Il mese di maggio, cioè il mese "mariano", è stato particolarmente prolifico di casi giudiziari che riguardano l’argomento dell’ignobile “pedofilia” che il clero cattolico, grazie alla complice ed omertosa copertura della Santa Romana Chiesa, è aduso praticare negli oratori e negli istituti religiosi ai danni di minori affidati alle loro cure “pastorali”.
Quello che segue è un succoso estratto delle notizie delle condanne inflitte a preti pedofili che, “sapientemente”, la RAI e le altre reti televisive hanno "insabbiato" nel limbo delle notizie scomparse. Esse sono emerse solo grazie ad alcuni quotidiani locali e al tam-tam di internet.
1) Brescia, il 20 maggio 2009: don Marco Baresi, ex vicerettore del seminario minore, viene condannato dal Tribunale a 7 anni e mezzo per aver avuto rapporti sessuali con uno studente seminarista di 14 anni e per detenzione di materiale pedopornografico scaricato nel suo computer portatile: l’accusa aveva chiesto 10 anni di reclusione. Pieno sostegno è stato manifestato a don Baresi dalla Curia. Gli “amici” di don Baresi, poi, hanno manifestato dinanzi al tribunale con cartelli inneggianti al prete pedofilo.
2) Pergusa (EN). Don Giovanni Butera è stato condannato a 6 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualunque ufficio attinente alla tutela e alla curatela, da incarichi nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori, per avere abusato, dal luglio del 1997 all’agosto dell’anno successivo, di un ragazzino disabile di 15 anni, ospite dell’Oasi Francescana “Villaggio del Fanciullo” di Pergusa. Secondo la Procura, don Giovanni avrebbe costretto il giovane a subire atti sessuali, minacciandolo e picchiandolo con schiaffi e colpi di cinghia in caso di rifiuto.
3) 21 maggio 2009: la Corte di Appello di Brescia ha confermato la condanna di Don Matteo Diletti a 4 anni di reclusione per abusi sessuali su una bambina di 11 anni, avvenuti nel 2004. In primo grado il sacerdote Matteo Diletti aveva ammesso di essersi innamorato della ragazzina e di averla toccata e baciata una sola volta.
4) 23 maggio 2009: Don Enzo Greco da Nardò (LE) è stato condannato dal Tribunale di Brindisi a 3 anni e mezzo per abusi su un pastorello di Erchie (BR).
5) Rimini, un anonimo prete cileno di 38 anni è stato condannato ad 8 anni di reclusione per abusi sessuali su un 13enne. Il “religioso”, già sospeso 'a divinis', aveva organizzato un pellegrinaggio a Medjugorie al quale aveva partecipato la famiglia del ragazzino, al termine del quale aveva iniziato a frequentarne la casa, diventandone una sorta di padre spirituale. Lì aveva iniziato a molestare il ragazzo, all'epoca dei fatti solo 13enne. Durante il processo la madre del ragazzino, che ha affermato di essersi legata sentimentalmente al prete, ha sconfessato le accuse del figlio.
6) 13 maggio 2009: la Cassazione ha confermato la condanna a 2 anni di reclusione inferta a don Kevin Chukwuka da Cosenza per tentata violenza carnale ai danni di una bambina di 9 anni.
7) 13 maggio 2009: viene arrestato a Gambettola (FC) Don Alvato Tejada Coca con l’accusa di aver violentato un ragazzo 22enne, che si era presentato per un colloquio di lavoro e che è stato poi ricoverato in ospedale.
8) Cosenza, 14 maggio 2009: un prete della Diocesi di Rossano è stato denunciato per tentata violenza sessuale. L’episodio risale ai primi di marzo. Il prete, come scrive la Gazzetta del Sud, in abiti civili, è salito su un autobus in servizio tra Cosenza e Rende, si è avvicinato ad una studentessa e dopo averla immobilizzata ad un finestrino si è abbassato i pantaloni cercando di compiere un atto sessuale. Approfittando di una fermata del bus, la ragazza è riuscita a divincolarsi, mentre il sacerdote, approfittando della confusione, è riuscito ad allontanarsi. Grazie al racconto della giovane e ad alcune testimonianze, i carabinieri sono risaliti all’identità dell’uomo che è risultato essere un sacerdote. Quest’ultimo ha ammesso parzialmente le proprie responsabilità scrivendo una lettera di scuse alla Procura. L’uomo è stato poi identificato in foto dalla vittima della tentata violenza.
9) MILANO 20.05.2009: dinanzi al tribunale penale di Milano compare un sacerdote 75enne, imputato di aver abusato di una bimba di soli 7 anni attirandola nel suo ufficio con la promessa delle caramelle. Gli abusi, secondo il padre edella vittima, sono avvenuti nell’ufficio dell’oratorio.
«La piccola si è confidata prima con la nonna paterna, in due diversi momenti. Poi la nonna ha riferito tutto al padre, che ha sporto querela». Il prete, che non si è presentato in aula, in passato ha fatto il missionario in Africa e in America Latina e negli ultimi anni ha guidato la parrocchia di Arese. La famiglia della piccola «è stata costretta a trasferirsi - afferma il legale - perché era diventato impossibile continuare a vivere in quella città». E anche ieri, davanti ai giudici, il padre ha raccontato: «Non hanno nemmeno permesso a mio figlio maggiore di iscriversi all’oratorio».
10) Maggio 2009: il settimale L’Espresso pubblica l’articolo “Io fratel pedofilo”, di Paolo Tessadri, col quale si diffonde la notizia della confessione di un prete sugli abusi sui bimbi sordomuti perpetrati, per decenni, nell’istituto religioso di Provolo.
Il religioso afferma: "Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro e mi vergogno dei preti che stanno zitti o rinnegano, c'è ipocrisia e omertà".
Gli abusi sono stati denunciati da ben 67 sordomuti che da bambini hanno frequentato gli istituti Provolo di Verona e Chievo. D. Il religioso si presenta con nome e cognome, chiedendo però che non venga pubblicato. Ma la sua identità è nota ai magistrati che si occupano della vicenda: "Se al Provolo sapessero che vi parlo", spiega nel chiedere l'anonimato, "sarei subito cacciato e non so dove andare. Ho l'incubo di rimanere senza casa".
"Sì, sono uno di quelli accusati dai sordomuti che vivevano nell'istituto Provolo di Verona e quelle cose le ho fatte. Non c'è più nulla da nascondere. Io almeno ho il coraggio di dirlo, gli altri tacciono e se ne stanno in silenzio". Poi racconta di avere cominciato ad abusare dei ragazzini a inizio anni Sessanta: "Il primo aveva 7-8 anni, non ricordo esattamente. Sono andato con una quindicina di piccoli sordomuti, con cinque o sei ho avuto rapporti più frequenti". Poi precisa che erano 13, ma "forse un paio in più".
Quante volte ha abusato di loro? "Una o due volte al mese, a volte passava più tempo".
E quanto sono durate le violenze? "Moltissimi anni. Non ricordo esattamente, ma molti, molti anni. Ho cominciato da giovane e non mi rendevo conto, allora ero un semplice assistente. Lo facevano quasi tutti, anche in altri istituti. Era normale. Questo era l'andazzo".
Lei ha visto altri abusare dei ragazzini al Provolo? Scandisce sì e fa due nomi di sacerdoti e quello di un altro religioso: "Si vedevano gli atteggiamenti, si vedeva. Pochi di noi si sono salvati dalla pedofilia".
Qualcuno è mai stato cacciato dal Provolo per pedofilia? "Sì, fratello.". Fatto confermato da don Danilo Corradi, il superiore dell'istituto Provolo, in una intervista registrata.Perché lui sì e gli altri no, visto che sotto accusa sono finiti in 25? "Era un violento, il più cattivo, faceva male ai ragazzini ed è stato mandato via".
Quando è successo? "Se non sbaglio, nei primi anni Settanta".
Sono continuate le violenze sessuali, anche dopo quell'episodio? "Sì".
Può dire se sono terminate a metà degli anni '80, epoca a cui risale l'ultimo caso documentato da 'L'espresso'? "Non so, non potrei dirlo. Non ne sono sicuro. Non posso escluderlo".
I responsabili dell'Istituto sapevano? "Sì, lo sapevano. Per forza che lo sapevano".
Altri ne erano a conoscenza? "È probabile".
Ha confessato la pedofilia ad altri preti? "No, mi mettevo in ginocchio, confessavo davanti a Dio e pregavo. E chiedevo scusa al Signore. La pedofilia mi ha sfalsato la vita. Ma trovavo nei ragazzini una certa bellezza, una certa attrazione".
Fra voi avete parlato dell'accusa di pedofilia dopo l'inchiesta de 'L'espresso'? "Sì, la reazione è stata brutta, scioccante, ma la maggior parte è rimasta in silenzio, perché sapeva. È venuta fuori una catena di odio fra i sacerdoti. È difficile condividere la macchia della pedofilia e ognuno ha tenuto per sé i suoi pensieri. Poi l'avvocato ci ha detto di non parlare con nessuno. Qualcuno però ha parlato e ha fatto bene, anche qualche prete lo ha detto e la pensa così. Anch'io ora mi sento sollevato. Sono fatto così, in modo troppo semplicistico, ho sbagliato io. Sto male, chiedo perdono".
11) Maggio 2009: la commissione d’inchiesta istituita dal governo irlandese pubblica un rapporto in cinque volumi e oltre 2.500 pagine dal quale risulta che la pedofilia tra il clero irlandese era “endemica” sino ad un decennio fa.
Negli anni Trenta la pedofilia era “endemica” e veniva praticata benché le gerarchie ecclesiastiche e lo stesso Vaticano ne fossero consapevoli. Il dossier, frutto di un lavoro di nove anni, parla di migliaia di casi, che hanno avuto luogo, in particolare, all’interno dei riformatori: secondo quanto riporta l’Indipendent, “i ragazzi erano trattati più come schiavi e prigionieri che come persone in possesso di diritti legali”. La commissione ha ritenuto la difesa opposta dagli ordini religiosi “non plausibile”.
Quello che segue è un succoso estratto delle notizie delle condanne inflitte a preti pedofili che, “sapientemente”, la RAI e le altre reti televisive hanno "insabbiato" nel limbo delle notizie scomparse. Esse sono emerse solo grazie ad alcuni quotidiani locali e al tam-tam di internet.
1) Brescia, il 20 maggio 2009: don Marco Baresi, ex vicerettore del seminario minore, viene condannato dal Tribunale a 7 anni e mezzo per aver avuto rapporti sessuali con uno studente seminarista di 14 anni e per detenzione di materiale pedopornografico scaricato nel suo computer portatile: l’accusa aveva chiesto 10 anni di reclusione. Pieno sostegno è stato manifestato a don Baresi dalla Curia. Gli “amici” di don Baresi, poi, hanno manifestato dinanzi al tribunale con cartelli inneggianti al prete pedofilo.
2) Pergusa (EN). Don Giovanni Butera è stato condannato a 6 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualunque ufficio attinente alla tutela e alla curatela, da incarichi nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori, per avere abusato, dal luglio del 1997 all’agosto dell’anno successivo, di un ragazzino disabile di 15 anni, ospite dell’Oasi Francescana “Villaggio del Fanciullo” di Pergusa. Secondo la Procura, don Giovanni avrebbe costretto il giovane a subire atti sessuali, minacciandolo e picchiandolo con schiaffi e colpi di cinghia in caso di rifiuto.
3) 21 maggio 2009: la Corte di Appello di Brescia ha confermato la condanna di Don Matteo Diletti a 4 anni di reclusione per abusi sessuali su una bambina di 11 anni, avvenuti nel 2004. In primo grado il sacerdote Matteo Diletti aveva ammesso di essersi innamorato della ragazzina e di averla toccata e baciata una sola volta.
4) 23 maggio 2009: Don Enzo Greco da Nardò (LE) è stato condannato dal Tribunale di Brindisi a 3 anni e mezzo per abusi su un pastorello di Erchie (BR).
5) Rimini, un anonimo prete cileno di 38 anni è stato condannato ad 8 anni di reclusione per abusi sessuali su un 13enne. Il “religioso”, già sospeso 'a divinis', aveva organizzato un pellegrinaggio a Medjugorie al quale aveva partecipato la famiglia del ragazzino, al termine del quale aveva iniziato a frequentarne la casa, diventandone una sorta di padre spirituale. Lì aveva iniziato a molestare il ragazzo, all'epoca dei fatti solo 13enne. Durante il processo la madre del ragazzino, che ha affermato di essersi legata sentimentalmente al prete, ha sconfessato le accuse del figlio.
6) 13 maggio 2009: la Cassazione ha confermato la condanna a 2 anni di reclusione inferta a don Kevin Chukwuka da Cosenza per tentata violenza carnale ai danni di una bambina di 9 anni.
7) 13 maggio 2009: viene arrestato a Gambettola (FC) Don Alvato Tejada Coca con l’accusa di aver violentato un ragazzo 22enne, che si era presentato per un colloquio di lavoro e che è stato poi ricoverato in ospedale.
8) Cosenza, 14 maggio 2009: un prete della Diocesi di Rossano è stato denunciato per tentata violenza sessuale. L’episodio risale ai primi di marzo. Il prete, come scrive la Gazzetta del Sud, in abiti civili, è salito su un autobus in servizio tra Cosenza e Rende, si è avvicinato ad una studentessa e dopo averla immobilizzata ad un finestrino si è abbassato i pantaloni cercando di compiere un atto sessuale. Approfittando di una fermata del bus, la ragazza è riuscita a divincolarsi, mentre il sacerdote, approfittando della confusione, è riuscito ad allontanarsi. Grazie al racconto della giovane e ad alcune testimonianze, i carabinieri sono risaliti all’identità dell’uomo che è risultato essere un sacerdote. Quest’ultimo ha ammesso parzialmente le proprie responsabilità scrivendo una lettera di scuse alla Procura. L’uomo è stato poi identificato in foto dalla vittima della tentata violenza.
9) MILANO 20.05.2009: dinanzi al tribunale penale di Milano compare un sacerdote 75enne, imputato di aver abusato di una bimba di soli 7 anni attirandola nel suo ufficio con la promessa delle caramelle. Gli abusi, secondo il padre edella vittima, sono avvenuti nell’ufficio dell’oratorio.
«La piccola si è confidata prima con la nonna paterna, in due diversi momenti. Poi la nonna ha riferito tutto al padre, che ha sporto querela». Il prete, che non si è presentato in aula, in passato ha fatto il missionario in Africa e in America Latina e negli ultimi anni ha guidato la parrocchia di Arese. La famiglia della piccola «è stata costretta a trasferirsi - afferma il legale - perché era diventato impossibile continuare a vivere in quella città». E anche ieri, davanti ai giudici, il padre ha raccontato: «Non hanno nemmeno permesso a mio figlio maggiore di iscriversi all’oratorio».
10) Maggio 2009: il settimale L’Espresso pubblica l’articolo “Io fratel pedofilo”, di Paolo Tessadri, col quale si diffonde la notizia della confessione di un prete sugli abusi sui bimbi sordomuti perpetrati, per decenni, nell’istituto religioso di Provolo.
Il religioso afferma: "Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro e mi vergogno dei preti che stanno zitti o rinnegano, c'è ipocrisia e omertà".
Gli abusi sono stati denunciati da ben 67 sordomuti che da bambini hanno frequentato gli istituti Provolo di Verona e Chievo. D. Il religioso si presenta con nome e cognome, chiedendo però che non venga pubblicato. Ma la sua identità è nota ai magistrati che si occupano della vicenda: "Se al Provolo sapessero che vi parlo", spiega nel chiedere l'anonimato, "sarei subito cacciato e non so dove andare. Ho l'incubo di rimanere senza casa".
"Sì, sono uno di quelli accusati dai sordomuti che vivevano nell'istituto Provolo di Verona e quelle cose le ho fatte. Non c'è più nulla da nascondere. Io almeno ho il coraggio di dirlo, gli altri tacciono e se ne stanno in silenzio". Poi racconta di avere cominciato ad abusare dei ragazzini a inizio anni Sessanta: "Il primo aveva 7-8 anni, non ricordo esattamente. Sono andato con una quindicina di piccoli sordomuti, con cinque o sei ho avuto rapporti più frequenti". Poi precisa che erano 13, ma "forse un paio in più".
Quante volte ha abusato di loro? "Una o due volte al mese, a volte passava più tempo".
E quanto sono durate le violenze? "Moltissimi anni. Non ricordo esattamente, ma molti, molti anni. Ho cominciato da giovane e non mi rendevo conto, allora ero un semplice assistente. Lo facevano quasi tutti, anche in altri istituti. Era normale. Questo era l'andazzo".
Lei ha visto altri abusare dei ragazzini al Provolo? Scandisce sì e fa due nomi di sacerdoti e quello di un altro religioso: "Si vedevano gli atteggiamenti, si vedeva. Pochi di noi si sono salvati dalla pedofilia".
Qualcuno è mai stato cacciato dal Provolo per pedofilia? "Sì, fratello.". Fatto confermato da don Danilo Corradi, il superiore dell'istituto Provolo, in una intervista registrata.Perché lui sì e gli altri no, visto che sotto accusa sono finiti in 25? "Era un violento, il più cattivo, faceva male ai ragazzini ed è stato mandato via".
Quando è successo? "Se non sbaglio, nei primi anni Settanta".
Sono continuate le violenze sessuali, anche dopo quell'episodio? "Sì".
Può dire se sono terminate a metà degli anni '80, epoca a cui risale l'ultimo caso documentato da 'L'espresso'? "Non so, non potrei dirlo. Non ne sono sicuro. Non posso escluderlo".
I responsabili dell'Istituto sapevano? "Sì, lo sapevano. Per forza che lo sapevano".
Altri ne erano a conoscenza? "È probabile".
Ha confessato la pedofilia ad altri preti? "No, mi mettevo in ginocchio, confessavo davanti a Dio e pregavo. E chiedevo scusa al Signore. La pedofilia mi ha sfalsato la vita. Ma trovavo nei ragazzini una certa bellezza, una certa attrazione".
Fra voi avete parlato dell'accusa di pedofilia dopo l'inchiesta de 'L'espresso'? "Sì, la reazione è stata brutta, scioccante, ma la maggior parte è rimasta in silenzio, perché sapeva. È venuta fuori una catena di odio fra i sacerdoti. È difficile condividere la macchia della pedofilia e ognuno ha tenuto per sé i suoi pensieri. Poi l'avvocato ci ha detto di non parlare con nessuno. Qualcuno però ha parlato e ha fatto bene, anche qualche prete lo ha detto e la pensa così. Anch'io ora mi sento sollevato. Sono fatto così, in modo troppo semplicistico, ho sbagliato io. Sto male, chiedo perdono".
11) Maggio 2009: la commissione d’inchiesta istituita dal governo irlandese pubblica un rapporto in cinque volumi e oltre 2.500 pagine dal quale risulta che la pedofilia tra il clero irlandese era “endemica” sino ad un decennio fa.
Negli anni Trenta la pedofilia era “endemica” e veniva praticata benché le gerarchie ecclesiastiche e lo stesso Vaticano ne fossero consapevoli. Il dossier, frutto di un lavoro di nove anni, parla di migliaia di casi, che hanno avuto luogo, in particolare, all’interno dei riformatori: secondo quanto riporta l’Indipendent, “i ragazzi erano trattati più come schiavi e prigionieri che come persone in possesso di diritti legali”. La commissione ha ritenuto la difesa opposta dagli ordini religiosi “non plausibile”.
12) martedì 5 maggio 2009: papa Benedetto XVI dispone un'ispezione sulle istituzioni legate all'ordine dei Legionari di Cristo, dopo le accuse al fondatore Marcial Maciel di abusi sessuali e relazioni illecite, dalle quali sarebbe nata anche una figlia. Lo riferisce l'agenzia messicana Notimex citando «fonti confidenziali». Della commissione faranno parte i vescovi Ricardo Watty Urquidi, messicano, Charles Joseph Chaput, arcivescovo di Denver, negli Stati Uniti, e l'italiano Giuseppe Versaldi, vescovo di Alessandria. Con loro, anche il sacerdote gesuita Gianfranco Ghirlanda, rettore della Pontificia università gregoriana di Roma, incaricato delle indagini negli istituti educativi dei Legionari. Potrebbe poi aggiungersi in un secondo momento un incaricato per il sud America. Nei prossimi mesi la «visita apostolica» toccherà tutte le comunità della Legione nel mondo e si concluderà con la consegna di un rapporto, protetto dal segreto pontificio, alle autorità vaticane.
13) 27 maggio 2009: Dopo lo choc provocato dalla pubblicazione del rapporto sugli abusi perpetrati nel corso di decenni da molti ecclesiastici nei confronti di minori, il primo ministro irlandese Brian Cowen, come riporta il portale On Faith, ha dichiarato che il paese riformerà i suoi servizi sociali destinati all’infanzia in linea con le risultanze del rapporto stesso. Il premier ha altresì espresso la sua “profonda vergogna” per quanto accaduto e per l’incapacità dello Stato nel fronteggiare in passato il problema. Ha anche chiesto che gli ordini ecclesiastici aumentino volontariamente le somme stanziate per compensare le vittime: alcuni ordini hanno già manifestato disponibilità in tal senso.