portato in processione anche recentemente (nel 1983) durante la Festa della Circoncisione, precedentemente celebrata dalla Chiesa cattolica in tutto il mondo il 1º gennaio di ogni anno. La tradizione ebbe fine quando alcuni ladri rubarono il contenitore ricoperto di gioielli e le reliquie in esso contenute.[3] A seguito del furto non è chiaro se qualcuno dei presunti Santi Prepuzi esista ancora. In un documentario del 1997 della televisione britannica Channel 4, il giornalista Miles Kington andò in Italia alla ricerca del Santo Prepuzio, ma non ne trovò traccia.
Allusioni e riferimenti storici al Santo Prepuzio [modifica]
Quando Caterina di Valois nel 1421 era in attesa di un figlio, suo marito Enrico V d'Inghilterra ordinò a Coulombs di consegnare il Prepuzio. Questo fece così bene il suo "lavoro", che il re era riluttante a restituirlo dopo la nascita del figlio, il futuro Enrico VI d'Inghilterra.[3]
Voltaire, nel Trattato sulla tolleranza (1763), si riferì ironicamente alla venerazione del Prepuzio come una delle tante superstizioni "molto più ragionevoli da adorare [...] piuttosto che detestare e perseguitare il proprio fratello".[5]
In Baudolino, un libro di Umberto Eco, il protagonista inventa di aver visto il Santo Prepuzio e il Santo Ombelico a Roma, presso la corte di Federico Barbarossa.
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