Oggi, 5
gennaio 2016, è stata diffusa dal sito WEB il Picchio News la notizia della mia
morte, intervenuta all'età di 68 anni per cause che non mi sono state
comunicate. Un giornalista di Macerata, appresa la notizia, ha telefonato alla
mia utenza domestica e ha chiesto a mia moglie -che ha risposto alla chiamata-
se era o meno vero che ero morto. Fortunatamente ero presente in casa e la cosa
si è risolta senza traumi (per mia moglie), con un’allegra risata e senza alcun
gesto scaramantico, che sarebbe peraltro risultato inopportuno per chi ha fatto
del raziocinio il proprio cavallo di battaglia. La notizia è stata
rimossa ma, essendo rimbalzata su Facebook, sono stato raggiunto da altre
telefonate di altri giornalisti, di amici e parenti.
Pur
essendo consapevole dell’oramai prossima scadenza biologica e che l’evento odierno
è solo rinviato a data da destinarsi, rassicuro i lettori sulla mia attuale
persistenza in vita (almeno così mi sembra di percepire), sperando che quest’ultima
notizia non risulti particolarmente sgradita ai crociati e ai fans del
crocifisso e di altri simboli religiosi.
Riporto qui di seguito il testo
del necrologio pubblicato oggi, avendo cura di rimarcare che non sono mai stato
un giudice amministrativo e che il menzionato Luigi Tosti, Presidente del TAR
del Lazio è, per sua fortuna, soltanto un mio omonino.
Morto a 68 anni Luigi Tosti, il giudice “anticrocifisso”
5 gennaio
2016 di Picchio News
E’ morto all’età di 68
anni il magistrato Luigi Tosti, originario di Cingoli e diventato famoso in
tutta Italia per essere stato il primo giudice che tolse il crocifisso
dall’aula di giustizia.
La sua battaglia era cominciata a Camerino. Nel suo
ufficio, all’interno del piccolo tribunale ora dismesso, aveva preteso che si
togliesse il crocifisso o che si esponesse anche la menorah ebraica. Poi la
stessa presa di posizione si era estesa anche per quanto riguardava le aule
delle udienze civili e penali. Era l’ottobre del 2002. Inevitabilmente la
carriera professionale del magistrato subì una interruzione, con sospensioni e
giudizi davanti al CSM. Ma Tosti aveva deciso di condurre fino alla fine la sua
battaglia, insieme alla associazione degli atei e agnostici d Italia.
Nel 2006 la sezione disciplinare del Consiglio
superiore della magistratura lo sospese dalle funzioni e dallo stipendio in
seguito alla condanna a sette mesi di reclusione e all’interdizione dai
pubblici uffici per un anno inflittagli dal Tribunale dell’Aquila nel novembre
2005, poi nel 2009 viene assolto in Cassazione. Nel 2010 è stato
definitivamente espulso dalla Magistratura. «Del resto lo stesso Tosti,
difendendosi da sé, aveva in qualche modo considerata logica questa
conclusione: “O date ragione a me e rimuovete i crocefissi da tutte le aule di
giustizia” aveva detto ai suoi giudici “oppure non potete fare altro che
cacciarmi dalla magistratura”» (Giorgio Dell’Arti)
Nel 2008 il suo rifiuto di fare udienza in aule dove
fosse presente il crocifisso gli è costato una nuova condanna ad un anno di
reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici (pena sospesa), ma
venne assolto in appello nel 2012, “a mia insaputa e contro la mia volontà. Il
primo motivo che avevo scritto nel ricorso alla sentenza di primo grado era che
non avevo commesso nessun reato perché le udienze erano state tenute da altre
persone. Ho rinunciato a questo motivo, perché volevo che i giudici si
pronunciassero su altre questioni. Alla fine io sono stato assolto d’ufficio
per quel motivo”.
Nel giugno 2008 era presidente della II sezione del
Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso presentato dal Codacons e da un
comitato di residenti del quartiere Ostiense contro le aree di parcheggio a
pagamento, invalidò le strisce blu in tutta la capitale (il Comune qualche
giorno dopo le ripristinò nel centro storico).
A Camerino, dopo le note vicende, non era più tornato
e si era ritirato a vivere a Rimini. Aveva un blog e l’ultimo post porta la
data del 26 novembre.
2 commenti:
Carissimo Luigi, mi è preso un colpo quando ho letto della "tua morte". Poi dal mio blog, in cui da anni ho il link al tuo, sono arrivato a questo articolo ed ho appreso con immenso sollievo e piacere che non era vero. Per me (ed immagino anche per molti altri) sei una persona coraggiosa, degna di ammirazione; una persona che stimo tantissimo per le tue battaglie, per le tue idee. Sono felicissimo che si sia trattato diciamo di uno scherzo di pessimo gusto. Ti auguro una lunghissima vita affinché tu possa continuare a dilettarci con i tuoi articoli e con le tue battaglie. Con immensa stima e felicità per aver appreso dalle tue stesse parole di essere ancora vivo. Un forte abbraccio Attilio da Caracas
Carissimo Attilio, ti ringrazio ancora una volta per l'affetto e la stima che mi dimostri. Sembra, comunque, che non si è trattato di uno scherzo ma di un errore dovuto ad un'omonimia, anche se non è stato precisato "chi" sarebbe l'effettivo giudice, col mio stesso nome e cognome, che sia morto ieri. La cosa importante, comunque, è che sempre più persone raccolgano nel futuro il testimone della "staffetta" che stiamo portando avanti nella nostra vita per far sì che la laicità divenga il pilastro portante di qualsiasi Nazione civile.
Buona anno da Rimini e un pensiero ammirato per le bellezze naturalistiche del tuo Venezuela (che posso apprezzare grazie ai molti documentari mandati in onda dalle TV).
Luigi ed Emilia
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