mercoledì 6 ottobre 2021

L’On.le Maurizio Gasparri e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprimono profondo sdegno per il conferimento del premio Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi (FONTE: FANTACRONACAVERA di Luigi Tosti).

 



ULTIM’ORA: l’On.le Maurizio Gasparri e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno espresso profondo sdegno per il conferimento del Nobel per la Fisica a Giorgio Parisi: un premio che disonora l’Italia. L’Accademia reale svedese delle scienze ha subito revocato il premio Nobel al fisico teorico italiano, assegnandolo al Papa emerito Joseph Ratzinger per i suoi altissimi meriti negli studi delle Scienze Teologiche.

            Potrebbe sembrare un bufala, ma dovrebbe essere l’epilogo coerente della vita di Giorgio Parisi, fisico teorico vissuto (e vivente) nel Regno di Vaticalia.

            Infatti, Tutti i politici italiani, Tutte le reti televisive italiane e Tutti i media italiani -persino il “quotidiano” Avvenire di Santa Madre Chiesa Cattolica- si sono precipitati a tessere le lodi e a gonfiarsi di “orgoglio” “italiano” per il conferimento del Nobel per la Fisica che l’Accademia reale svedese delle scienze ha assegnato allo scienziato italiano Giorgio Parisi. Tutti oggi gongolano e tutti inneggiano al “Genio” degli “Italiani”, snocciolando anche le prestigiose “glorie” acquisite dagli italiani in questo “splendido 2021” nello Sport, nel pallone, nella palla a volo, nelle olimpiadi, nelle paraolimpiadi, nel ciclismo e via dicendo.

            Tutti i media e le TV si sperticano oggi a diffondere il prestigioso curriculum dello “scienziato Parisi”, fisico teorico del dipartimento di fisica dell’Università “La Sapienza”, membro dell’accademia dei Lincei e di molte delle più prestigiose accademie del mondo, sottolineando che si tratta di un “cervello” che è stato costretto ad abbandonare il suolo italiota per recarsi in prestigiose Università d’oltreoceano, salvo poi ritornare all’Università della Sapienza.

Guarda caso, però, i Nostri “Augusti” Politicanti italiani, i Nostri Augusti Giornali e i nostri Augusti Giornalisti che scrivono sulla carta stampata o online -Avvenire in testa- dimostrano di avere la memoria molto “corta” o -per dire la VERITÀ- di essere oltremodo RETICENTI.

Questi Nostri Augusti “informatori mediatici” si dimenticano infatti di ricordare che Giorgio Parisi fu uno dei 67 firmatari dell’appello al “Magnifico” Rettore dell’Università della “Sapienza” a proposito della preannunciata visita all'Università della Sapienza del papa Joseph Ratzinger, in arte Papa Benedetto XVI°.

Allora mi corre l’obbligo di “ricordare” a questi Augusti RETICENTI  “Politici” e “Giornalisti” italiani (e la reticenza è una menzogna) quello che fu il testo dell’appello che venne inoltrato al “Magnifico Rettore” della Sapienza dai 67 scienziati e docenti di quella Università:

Magnifico Rettore,

con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l’intervento di papa Benedetto XVI all’Inaugurazione dell’Anno Accademico alla Sapienza.

Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un’affermazione di Feyerabend: «All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto». Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all’avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.

Ora mi chiedo e chiedo: per quale motivo i nostri Augusti “Politicanti” e i nostri Augusti “Pennivendoli” dimenticano di riferire agli italiani che questo appello scatenò un linciaggio mediatico, una condanna corale e le ire dei catto-fascisti che abbondano in questo paesucolo a sovranità limitata, in primis il deputato Maurizio Gasparri, noto scienziato Baccalaureato in Teologia, cioè la cosiddetta Scienza dell’Aria Fritta? Si vuole forse occultare che costui dichiarò da bravo simpatizzante catto-fascista “che dopo lo sconcio della Sapienza di Roma ci attendiamo che vengano assunte iniziative per allontanare dall’ateneo i professori ancora in servizio che hanno firmato quel vergognoso manifesto. Questa dimostrazione di intolleranza non può restare priva di conseguenze.

            E allora mi chiedo e chiedo a Lei, Augusto Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, a Lei, Augusto On.le Maurizio Gasparri, a Voi Tutti Giornalisti della carta stampata e delle TV pubbliche e private, nonché alla Redazione del fantomatico “Quotidiano” L’Avvenire (introvabile nelle edicole): per quale stravagante motivo, dopo aver linciato mediaticamente lo scienziato Giorgio Parisi, vi arrogate oggi il “diritto” di gioire, di godere, di gonfiarvi di orgoglio nazionale per il Nobel che gli è stato assegnato dall’Accademia reale svedese delle scienze?

           No, mi dispiace: voi non avete alcun diritto di gioire e di gonfiarvi di orgoglio nazionale, perché avete dimostrato -e seguitate a dimostrare- di non avere alcun rispetto della scienza e degli scienziati e, al contrario, di privilegiare per lerci interessi di consenso elettorale l’insegnamento della cosiddetta “religione cattolica” e della cosiddetta “Teologia” nelle cosiddette Scuole “laiche” italiane, sottraendo alle nostre scuole pubbliche, ai nostri studenti, ai nostri scienziati, sia giovani che vecchi, e al progresso civile di questo Paese una cifra stimata dagli 8 ai 20 miliardi di euro all’anno.

            In realtà dovete vergognarvi, oppure fare come il Magnifico Rettore dell’Università della Sapienza che preferì, come Ponzio Pilato, non rispondere all’appello dei 67 docenti.

POSTATO da FANTACRONACAVERA (autore: Luigi Tosti)

La FOTO ritrae il Prof. Giorgio Parisi con la citazione della sua risposta: "DIO PER ME NON E' NEANCHE UN'IPOTESI, resa durante l'intervista del 31 dicembre 2010 al giornalista Antonio Gnoli de La Repubblica.