Il 25 novembre 2014 Jorge Bergoglio è stato invitato a Strasburgo davanti al
Parlamento Europeo.
Abbiamo
chiesto al Presidente del Parlamento Europeo di chiarire a 500 milioni di
cittadini europei in quale veste abbia invitato Bergoglio.
Qualora
lo avesse invitato in qualità di Capo dello Stato del Vaticano abbiamo chiesto
come sia stato possibile ricevere con onore e solennità, innanzi al Parlamento
Europeo, un monarca che non rispetta i diritti umani.
Qualora
lo avesse invitato come capo della Chiesa cattolica abbiamo chiesto come sia
stato possibile ricevere con onore e solennità il rappresentante di una
religione che ha in disprezzo i diritti umani.
Le
istituzioni europee devono essere immuni da interferenze che ledono il
Principio di Laicità e l’ingresso di Bergoglio nel Parlamento Europeo è una
interferenza storica che non si giustifica né sotto il profilo politico né
sotto il profilo istituzionale.
Contestiamo
con indignazione la presenza di un monarca dittatoriale nel cuore delle
istituzioni democratiche europee.
Nella
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stato invitato davanti al
Parlamento europeo un monarca dittatoriale che nel suo Stato nega alle donne un
qualsiasi ruolo riaffermando, con forma teologica, la peggiore subordinazione
di genere.
La
mentalità che scaturisce dalla discriminazione di genere costituisce la matrice
sociale della violenza contro le donne.
Il
valore simbolico legato al 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza di
genere, troverà finanche l'ipocrisia di frasi di circostanza artatamente
propalate con la sottile finalità di rafforzare il proprio potere.
Le
istituzioni europee non hanno affatto bisogno di legittimare chi svolge la
propria azione su un terreno antiumanitario.
È impressionante il tenore delle banalità inanellate dal monarca Bergoglio
nel discorso pronunciato davanti al Parlamento Europeo.
Sembrava
che quelle parole fossero rivolte agli studentelli di una assemblea liceale
cattolica e non ad una Assise parlamentare.
L’attenzione
ai poveri, implorata dal proprietario dello IOR e dell’Obolo di San Pietro, è
stata una autentica presa per i fondelli.
Ha
rimproverato all’Europa di essere “invecchiata”, e questa osservazione,
pronunciata da un Capo di Stato di una monarchia che di moderno ha solo il
sistema di riciclaggio del denaro, ha richiamato alla memoria il classico
aforisma della pagliuzza nell’occhio dell’altro e la trave nel proprio.
Di
dubbia interpretazione potrebbe apparire il richiamo ad una “cornice giuridica
chiara” se non fosse che nello Stato del Vaticano il diritto canonico prevale
su quello civile e su quello penale.
Il
livello più scadente lo ha toccato quando ha parlato di “dignità trascendente”,
come se fosse un parroco di paese al catechismo.
Nel
giorno in cui si celebra la Giornata mondiale della violenza sulle donne, non
si è dimenticato di parlare dei “bambini uccisi prima di nascere” invitando, di
fatto, i parlamentari europei a negare alle donne il diritto
all’autodeterminazione.
Invitarlo
al Parlamento europeo è stato un gesto politicamente scorretto.
Applaudire
alle scempiaggini dette, è stato vile.
Carla
Corsetti
Segretario
Nazionale di Democrazia Atea