giovedì 6 aprile 2023

Lo SFASCIO della Sanità Pubblica (di Luigi Tosti)

 La Sanità pubblica, grazie all'insipienza dei nostri Augusti Governanti che hanno anche FORAGGIATO la sanità privata, si trova oramai in stato di decozione FALLIMENTARE. Se l'Italia fosse abitata da francesi "incazzosi", i nostri Regnanti si porrebbero qualche scrupolo. Nel mio piccolo, non essendo una pecora, mi do da fare. Per chi ha pazienza, buona lettura. Per i toni non mi scuso: quando ce vo' ce vo'.




All’Azienda USL della Romagna

Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna

P.E.C.: azienda@pec.auslromagna.it

 

Alla GESTIONE SANITARIA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Viale Aldo Moro, 52, 40127, Bologna (BO) regione Emilia-Romagna

responsabile: Presidente Stefano Bonaccini

Pec: urp@postacert.regione.emilia-romagna.it

 

All’AUSL Romagna

Ambito di Rimini

Ufficio Relazioni col pubblico

urp.rn@auslromagna.it

 

Al Ministro della Salute

PEC: spm@postacert.sanita.it

 

E, per conoscenza:

 

Spett.le CITTADINANZATTIVA

Sede nazionale: Via Cereate 6, 00183 Roma

PEC: cittadinanzattiva@pec.it

 

OGGETTO:

1°) Prenotazione di VISITA NEUROCHIRURGICA della cittadina_________ in spregio al contenimento della lista d’attesa, codice “D”, previsto dal Piano nazionale di liste d’attesa;

2°) MANCATA RISPOSTA alla PEC del 22.3.23 con la quale è stata richiesta l’IMMEDIATA individuazione della struttura pubblica o accreditata che eroghi la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni o, in caso di indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate, che la prestazione venga erogata in intramoenia, senza oneri aggiuntivi, ai sensi decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13.

IN FATTO

[1]             In data 18 marzo 2023 mia moglie ________, sofferente di lancinanti dolori alla schiena che si propagavano alla gamba destra, dopo aver effettuato una visita presso il Medico di base, onde evitare il “protocollo” DILATORIO che è stato volpinamente architettato dalla AUSL per costringere i cittadini ad effettuare una RM o una TAC a proprie spese (protocollo che prevede dapprima una INUTILE RX e, poi, una RM o una TAC, e quindi con due “step” e due ticket che si protraggono per anni), si è fatta prescrivere direttamente una RM che, per una “MIRACOLOSA” “accelerazione” “fisico/nucleare” indotta dal “danaro contante”, è stata eseguita in UN SOLO GIORNO dalla Casa di Cura Villa Maria, con grazioso esborso di 180 euro in contanti, ingentilito come di consueto dall’erogazione di un ulteriore balzello di 2 euro a titolo di “bollo quietanza” (lo Stato, non pago di non essere in grado di erogare le prestazioni sanitarie alle quali i cittadini avrebbero il diritto, non esita a speculare sulla “salute” dei cittadini ammalati, VESSANDOLI anche con ulteriori balzelli, come quello del “bollo quietanza”).

[2]             Ottenuto il referto, che evidenziava tra l’altro ____________, il medico di base ____________ ha prescritto, con RICETTA ELETTRONICA del 21.3.2023 che nuovamente allego, una VISITA NEUROCHIRURGICA con codice PRIORITÀ lettera “D (Differibile)”.

[3]             Contattato il CUP per via telefonica, la prestazione VISITA NEUROCHIRURGICA è stata fissata per il giorno 25/06/2024, ore: 12:50, presso NCH PERIFERICO - Bufalini Piastra Servizi - Amb. 17 - Piazzale Giommi 140, come da prenotazione Codice “0064965831” che allego, ovverosia alla distanza di BEN UN ANNO e TRE MESI contro i 30 GIORNI prescritti dal codice “D”.

[4]             A questo punto.

a)                posto che la prestazione diagnostica specialistica VISITA NEUROCHIRURGICA sarebbe” inserita nel Piano nazionale di contenimento delle liste d’attesa;

b)               posto che la prestazione in oggetto è stata prescritta con il codice di urgenza “D”;

c)                posto che il Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa stabilisce che la prenotazione codice “D” debba essere erogata entro 30 giorni;

d)               posto che l’attesa di BEN UN ANNO e TRE MESI nell’esecuzione della visita neurochirurgica CONCRETIZZA un SOSTANZIALE DINIEGO di ASSISTENZA SANITARIA;

e)                posto che anche un imbecille a denominazione di origine controllata, certificato ISO 2000 e marcato CE, è in grado di capire che l’esecuzione della “visita neurochirurgica” a distanza di UN anno e TRE mesi interverrebbe o DOPO la spontanea guarigione della paziente (magari per miracolosa intercessione della madonna di Lourdes o di Merd-Jugorje o di una della tante altre madonne e santi venerati dalla Regione Emilia Romagna), oppure dopo la maturazione di danni neurologici, magari irreversibili;

f)                 posto che anche l’imbecille a denominazione di origine controllata, che ho sopra menzionato, è in grado di capire che il referto neurochirurgico, che ho ottenuto in data 18.3.2023 dietro pagamento del balzello di 182 euro a mie spese, sarebbe valutato come INUTILE o SCARSAMENTE UTILE dal neurochirurgo che visitasse mia moglie tra UN ANNO e TRE MESI, con conseguente NECESSITÀ di REITERARE la RM per avere un quadro RECENTE ed AGGIORNATO, con un perverso meccanismo di rinvii che rimanderebbe all'INFINITO l'esecuzione della vistiva neurochirurgica;

Per Tutti Questi Motivi

ho fatto chiedere a mia moglie, con PEC del 22.3.2023:

- Che la prestazione sia erogata entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito nel Piano di Governo delle liste d’attesa come da indicazione del Medico prescrittore;

- Che la ASL provveda IMMEDIATAMENTE ad individuare una struttura pubblica o accreditata che eroghi la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito;

- Che in caso di indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate che possano erogare la prestazione secondo la prescrizione, la ASL provveda all’erogazione della prestazione in intramoenia, senza oneri aggiuntivi da parte mia, ai sensi decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13.

         Per la ricezione della RISPOSTA ho lasciato i seguenti recapiti:

_______________

[5]             A questa PEC è seguito il CONSUETO ed ENCOMIABILE SILENZIO della Pubblica Amministrazione (nella specie: Regione Emilia Romagna), in ordine al quale non ho ovviamente NULLA da RECRIMINARE o LAMENTARMI, posto che i cittadini italioti sono sostanzialmente considerati dei FRAMMENTI FECALI (nel senso di: “pezzi di merda”), indegni di ricevere dalla P.A. delle RISPOSTE alle loro istanze.

[6]             Senonché accade che qualche volta anche i frammenti fecali come lo scrivente -che ha un’indole più francese che italiota- si alterano (nel senso di: si incazzano), quando apprendono dai media e da certe trasmissioni:

a)                che lo Stato e le Regioni sono riuscite ad AFFOSSARE il Servizio Sanitario Pubblico a favore di quello privato, SMANTELLANDOLO con “TAGLI” a discapito del pubblico ed elargizioni a favore del privato;

b)               che lo Stato italiano è riuscito, con il “numero chiuso” per l’accesso alle facoltà di medicina, a creare un VUOTO spaventoso di nuovi medici che siano in grado di sostituire quelli che già sono insufficienti e che diverranno ancor più esigui con gli inevitabili pensionamenti;

c)                che lo Stato italiano, sottopagando i medici e gli infermieri, è riuscito ad innescare un “fuggi-fuggi” dal pubblico al privato che ha fatto collassare i pronti soccorsi e i reparti ospedalieri in genere;

d)               che il personale ospedaliero “fuggito” dal pubblico si è “coalizzato” in “cooperative” che eseguono oggi, a prezzi esorbitanti ed offensivi di chi seguita a lavorare nel pubblico, quelle medesime prestazioni che il settore pubblico, a causa della sua insipienza, non è più in grado di erogare (vedi medici del pronto soccorso);

e)                che le Regioni (non ultima la clericale e baciapile Emilia-Romagna), anziché assumere medici ed infermieri, hanno assunto e seguitano ad assumere i cosiddetti “CAPPELLANI OSPEDALIERI” che, grazie all’illuminata circolare del 2.1.1973 prot. n. 900/1 del MINISTRO della SANITÁ Remo Gaspari (del secondo Governo Andreotti), sono parificati agli “insegnanti di religione cattolica”, che sono cioè SCELTI dal Vescovo ma pagati, guarda caso, con le tasse degli imbecilli contribuenti italioti;

f)                 che lo “stato di DECOMPOSIZIONE” in cui versa, oramai, la cd. “Sanità Pubblica”, è tale da far sì che i tempi delle liste di attesa abbiano raggiunto dimensioni SIDERALI nell’ambito dell’intero territorio nazionale (con variabili legate ai territori delle singole regioni), al punto tale che le “prestazioni sanitarie” vengono oramai programmate “a babbo, mamma e nonni morti”, ovverosia dopo il DECESSO dei “pazienti”, sicché c’è da chiedersi se, anziché prendere per il culo i cittadini italiani, non sia meglio DICHIARARE, pubblicamente, il FALLIMENTO della “sanità Pubblica” ed invitare i regnicoli italioti, sudditi della Repubblica Pontificia Italiana, a rivolgersi DIRETTAMENTE a Padre Pio o a Gesù o al Suo Divino Babbo (per i musulmani: Allah; per gli ebrei: Yavè) per impetrare le guarigioni, oppure a rivolgersi DIRETTAMENTE alla Sanità privata, gestita in gran parte dalla Chiesa e dal Vaticano e sovvenzionata dallo Stato con tasse degli italiani, anziché seguitare a rompere le scatole all’eterea, evanescente ed ectoplasmatica Sanità Pubblica, seguendo le sagge orme di papa Bergoglio, neo-poverello di Assisi, che quando sta male non si rivolge a Padre Pio o a Gesù o al suo Divino padre, di cui è peraltro Legale Rappresentante su questo Pianeta Terra, ma per motivi a me incomprensibili si rivolge allo stuolo di medici ed infermieri che, senza prenotazione al CUP, lo accolgono calorosamente al decimo piano del Policlinico Gemelli, INTERAMENTE DESTINATO a Sua Santità che, non a caso, ha scelto il nome d’arte Francesco per ASSIMILARSI, con l’“umiltà” e la “coerenza” che lo connotano, al Santo poverello di Assisi.

[7]             Pertanto, sulla base di quanto sopra esposto,

IN VIA PRINCIPALE chiedo, per la seconda volta:

- Che la prestazione venga erogata entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito nel Piano di Governo delle liste d’attesa come da indicazione del Medico prescrittore;

- Che la ASL provva IMMEDIATAMENTE ad individuare una struttura pubblica o accreditata che eroghi la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito;

- Che in caso di indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate che possano erogare la prestazione secondo la prescrizione, la ASL provveda all’erogazione della prestazione in intramoenia, senza oneri aggiuntivi da parte mia, ai sensi decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13.

IN VIA SUBORDINATA, al fine di porre termine ai dolori e alle sofferenze di mia moglie:

a)                CHIEDO che le venga praticata l’EUTANASIA da parte del Servizio Sanitario Nazionale;

b)               CHIEDO, in caso di rigetto anche di questa richiesta di EUTANASIA, motivata magari dall’opposizione della Chiesa e della Meloni, che mi vengano forniti i medicinali idonei per SOPPRIMERE mia moglie.

         Sperando di essere stato sufficientemente chiaro, nonché di essere riuscito ad esternare almeno l’1 % del senso di nausea e di schifo per lo SFASCIO totale della Sanità Pubblica, che non riguarda solo il caso contingente di mia moglie, ma TUTTI i mansueti e pecoroni sudditi italioti, porgo i più distinti saluti, confidando ovviamente nell’ulteriore SILENZIO delle Alte Gerarchie della cosiddetta Sanità Pubblica.

Sotto il profilo strettamente giuridico CHIEDO di sapere quale senso abbia -pardòn mi correggo: quale cazzo di senso abbia- prevedere con NORME di LEGGE le "liste di attesa", quando poi il Sistema Sanitario Nazionale NON è in grado di RISPETTARE la LEGGE nei confronti di TUTTI i sudditi italioti.

         Darò la massima diffusione mediatica a questa PEC.

POST SCRIPTUM: per porre immediato rimedio allo sfascio della Sanità Pubblica suggerirei a tutte le Regioni e al Ministro della Sanità di licenziare TUTTO il personale MEDICO ed INFERMIERISTICO pubblico -anche di base- e di assumere, in sua vece, un ulteriore esercito di “cappellani ospedalieri” (ovviamente SOLO cattolici), i quali, essendo direttamente collegati col Padre Eterno e con i Santi, sono in grado di dispensare tutte le cure mediche ai regnicoli italiani, garantendo anche guarigioni miracolose.

Rimini, addì 3 del mese di aprile dell’anno 2023 D.i.C.

                                                        Avv. Luigi Tosti


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