La Sanità pubblica, grazie all'insipienza dei nostri Augusti Governanti che hanno anche FORAGGIATO la sanità privata, si trova oramai in stato di decozione FALLIMENTARE. Se l'Italia fosse abitata da francesi "incazzosi", i nostri Regnanti si porrebbero qualche scrupolo. Nel mio piccolo, non essendo una pecora, mi do da fare. Per chi ha pazienza, buona lettura. Per i toni non mi scuso: quando ce vo' ce vo'.
All’Azienda USL della Romagna
Servizio Sanitario Regionale
Emilia-Romagna
P.E.C.: azienda@pec.auslromagna.it
Alla
GESTIONE SANITARIA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Viale
Aldo Moro, 52, 40127, Bologna (BO) regione Emilia-Romagna
responsabile:
Presidente Stefano Bonaccini
Pec: urp@postacert.regione.emilia-romagna.it
All’AUSL
Romagna
Ambito
di Rimini
Ufficio
Relazioni col pubblico
urp.rn@auslromagna.it
Al
Ministro della Salute
PEC:
spm@postacert.sanita.it
E,
per conoscenza:
Spett.le
CITTADINANZATTIVA
Sede
nazionale: Via Cereate 6, 00183 Roma
PEC:
cittadinanzattiva@pec.it
OGGETTO:
1°) Prenotazione di VISITA
NEUROCHIRURGICA della cittadina_________ in spregio al contenimento della lista
d’attesa, codice “D”, previsto dal Piano nazionale di liste d’attesa;
2°)
MANCATA RISPOSTA alla PEC del 22.3.23 con la quale è stata
richiesta l’IMMEDIATA individuazione della struttura pubblica o accreditata che
eroghi la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni o, in caso di
indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate, che la prestazione venga
erogata in intramoenia, senza oneri aggiuntivi, ai sensi decreto legislativo n.
124/1998 articolo 3, comma 13.
IN FATTO
[1]
In data 18 marzo
2023 mia moglie ________, sofferente di lancinanti dolori alla schiena che si
propagavano alla gamba destra, dopo aver effettuato una visita presso il Medico
di base, onde evitare il “protocollo” DILATORIO che è stato volpinamente architettato
dalla AUSL per costringere i cittadini ad effettuare una RM o una TAC a proprie spese (protocollo che
prevede dapprima una INUTILE RX e, poi, una RM o una TAC, e quindi con due
“step” e due ticket che si protraggono per anni), si è fatta prescrivere direttamente
una RM che, per una “MIRACOLOSA” “accelerazione” “fisico/nucleare” indotta dal
“danaro contante”, è stata eseguita in UN SOLO GIORNO dalla Casa di Cura Villa
Maria, con grazioso esborso di 180 euro in contanti, ingentilito come di
consueto dall’erogazione di un ulteriore balzello di 2 euro a titolo di “bollo
quietanza” (lo Stato, non pago di non essere in grado di erogare le prestazioni
sanitarie alle quali i cittadini avrebbero il diritto, non esita a speculare
sulla “salute” dei cittadini ammalati, VESSANDOLI anche con ulteriori balzelli,
come quello del “bollo quietanza”).
[2]
Ottenuto il
referto, che evidenziava tra l’altro ____________, il medico di base ____________
ha prescritto, con RICETTA ELETTRONICA del 21.3.2023 che nuovamente allego, una
VISITA NEUROCHIRURGICA con codice PRIORITÀ lettera “D (Differibile)”.
[3]
Contattato il
CUP per via telefonica, la prestazione VISITA NEUROCHIRURGICA è stata fissata
per il giorno 25/06/2024, ore: 12:50, presso NCH
PERIFERICO - Bufalini Piastra Servizi - Amb. 17 - Piazzale Giommi 140, come da
prenotazione Codice “0064965831” che allego, ovverosia alla distanza di BEN UN
ANNO e TRE MESI contro i 30 GIORNI prescritti dal codice “D”.
[4]
A questo
punto.
a)
posto che la
prestazione diagnostica specialistica VISITA NEUROCHIRURGICA sarebbe” inserita nel Piano nazionale
di contenimento delle liste d’attesa;
b)
posto che la prestazione
in oggetto è stata prescritta con il codice di urgenza “D”;
c)
posto che il
Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa stabilisce che la prenotazione codice
“D” debba essere erogata entro 30 giorni;
d)
posto che l’attesa
di BEN UN ANNO e TRE MESI nell’esecuzione della visita neurochirurgica
CONCRETIZZA un SOSTANZIALE DINIEGO di ASSISTENZA SANITARIA;
e)
posto che anche
un imbecille a denominazione di origine controllata, certificato ISO 2000 e
marcato CE, è in grado di capire che l’esecuzione della “visita
neurochirurgica” a distanza di UN anno e TRE mesi interverrebbe o DOPO la
spontanea guarigione della paziente (magari per miracolosa intercessione della
madonna di Lourdes o di Merd-Jugorje o di una della tante altre madonne e santi
venerati dalla Regione Emilia Romagna), oppure dopo la maturazione di danni
neurologici, magari irreversibili;
f)
posto che anche
l’imbecille a denominazione di origine controllata, che ho sopra menzionato, è
in grado di capire che il referto neurochirurgico, che ho ottenuto in data
18.3.2023 dietro pagamento del balzello di 182 euro a mie spese, sarebbe
valutato come INUTILE o SCARSAMENTE UTILE dal neurochirurgo che visitasse mia
moglie tra UN ANNO e TRE MESI, con conseguente NECESSITÀ di REITERARE la RM per
avere un quadro RECENTE ed AGGIORNATO, con un perverso meccanismo di rinvii che rimanderebbe all'INFINITO
l'esecuzione della vistiva neurochirurgica;
Per Tutti Questi Motivi
ho fatto chiedere a mia
moglie, con PEC del 22.3.2023:
- Che la prestazione sia
erogata entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito nel Piano di Governo
delle liste d’attesa come da indicazione del Medico prescrittore;
- Che la ASL provveda
IMMEDIATAMENTE ad individuare una struttura pubblica o accreditata che eroghi
la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito;
- Che in caso di
indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate che possano erogare la prestazione
secondo la prescrizione, la ASL provveda all’erogazione della prestazione in intramoenia,
senza oneri aggiuntivi da parte mia, ai sensi decreto legislativo n. 124/1998
articolo 3, comma 13.
Per la ricezione della RISPOSTA ho lasciato i seguenti
recapiti:
_______________
[5]
A questa PEC
è seguito il CONSUETO ed ENCOMIABILE SILENZIO della Pubblica Amministrazione
(nella specie: Regione Emilia Romagna), in ordine al quale non ho ovviamente
NULLA da RECRIMINARE o LAMENTARMI, posto che i cittadini italioti sono
sostanzialmente considerati dei FRAMMENTI FECALI (nel senso di: “pezzi di
merda”), indegni di ricevere dalla P.A. delle RISPOSTE alle loro istanze.
[6]
Senonché
accade che qualche volta anche i frammenti fecali come lo scrivente -che ha
un’indole più francese che italiota- si alterano (nel senso di: si incazzano),
quando apprendono dai media e da certe trasmissioni:
a)
che lo Stato e le
Regioni sono riuscite ad AFFOSSARE il Servizio Sanitario Pubblico a favore di
quello privato, SMANTELLANDOLO con “TAGLI” a discapito del pubblico ed
elargizioni a favore del privato;
b)
che lo Stato
italiano è riuscito, con il “numero chiuso” per l’accesso alle facoltà di
medicina, a creare un VUOTO spaventoso di nuovi medici che siano in grado di
sostituire quelli che già sono insufficienti e che diverranno ancor più esigui
con gli inevitabili pensionamenti;
c)
che lo Stato
italiano, sottopagando i medici e gli infermieri, è riuscito ad innescare un
“fuggi-fuggi” dal pubblico al privato che ha fatto collassare i pronti soccorsi
e i reparti ospedalieri in genere;
d)
che il personale
ospedaliero “fuggito” dal pubblico si è “coalizzato” in “cooperative” che
eseguono oggi, a prezzi esorbitanti ed offensivi di chi seguita a lavorare nel
pubblico, quelle medesime prestazioni che il settore pubblico, a causa della
sua insipienza, non è più in grado di erogare (vedi medici del pronto soccorso);
e)
che le Regioni
(non ultima la clericale e baciapile Emilia-Romagna), anziché assumere medici
ed infermieri, hanno assunto e seguitano ad assumere i cosiddetti “CAPPELLANI
OSPEDALIERI” che, grazie all’illuminata circolare del 2.1.1973 prot. n. 900/1
del MINISTRO della SANITÁ Remo Gaspari (del secondo Governo Andreotti), sono
parificati agli “insegnanti di religione cattolica”, che sono cioè SCELTI dal
Vescovo ma pagati, guarda caso, con le tasse degli imbecilli contribuenti
italioti;
f)
che lo “stato di
DECOMPOSIZIONE” in cui versa, oramai, la cd. “Sanità Pubblica”, è tale da far
sì che i tempi delle liste di attesa abbiano raggiunto dimensioni SIDERALI
nell’ambito dell’intero territorio nazionale (con variabili legate ai territori
delle singole regioni), al punto tale che le “prestazioni sanitarie” vengono
oramai programmate “a babbo, mamma e nonni morti”, ovverosia dopo il DECESSO
dei “pazienti”, sicché c’è da chiedersi se, anziché prendere per il culo i
cittadini italiani, non sia meglio DICHIARARE, pubblicamente, il FALLIMENTO
della “sanità Pubblica” ed invitare i regnicoli italioti, sudditi della
Repubblica Pontificia Italiana, a rivolgersi DIRETTAMENTE a Padre Pio o a Gesù
o al Suo Divino Babbo (per i musulmani: Allah; per gli ebrei: Yavè) per
impetrare le guarigioni, oppure a rivolgersi DIRETTAMENTE alla Sanità privata,
gestita in gran parte dalla Chiesa e dal Vaticano e sovvenzionata dallo Stato
con tasse degli italiani, anziché seguitare a rompere le scatole all’eterea,
evanescente ed ectoplasmatica Sanità Pubblica, seguendo le sagge orme di papa
Bergoglio, neo-poverello di Assisi, che quando sta male non si rivolge a Padre
Pio o a Gesù o al suo Divino padre, di cui è peraltro Legale Rappresentante su
questo Pianeta Terra, ma per motivi a me incomprensibili si rivolge allo stuolo
di medici ed infermieri che, senza prenotazione al CUP, lo accolgono calorosamente
al decimo piano del Policlinico Gemelli, INTERAMENTE DESTINATO a Sua Santità
che, non a caso, ha scelto il nome d’arte Francesco per ASSIMILARSI, con l’“umiltà”
e la “coerenza” che lo connotano, al Santo poverello di Assisi.
[7]
Pertanto,
sulla base di quanto sopra esposto,
IN VIA PRINCIPALE chiedo, per la seconda
volta:
- Che la prestazione venga
erogata entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito nel Piano di Governo
delle liste d’attesa come da indicazione del Medico prescrittore;
- Che la ASL provva
IMMEDIATAMENTE ad individuare una struttura pubblica o accreditata che eroghi
la prestazioni entro il tempo massimo di 30 giorni stabilito;
- Che in caso di
indisponibilità di strutture pubbliche o accreditate che possano erogare la
prestazione secondo la prescrizione, la ASL provveda all’erogazione della
prestazione in intramoenia, senza oneri aggiuntivi da parte mia, ai sensi
decreto legislativo n. 124/1998 articolo 3, comma 13.
IN VIA SUBORDINATA, al fine di porre
termine ai dolori e alle sofferenze di mia moglie:
a)
CHIEDO che le
venga praticata l’EUTANASIA da parte del Servizio Sanitario Nazionale;
b)
CHIEDO, in caso
di rigetto anche di questa richiesta di EUTANASIA, motivata magari
dall’opposizione della Chiesa e della Meloni, che mi vengano forniti i
medicinali idonei per SOPPRIMERE mia moglie.
Sperando di essere stato sufficientemente chiaro, nonché di
essere riuscito ad esternare almeno l’1 % del senso di nausea e di schifo per
lo SFASCIO totale della Sanità Pubblica, che non riguarda solo il caso contingente
di mia moglie, ma TUTTI i mansueti e pecoroni sudditi italioti, porgo i più
distinti saluti, confidando ovviamente nell’ulteriore SILENZIO delle Alte Gerarchie
della cosiddetta Sanità Pubblica.
Sotto il profilo
strettamente giuridico CHIEDO di sapere quale senso abbia -pardòn mi correggo:
quale cazzo di senso abbia- prevedere con NORME di LEGGE le "liste di
attesa", quando poi il Sistema Sanitario Nazionale NON è in grado di
RISPETTARE la LEGGE nei confronti di TUTTI i sudditi italioti.
Darò la massima diffusione mediatica a questa PEC.
POST SCRIPTUM:
per porre immediato rimedio allo sfascio della Sanità Pubblica suggerirei a
tutte le Regioni e al Ministro della Sanità di licenziare TUTTO il personale
MEDICO ed INFERMIERISTICO pubblico -anche di base- e di assumere, in sua vece,
un ulteriore esercito di “cappellani ospedalieri” (ovviamente SOLO cattolici),
i quali, essendo direttamente collegati col Padre Eterno e con i Santi, sono in
grado di dispensare tutte le cure mediche ai regnicoli italiani, garantendo anche
guarigioni miracolose.
Rimini, addì 3 del mese di
aprile dell’anno 2023 D.i.C.
Avv. Luigi
Tosti