Questo che segue è il resoconto della confessione di un prete pedofilo che, oggi 20 maggio 2009, i TG della RAI hanno diffuso per denunciare, a tambur battente, i casi di pedofilia perpetrati per anni e anni nell'Istituto cattolico Provolo di Verona:
Sì, sono stato un pedofilo: lo sono stato anche all'istituto Provolo di Verona... Il religioso parla di quello che ha fatto e di quello che ha visto: "Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro e mi vergogno dei preti che stanno zitti o rinnegano, c'è ipocrisia e omertà".
Decenni di abusi sessuali da parte di sacerdoti e fratelli laici, questo hanno denunciato 67 sordomuti che da bambini hanno frequentato gli istituti Provolo di Verona e Chievo. Dopo l'articolo in cui, nello scorso gennaio 'L'espresso' ha raccontato la vicenda, il Vaticano ha convocato il vescovo Giuseppe Zenti e, alcuni giorni fa, anche tre sacerdoti.
Ma ora un religioso ha scelto di parlare pubblicamente. Si presenta con nome e cognome, chiedendo che non venga pubblicato. Ma la sua identità è nota ai magistrati che si occupano della vicenda: "Se al Provolo sapessero che vi parlo", spiega nel chiedere l'anonimato, "sarei subito cacciato e non so dove andare. Ho l'incubo di rimanere senza casa".
L'uomo appare a lunghi tratti freddo, distaccato, poi d'improvviso cede e si lascia andare a un pianto soffocato: "Sì, sono uno di quelli accusati dai sordomuti che vivevano nell'istituto Provolo di Verona e quelle cose le ho fatte. Non c'è più nulla da nascondere. Io almeno ho il coraggio di dirlo, gli altri tacciono e se ne stanno in silenzio".
Poi racconta di avere cominciato ad abusare dei ragazzini a inizio anni Sessanta: "Il primo aveva 7-8 anni, non ricordo esattamente. Sono andato con una quindicina di piccoli sordomuti, con cinque o sei ho avuto rapporti più frequenti". Poi precisa che erano 13, ma "forse un paio in più".
Quante volte ha abusato di loro?
"Una o due volte al mese, a volte passava più tempo".
E quanto sono durate le violenze?
"Moltissimi anni. Non ricordo esattamente, ma molti, molti anni. Ho cominciato da giovane e non mi rendevo conto, allora ero un semplice assistente. Lo facevano quasi tutti, anche in altri istituti. Era normale. Questo era l'andazzo".
Lei ha visto altri abusare dei ragazzini al Provolo?
Scandisce sì e fa due nomi di sacerdoti e quello di un altro religioso: "Si vedevano gli atteggiamenti, si vedeva. Pochi di noi si sono salvati dalla pedofilia".
Qualcuno è mai stato cacciato dal Provolo per pedofilia?
"Sì, fratello.". Fatto confermato da don Danilo Corradi, il superiore dell'istituto Provolo, in una intervista registrata.
Perché lui sì e gli altri no, visto che sotto accusa sono finiti in 25?
"Era un violento, il più cattivo, faceva male ai ragazzini ed è stato mandato via".
Quando è successo?
"Se non sbaglio, nei primi anni Settanta".
Sono continuate le violenze sessuali, anche dopo quell'episodio?
"Sì".
Può dire se sono terminate a metà degli anni '80, epoca a cui risale l'ultimo caso documentato da 'L'espresso'?
"Non so, non potrei dirlo. Non ne sono sicuro. Non posso escluderlo".
I responsabili dell'Istituto sapevano?
"Sì, lo sapevano. Per forza che lo sapevano".
Altri ne erano a conoscenza?
"È probabile".
Ha confessato la pedofilia ad altri preti?
"No, mi mettevo in ginocchio, confessavo davanti a Dio e pregavo. E chiedevo scusa al Signore. La pedofilia mi ha sfalsato la vita. Ma trovavo nei ragazzini una certa bellezza, una certa attrazione".
Fra voi avete parlato dell'accusa di pedofilia dopo l'inchiesta de 'L'espresso'?
"Sì, la reazione è stata brutta, scioccante, ma la maggior parte è rimasta in silenzio, perché sapeva. È venuta fuori una catena di odio fra i sacerdoti. È difficile condividere la macchia della pedofilia e ognuno ha tenuto per sé i suoi pensieri. Poi l'avvocato ci ha detto di non parlare con nessuno. Qualcuno però ha parlato e ha fatto bene, anche qualche prete lo ha detto e la pensa così. Anch'io ora mi sento sollevato. Sono fatto così, in modo troppo semplicistico, ho sbagliato io. Sto male, chiedo perdono".
NOTIZIA POSTATA DA AGENZIA DI STAMPA "CRONACARAIINSABBIATA"
Sì, sono stato un pedofilo: lo sono stato anche all'istituto Provolo di Verona... Il religioso parla di quello che ha fatto e di quello che ha visto: "Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro e mi vergogno dei preti che stanno zitti o rinnegano, c'è ipocrisia e omertà".
Decenni di abusi sessuali da parte di sacerdoti e fratelli laici, questo hanno denunciato 67 sordomuti che da bambini hanno frequentato gli istituti Provolo di Verona e Chievo. Dopo l'articolo in cui, nello scorso gennaio 'L'espresso' ha raccontato la vicenda, il Vaticano ha convocato il vescovo Giuseppe Zenti e, alcuni giorni fa, anche tre sacerdoti.
Ma ora un religioso ha scelto di parlare pubblicamente. Si presenta con nome e cognome, chiedendo che non venga pubblicato. Ma la sua identità è nota ai magistrati che si occupano della vicenda: "Se al Provolo sapessero che vi parlo", spiega nel chiedere l'anonimato, "sarei subito cacciato e non so dove andare. Ho l'incubo di rimanere senza casa".
L'uomo appare a lunghi tratti freddo, distaccato, poi d'improvviso cede e si lascia andare a un pianto soffocato: "Sì, sono uno di quelli accusati dai sordomuti che vivevano nell'istituto Provolo di Verona e quelle cose le ho fatte. Non c'è più nulla da nascondere. Io almeno ho il coraggio di dirlo, gli altri tacciono e se ne stanno in silenzio".
Poi racconta di avere cominciato ad abusare dei ragazzini a inizio anni Sessanta: "Il primo aveva 7-8 anni, non ricordo esattamente. Sono andato con una quindicina di piccoli sordomuti, con cinque o sei ho avuto rapporti più frequenti". Poi precisa che erano 13, ma "forse un paio in più".
Quante volte ha abusato di loro?
"Una o due volte al mese, a volte passava più tempo".
E quanto sono durate le violenze?
"Moltissimi anni. Non ricordo esattamente, ma molti, molti anni. Ho cominciato da giovane e non mi rendevo conto, allora ero un semplice assistente. Lo facevano quasi tutti, anche in altri istituti. Era normale. Questo era l'andazzo".
Lei ha visto altri abusare dei ragazzini al Provolo?
Scandisce sì e fa due nomi di sacerdoti e quello di un altro religioso: "Si vedevano gli atteggiamenti, si vedeva. Pochi di noi si sono salvati dalla pedofilia".
Qualcuno è mai stato cacciato dal Provolo per pedofilia?
"Sì, fratello.". Fatto confermato da don Danilo Corradi, il superiore dell'istituto Provolo, in una intervista registrata.
Perché lui sì e gli altri no, visto che sotto accusa sono finiti in 25?
"Era un violento, il più cattivo, faceva male ai ragazzini ed è stato mandato via".
Quando è successo?
"Se non sbaglio, nei primi anni Settanta".
Sono continuate le violenze sessuali, anche dopo quell'episodio?
"Sì".
Può dire se sono terminate a metà degli anni '80, epoca a cui risale l'ultimo caso documentato da 'L'espresso'?
"Non so, non potrei dirlo. Non ne sono sicuro. Non posso escluderlo".
I responsabili dell'Istituto sapevano?
"Sì, lo sapevano. Per forza che lo sapevano".
Altri ne erano a conoscenza?
"È probabile".
Ha confessato la pedofilia ad altri preti?
"No, mi mettevo in ginocchio, confessavo davanti a Dio e pregavo. E chiedevo scusa al Signore. La pedofilia mi ha sfalsato la vita. Ma trovavo nei ragazzini una certa bellezza, una certa attrazione".
Fra voi avete parlato dell'accusa di pedofilia dopo l'inchiesta de 'L'espresso'?
"Sì, la reazione è stata brutta, scioccante, ma la maggior parte è rimasta in silenzio, perché sapeva. È venuta fuori una catena di odio fra i sacerdoti. È difficile condividere la macchia della pedofilia e ognuno ha tenuto per sé i suoi pensieri. Poi l'avvocato ci ha detto di non parlare con nessuno. Qualcuno però ha parlato e ha fatto bene, anche qualche prete lo ha detto e la pensa così. Anch'io ora mi sento sollevato. Sono fatto così, in modo troppo semplicistico, ho sbagliato io. Sto male, chiedo perdono".
NOTIZIA POSTATA DA AGENZIA DI STAMPA "CRONACARAIINSABBIATA"
2 commenti:
Mi verrebbe da fare una battutaccia:
"Fortunati quelli coi brufolazzi"
Qualcuno mi ha riferito di non aver sentito questa notizia sui TG di Stato. Sarà forse dipeso da una distrazione nel momento in cui i TG non davano queste notizie.
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