domenica 3 gennaio 2010

RIFLESSIONI SUL PREANNUNCIATO RICORSO DEL GOVERNO DELLA REPUBBLICA VATICALIANA ALLA “GRANDE CAMERA” DELLA CORTE EUROPEA (di Luigi Tosti)



Com’è noto, il Governo della Colonia Pontificia ha preannunciato di voler ricorrere avverso la sentenza con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accolto il ricorso della cittadina Lautsi Soile, decretando l’illegittimità della presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche e sconfessando, con spennellate di cioccolata (in senso giuridico), la sentenza del TAR del Veneto, presieduto nell’occasione dal cattolicissimo giurista dr. Umberto Zuballi, e la sentenza del Consiglio di Stato, presieduto nell’occasione dal dr. Giuseppe Romeo, ex residente del Centro Studi Torrescalla di Milano dell’Opus Dei, che avevano invece affermato l’esatto contrario.
Questa sorta di “impugnazione” è contemplata dall’art. 43 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo, ratificata dall’Italia con legge n. 848 del 4 agosto 1955, che così dispone: “Entro un termine di tre mesi a decorrere dalla data della sentenza di una Camera, ogni parte della controversia può, in casi eccezionali, chiedere che il caso sia rinviato dinnanzi alla Grande Camera. Un collegio di cinque giudici della Grande Camera accoglie la domanda quando la questione oggetto del ricorso solleva gravi problemi di interpretazione o di applicazione della Convenzione o dei suoi protocolli o di carattere generale. Quando il Collegio ha accolto la domanda, la Grande Camera si pronuncia sul caso mediante una sentenza”.
L’art. 73 del Regolamento di Procedura dinanzi alla Corte Europea prevede che il Collegio dei cinque giudici sia costituito in ottemperanza all’art. 24, paragrafo 5, e cioè dal Presidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, dai Presidenti delle due Sezioni per rotazione e da due giudici, designati a rotazione tra i giudici eletti in seno alle restanti Sezioni. I giudici che hanno partecipato alla precedente decisione non possono far parte di questo Collegio.
Il Collegio “accoglie la domanda soltanto se valuta che il caso sollevi davvero tale questione. La decisione di rigetto dell’istanza NON ha bisogno di essere motivata”.
Alla stregua di tale normativa, mi riesce francamente difficile concepire, immaginare, ipotizzare, fantasticare, supporre, congetturare e vagheggiare quali potrebbero mai essere i “gravi problemi di interpretazione o di applicazione della Convenzione o dei suoi protocolli o di carattere generale” che dovrebbero indurre il Collegio dei 5 giudici a sottoporre “nuovamente” alla Grande Camera, cioè ad un Collegio formato da 17 giudici della Corte di Strasburgo, il caso dell’esposizione dei crocifissi, in regime di monopolio, nelle aule scolastiche di Vaticalia. In effetti, la sentenza Lautsi Soile è stata deliberata all’unanimità dai sette i giudici che componevano la Sezione, uno dei quali era addirittura italiano e, dunque, non ha trovato alcun argomento o pretesto valido per “tifare” per la Repubblica Pontificia, cui appartiene per cittadinanza. Ma è ancor più pregnante la considerazione che la sentenza Lautsi Soile c./Italia (pardòn, contro Vaticalia), risulta esser pienamente conforme ai principi ripetutamente affermati dalle varie Sezioni della Corte di Strasburgo e, dunque, ai principi oramai ampiamente “consolidati”, sicché è impensabile che vi possa essere un ripensamento, che crerebbe un terremoto giurisprudenziale a tal punto grave da legittimare, non solo la violazione del diritto dei genitori all’educazione religiosa dei figli, ma anche il diritto di libertà religiosa dei figli ed il loro diritto all’eguaglianza e alla non discriminazione. In ogni caso la Grande Camera sarebbe costretta ad affrontare anche quest’ultima questione -cioè quella della violazione del diritto all’eguaglianza e non discriminazione- dal momento che in sede di prima istanza la Sezione della CEDU l’ha ritenuta “assorbita” dall’accoglimento dei primi due profili di illegittimità.
E’ presumibile, ovviamente, che le gerarchie clerico-fasciste di destra, di sinistra, di centro/ destra, di centro/sinistra, di sotto e di sopra, tenteranno tutte le vie del Signore (e magari anche quelle della Mafia) per condizionare, dietro le quinte, la decisione del Collegio dei 5 giudici. Altrimenti, infatti, la decisione di rigetto -con l’onta di neppure una riga di motivazione- dovrebbe essere a dir poco scontata e dovremmo dunque assistere all’ennesima “trombata” e all’ennesima figuraccia della nostra sempre più ridicola ed anacronistica Repubblica Pontificia Italiana.
Luigi Tosti
(nella foto: un'aula giudiziaria della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, rigorosamente priva di statue di Buddha, di mani di Fatima, di candelabri a sette bracci, di crocifissi e di altri idoli)

4 commenti:

Ettore Marini ha detto...

Che bel crocifisso si vede nella foto!!!

Ma la sentenza non vale anche per loro?

luigitosti ha detto...

La foto, ovviamente, è una burla: si tratta, infatti, di una "normale" aula di un "normale" Tribunale della Repubblica Pontificia Italiana.

Danx ha detto...

Consiglio di usare questa foto, molto più rappresentativa del momento:

http://vaffanblog.files.wordpress.com/2009/07/ghedini.jpg

luigitosti ha detto...

Ho sostituito la sconcia foto dell'aula italiana con una, sana, della Corte Europea