Il caso risale al 2002. Una delle opere esposte dell'artista Dorota Nieznalska ad un’esposizione di Danzica “offende” la Lega delle famiglie polacche; essa rappresenta i genitali maschili su una croce. La Lega delle Famiglie polacche denuncia l’artista per “offese alle credenze religiose altrui”.
IL PROCESSO DI DOROTA NIEZNALKA (pubblicato il 28/09/2006 in ProChoix da Agata Araszkiewicz, critico d'arte, tradotto dal polacco da Monika Karbowski):
"Specie di puttana, troia, puttanaccia"" A Tel Aviv! "" Nieznalska è sicuramente ebrea!"- Questi sono alcuni degli insulti e delle ingiurie urlate durante l’udienza davanti alla Corte d'appello di Danzica, nel marzo 2005, all’indirizzo di Dorota Nieznalska, prima artista polacca ad essere stata condannata, nel luglio 2003, per "vilipendio della religione". "Nell’aula della Corte alcune vecchie puntano contro di lei dei crocifissi come delle pistole, sbandierando dei rosari. Più volte il giudice, irritato, ordina lo sgombero dell’aula”. Un giornalista del quotidiano "Gazeta Wyborcza" descrive così l'atmosfera del processo [1]. Davanti alla Corte d'Appello vi erano le milizie delle Gioventù Pan-polacche, mentre su Internet tra gli irriferibili commenti vi erano insulti come "cagna" o minacce come quella di "tagliarle la testa" o "appenderla per le palle", che si riferiscono alle punizioni inflitte alle donne in tempo di guerra o agli uomini nei Paesi islamici per crimini sessauli come andare a letto con il nemico o violare il codice d'onore maschile e la "verginità sessuale" [2]. Ogni volta che parlo di questo caso non riesco a capire come una simile isteria sia potuta scoppiare. Il caso Nieznalski testimonia a mo’ di barometro il degrado in cui versa la democrazia della Polonia.
Che cosa ha fatto questa giovane artista di 33 anni (sottolineiamo che ella ha oggi "l'età di Cristo"!) alla società polacca per meritare una tale valanga di odio? Nel gennaio 2001 un gruppo di giovani skinheads, il responsabile delle Gioventù Pan-polacche di Danzica e due deputati della Lega delle famiglie polacche (Gertruda Szumska e Robert Strak) hanno occupato "l'isola - Progresso", la galleria d'arte studentesca presso l'Accademia delle Belle Arti di Danzica, subito dopo la chiusura della mostra di Dorota Nieznalska. Gli occupanti, avvisati da una trasmissione della televisione privata TVN, hanno preteso che la galleria esponesse e rimettesse l'opera "Pasja [3], che era appena stata rimossa.
L'opera consisteva in una scatola luminosa a forma di croce d’acciaio nella quale era stata incorporata una foto riproducente degli organi genitali maschili "inoffensivi", cioè in stato di riposo. Un video, che mostrava gli esercizi di un giovane uomo in una palestra di culturismo, completava l'opera.
Il messaggio era chiaro: si trattava di una critica nei confronti delle ossessioni di corpi potenti e muscolosi e del culto della forza fisica che impone ai giovani di sacrificare con passione lunghe ore di allenamento doloroso e prossimo all’auto-distruzione. E tutto in nome di un potenza sacralizzata che dovrebbe portare alla superiorità fisica. Ovvero: l'autoerotismo maschile camuffato come culto quasi religioso della guerra domina la nostra civiltà. Oppure, secondo un’interpretazione più conservatrice: l'ideale contemporaneo della virilità s’è allontanato dall’ideale della Croce, dall’ideale cristiano di compassione e di solidarietà per abbracciare il culto della violenza e della illusione dell’onnipotenza maschile. Un’altra delle opere di Nieznalska intitolata "L’Onnipotenza: genere maschile" (2000) preannunciava già la critica dell’autoerotismo maschile degli esercizi fisici, che nel caso delle donne diventa un’educazione violenta ( "genere femminile", 2001) [4].
Per saperne di più: http://www.brightsfrance.org/forum/viewtopic.php?f=7&t=1380
Condannata, Dorota Nieznalski ha fatto appello.
In appello, nel giugno 2009, l'artista è stata assolta.
Il quotidiano Gazeta Wyborcza ha intitolato la notizia: "vittoria della ragione"
Il procuratore ha fatto però appello contro questa assoluzione.
Un Tribunale deve ora pronunciarsi sulla ricevibilità di questo domanda.
L’associazione umanista polacca ha chiesto di inviare delle lettere sia al procuratore che al presidente di questo tribunale.
Si troveranno gli indirizzi sulla lettera inviata da David Pollock al sito della Federazione umanista europea:
http://www.humanistfederation.eu/download/280-Poland%%
Il promotore dell’associazione umanista polacca è Andrzej Dominiczak dominiczak@wp.pl
IL PROCESSO DI DOROTA NIEZNALKA (pubblicato il 28/09/2006 in ProChoix da Agata Araszkiewicz, critico d'arte, tradotto dal polacco da Monika Karbowski):
"Specie di puttana, troia, puttanaccia"" A Tel Aviv! "" Nieznalska è sicuramente ebrea!"- Questi sono alcuni degli insulti e delle ingiurie urlate durante l’udienza davanti alla Corte d'appello di Danzica, nel marzo 2005, all’indirizzo di Dorota Nieznalska, prima artista polacca ad essere stata condannata, nel luglio 2003, per "vilipendio della religione". "Nell’aula della Corte alcune vecchie puntano contro di lei dei crocifissi come delle pistole, sbandierando dei rosari. Più volte il giudice, irritato, ordina lo sgombero dell’aula”. Un giornalista del quotidiano "Gazeta Wyborcza" descrive così l'atmosfera del processo [1]. Davanti alla Corte d'Appello vi erano le milizie delle Gioventù Pan-polacche, mentre su Internet tra gli irriferibili commenti vi erano insulti come "cagna" o minacce come quella di "tagliarle la testa" o "appenderla per le palle", che si riferiscono alle punizioni inflitte alle donne in tempo di guerra o agli uomini nei Paesi islamici per crimini sessauli come andare a letto con il nemico o violare il codice d'onore maschile e la "verginità sessuale" [2]. Ogni volta che parlo di questo caso non riesco a capire come una simile isteria sia potuta scoppiare. Il caso Nieznalski testimonia a mo’ di barometro il degrado in cui versa la democrazia della Polonia.
Che cosa ha fatto questa giovane artista di 33 anni (sottolineiamo che ella ha oggi "l'età di Cristo"!) alla società polacca per meritare una tale valanga di odio? Nel gennaio 2001 un gruppo di giovani skinheads, il responsabile delle Gioventù Pan-polacche di Danzica e due deputati della Lega delle famiglie polacche (Gertruda Szumska e Robert Strak) hanno occupato "l'isola - Progresso", la galleria d'arte studentesca presso l'Accademia delle Belle Arti di Danzica, subito dopo la chiusura della mostra di Dorota Nieznalska. Gli occupanti, avvisati da una trasmissione della televisione privata TVN, hanno preteso che la galleria esponesse e rimettesse l'opera "Pasja [3], che era appena stata rimossa.
L'opera consisteva in una scatola luminosa a forma di croce d’acciaio nella quale era stata incorporata una foto riproducente degli organi genitali maschili "inoffensivi", cioè in stato di riposo. Un video, che mostrava gli esercizi di un giovane uomo in una palestra di culturismo, completava l'opera.
Il messaggio era chiaro: si trattava di una critica nei confronti delle ossessioni di corpi potenti e muscolosi e del culto della forza fisica che impone ai giovani di sacrificare con passione lunghe ore di allenamento doloroso e prossimo all’auto-distruzione. E tutto in nome di un potenza sacralizzata che dovrebbe portare alla superiorità fisica. Ovvero: l'autoerotismo maschile camuffato come culto quasi religioso della guerra domina la nostra civiltà. Oppure, secondo un’interpretazione più conservatrice: l'ideale contemporaneo della virilità s’è allontanato dall’ideale della Croce, dall’ideale cristiano di compassione e di solidarietà per abbracciare il culto della violenza e della illusione dell’onnipotenza maschile. Un’altra delle opere di Nieznalska intitolata "L’Onnipotenza: genere maschile" (2000) preannunciava già la critica dell’autoerotismo maschile degli esercizi fisici, che nel caso delle donne diventa un’educazione violenta ( "genere femminile", 2001) [4].
Per saperne di più: http://www.brightsfrance.org/forum/viewtopic.php?f=7&t=1380
Condannata, Dorota Nieznalski ha fatto appello.
In appello, nel giugno 2009, l'artista è stata assolta.
Il quotidiano Gazeta Wyborcza ha intitolato la notizia: "vittoria della ragione"
Il procuratore ha fatto però appello contro questa assoluzione.
Un Tribunale deve ora pronunciarsi sulla ricevibilità di questo domanda.
L’associazione umanista polacca ha chiesto di inviare delle lettere sia al procuratore che al presidente di questo tribunale.
Si troveranno gli indirizzi sulla lettera inviata da David Pollock al sito della Federazione umanista europea:
http://www.humanistfederation.eu/download/280-Poland%%
Il promotore dell’associazione umanista polacca è Andrzej Dominiczak dominiczak@wp.pl
1 commento:
Se la Polonia fosse rimasta nell'orbita occidentale oggi sarebbe più laica, il cattolicesimo è stata una forma di resistenza al comunismo.
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