giovedì 27 agosto 2015

BERGOGLIO e LA SUA CHIESA, ovvero: AVERE LA FACCIA COME IL CULO.


Ve le ricordate le parole “tuonanti” di Bergoglio contro la pedofilia della “sua” Chiesa e le minacce di “mano dura” e spietata contro chi avesse abusato dei culetti dei bambini affidati alle “cure” dei prelati, più o meno “alti”? Di fronte a questa ennesima “mirabilia” del novello Papa Francesco, tutta la stampa del Regno Pontificio retto dal Vicario del Papa, cioè da Re Borbone Napolitano I°, nonché tutte le reti televisive della RAI-TV di TeleVaticalia, inneggiarono alla rivoluzione copernicana che si stava abbattendo sulla Chiesa e che avrebbe di lì a poco spazzato le porcate del vecchio precedente Regnante, l’ex Nazista Pastore Tedesco Ratzinger. Ebbene, i segni tangibili di questa epocale rivoluzione li abbiamo sperimentati e li stiamo sperimentando in questo lasso di pontificato in cui ha regnato il neo poverello di Assisi Francesco: praticamente non è cambiato un cazzo. La Chiesa seguita ad accumulare parassitariamente ricchezze e ad essere sempre più ricca, alla faccia dei poveri che muoiono di fame e che sono costretti anche a pagare le tasse indirette sugli immobili e su qualsiasi altro bene e/ servizio, anche se miserabili e nullatenenti. La Chiesa seguita a godere spudoratamente di tutti i privilegi fiscali e seguita ad essere foraggiata e ingrassata dalle donazioni, elargizioni e contributi finanziati dallo Stato, dalle Regioni, dai Comuni, dalle Province e dagli infiniti Enti pubblici italioti, ovviamente con danaro dei contribuenti italiani. Gli omosessuali seguitano ad essere bellamente emarginati e discriminati dai nostri politici di merda che seguono, come pecoroni ammaestrati, le direttive del “Santo Padre” e della Sua infallibile Ecclesia. E la pedofilia? Si sono forse abbattuti su questi spregevoli pezzi di merda la mannaia Papale e le gravi sanzioni preannunciate? Manco per il cazzo. Tutto seguita bellamente come prima: non solo Bergoglio si limita a sanzionare con pene a dir poco ridicole i suoi beneamati prelati pedofili -e questo lo fa solo se il clamore mediatico è talmente forte da sconsigliare l’insabbiatura- ma egli si oppone anche alle “rogatorie” attivate dai Giudici italiani per acquisire dal Vaticano e dalla Chiesa le prove di colpevolezza di questi criminali preti, dando concreta dimostrazione di essere complice e solidale di questi preti pedofili.
E i nostri Augusti politici e la Nostra Augusta Stampa che cosa dicono e che cosa fanno? Niente, un bel cazzo: se ne stanno tranquillamente zitti e, anzi, seguitano a leccare il culo alla Chiesa, ai prelati più o meno alti e alle variegate e infinite istituzioni e congregazioni cattoliche che si sono oramai infiltrate, come vere ramificazioni metastatiche, nel tessuto sociale di questo povero Paese di merda, sempre più suddito e sempre più schiavo di un’associazione criminale denominata “Chiesa Cattolica Apostolica Romana”.
Emblematico e l’ultimo caso di Don Mauro Inzoli, prete pedofilo di Comunione e Liberazione (rectius: Corruzione e Lottizzazione), confessore di Roberto Formigoni, indagato per reati di pedofilia contro una ventina di ragazzi affidati da “amorevoli” genitori alle “cure” della beneamata Chiesa Cattolica. Ebbene, sono otto i casi per i quali don Mercedes - questo il soprannome del Prete per la sua abitudine di girare con macchine di lusso- rischia il rinvio a giudizio. Altri dodici casi sono caduti in prescrizione. Tra le vittime un ragazzo che all'epoca aveva dodici anni. Ma quello che indigna è che l’inchiesta contro questo prete pedofilo è riuscita ad arrivare in porto nonostante l’ostracismo di Papa Francesco, che ha apertamente e deliberatamente ostacolato la Magistratura italiana omettendo di ottemperare alla rogatoria inoltratagli dai giudici per il tramite del nostro Ministro di Giustizia. Il Vaticano ha infatti negato la rogatoria che la procura aveva chiesto per poter conoscere atti inerenti i casi di abusi sui minori, garantendo così l’impunità del suo dipendente criminale. Il sacerdote di Comunione Liberazione, in passato presidente del Banco Alimentare, a causa dei suoi crimini è stato soltanto invitato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede a condurre una “vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza”. La Congregazione della Dottrina della Fede ha trasmesso al vescovo di Crema il decreto che ha inflitto a don Inzoli, si badi bene, una “pena medicinale perpetua”: e cioè lo ha semplicemente dichiarato “responsabile”, lasciandogli però la possibilità di mantenere lo status di sacerdote. Da qui l’invito, come detto, ad una vita “riservata”.
A gennaio il nostro eroe ha addirittura partecipato ad un convegno sulla famiglia organizzato dalla Regione Lombardia.In ottobre la procura cremonese si era rivolta, attraverso il ministero della Giustizia, alla Santa Sede con la richiesta di rogatoria. A fine febbraio è arrivato il diniego: gli atti istruttori non possono essere rivelati perché “sub secreto pontificio”, cioè perché secretati da Papa Francesco.
E c’è qualcuno che afferma ancora, con la faccia come il culo, che Papa Francesco e la sua bella Chiesa combatterebbero la pedofilia e collaborerebbero attivamente con la Magistratura italiana per stanare e punire questi lerci individui. Vergognatevi. Ma ancora più si vergognino i personaggi istituzionali dello Stato e della Pubblica Amministrazione -dal Presidente della Repubblica in giù- che seguitano ad accreditare e ricevere in pompa magna il Papa, i cardinali, i vescovi ed altri prelati, pur essendo consapevoli che essi fanno parte di un’associazione criminale che copre i criminali e si rifiuta di collaborare con le autorità giudiziarie italiane per stanare e punire i delinquenti.
VERGOGNA!!!!!!!!!!!