sabato 30 gennaio 2010

IL PARTITO DEMOCRATICO PRESENTA UN DISEGNO DI LEGGE PER ESPORRE I CROCIFISSI (di Luigi Tosti)



Sperando che ciò non induca conati di vomito irreversibili, pubblico, qui di seguito, il sublime "DISEGNO DI LEGGE" col quale i senatori del PD CECCANTI, CHITI, CHIAROMONTE, DEL VECCHIO, DI GIOVAN PAOLO, GIARETTA, LUMIA, MARITATI, PINOTTI, TONINI e TREU vogliono rendere "legittima" l'esposizione dei crocifissi nelle scuole per ingraziarsi le benevolenze del Vaticano, della Chiesa e dei cattolici, facendo letteralmente carne di porco della Costituzione italiana, delle sentenze della Corte Costituzionale e delle sentenze della Corte Europea dei diritti dell'Uomo, che hanno invece sancito che le religioni e le culture hanno pari diritti e pari dignità e che in materia di diritti di individuali non vale e non può valere il "criterio della maggioranza".

I complimenti sono d'obbligo per codesti senatori della Repubblica che, stipendiati con danaro dei contribuenti italiani, sprecano il loro tempo per emanare leggi incostituzionali e lesive di convenzioni internazionali sui diritti dell'Uomo. Bravi, complimenti.

Credo sia opportuno indirizzare a codesti "rappresentanti del Popolo" lettere ed e.mail di compiacimento.

Da parte mia li invito ad estendere la loro sagacia legislativa anche alla materia dell'accesso e della frequentazione degli alunni non cattolici nelle scuole italiane, trasferendo i loro "sublimi" principi di razzismo e di discriminazione anche nei confronti di costoro.

A tal proposito mi permetto di suggerire un "progetto di legge" ("Tosti"), che segue fedelmente i principi razzistici e discriminatori del cosiddetto "Partito Democratico".




DISEGNO DI LEGGE DEL PARTITO DEMOCRATICO SUI CROCIFISSI NELLE SCUOLE:
Art. 1.
1. In considerazione del valore della cultura religiosa, del patrimonio storico del popolo italiano e del contributo dato ai valori del costituzionalismo, come segno del valore e del limite delle costituzioni delle democrazie occidentali, in ogni aula scolastica, con decisione del dirigente scolastico, e` affisso un crocifisso.



2. Se l’affissione del crocifisso è contestata per motivi religiosi o di coscienza dal soggetto che ha diritto all’istruzione, ovvero dai suoi genitori, il dirigente scolastico, sulla base del principio di autonomia scolastica, nel rispetto dei principi di tutela della privacy e di non discriminazione nonché tenendo conto delle caratteristiche della comunità scolastica, cerca un accordo in tempi brevi, anche attraverso l’esposizione di ulteriori simboli religiosi.


3. Qualora non venga raggiunto alcun accordo ai sensi del comma 2, nel rispetto dei principi di cui al medesimo comma 2, il dirigente scolastico adotta, previo parere del consiglio di circolo o di istituto, una soluzione che operi un giusto contemperamento delle convinzioni religiose e di coscienza di tutti gli alunni della classe coinvolti e che realizzi il più ampio consenso possibile.





DISEGNO LEGGE "TOSTI" SULLA FREQUENTAZIONE DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI DA PARTE DEGLI ALUNNI NON CATTOLICI E DI RAZZA NON ARIANA


Art. 1.
1. In considerazione del valore della cultura religiosa della superiore razza cattolica e del contributo dato dalle Crociate, dall'Inquisizione e dall'antisemitismo cattolico ai valori del costituzionalismo, come segno del valore e del limite delle costituzioni delle democrazie occidentali, nelle aule scolastiche è consentito soltanto l'accesso degli alunni di fede e razza cattolica.
2. Se l’accesso dei soli alunni cattolici è contestato per motivi di eguaglianza religiosa, etnica o di coscienza da alunni di fedi o credo diversi, che hanno diritto all’istruzione, ovvero dai loro genitori, il dirigente scolastico, sulla base del principio di autonomia scolastica, nel rispetto dei principi di tutela della privacy e di non discriminazione nonché tenendo conto delle caratteristiche della comunità scolastica, cerca un accordo in tempi brevi, anche attraverso l’ammissione degli alunni non cattolici che risultino graditi a quelli della superiore razza cattolica.
3. Qualora non venga raggiunto alcun accordo ai sensi del comma 2, nel rispetto dei principi di cui al medesimo comma 2, il dirigente scolastico adotta, previo parere del consiglio di circolo o di istituto, una soluzione che operi un giusto contemperamento della presenza nelle aule degli alunni della superiore razza cattolica con quelli appartenenti a fedi, credo o razze inferiori, cercando di realizzare il più ampio consenso possibile dei razzisti cattolici verso le loro vittime.





COMMENTO DEL PROGETTISTA TOSTI:
Potrebbe destare meraviglia che possano ancora esservi dei razzisti a tal punto sfrontati da non vergognarsi neppure di fare delle proposte di legge così sconce e indecenti. Se considero, tuttavia, che io, vittima del RAZZISMO DI STATO da parte dei Ministri di Giustizia (che mi hanno imposto i loro criminali crocifissi e mi hanno vietato di esporre i miei simboli) sono stato "rimosso" dal Consiglio Superiore della Magistratura perché era l'unica misura possibile per ripristinare la "tranquilità" dei Ministri di Giustizia RAZZISTI, credo che ci sia ben poco da meravigliarsi. I paradossi sono oramai la regola, in questa Repubblica Teocratica delle Banane, sicché non c'è da meravigliarsi se alla recente trasmissione della Vita in diretta di RAI UNO i parlamentari del PD hanno rifiutato l'offerta, nonostante l'invito, per evitare di prendere una posizione a favore di chi, come me, è stato vittima di un eclatante RAZZISMO DI STATO.

E allora: complimenti, complimenti, complimenti al Partito Democratico ed alle sue velleità elettorali.

24 commenti:

regy ha detto...

caro signore non considera che quei parlamentari rappresentano anche altri contribuenti che magari la pensano come loro?
Lei è razzista contro i cristiani, lei è fazioso, lei è violento e fascista nell'esprimere concetti offensivi anche se mascherati d'ironia e sarcasmo di bassa qualità.
Quegli articoli, invece, non impongono nè vietano alcunchè, ma anzi, invitano sempre al DIALOGO PER CERCARE UN ACCORDO. Parole che non ci sono nel suo vocabolario (la farebbero vomitare!)

oude ha detto...

@ regy
mi sembrano un po' troppo perentorie accuse che potrebbero tranquillamente essere "rovesciate"

@ Tosti
caro Giudice ho scoperto per caso il suo blog e mi permetto di farle una domanda. tralasciamo le ragioni "materiali" del suo gesto che ha avuto conseguenze così importanti per la sua vita: non me la sento di giudicarla né un eroe civile né un iroso censore. semplicemente Le chiedo: durante tutta la sua vita lavorativa all'ombra del crocifisso ha evidentemente sopportato uno stato di fatto che la "offendeva"; ma cosa l'ha spinta ad agire così "platealmente" proprio in questi giorni? quale il motivo "scatenante" dal momento che Lei è un veterano della Magistratura e quindi sottoposto da lunghi anni alle "fatali radiazioni" emanate dall'ordigno?
come capirà non è un giudizio di merito sul suo operato, evidentemente legittimo, come attestato anche dal CSM, ma una curiosità da "uomo della strada". cordiali saluti e grato di un a cortese risposta

luigitosti ha detto...

Caro anonimo regy,
purtroppo ha ragione Lei: vi sono molti parlamentari, razzisti, che sono stati eletti da contribuenti, altrettanto razzisti. Ciò non toglie che il razzismo sia un qualcosa di negativo e, anzi, che integri gli estremi di un reato. E allora dovrebbe riflettere sul fatto che nessun parlamentare, nessun ministro, nessun Presidente della Repubblica, nessun giudice, nessun funzionario, nessun sindaco, nessun usciere e nessun becchino si può permettere di brutalizzare i principi costituzionali della nostra Repubblica né, tantomeno, i diritti inviolabili sanciti da convenzioni internazionali cui l'Italia ha aderito. Questi principi e questi diritti preesistono a chi, concretamente, esercita il potere in un qualsiasi periodo storico: non esiste "maggioranza" e non esistono "elettori" di sorta che possano autorizzare la norcinizzazione di tali principi e di tali diritti. I Parlamentari in questione -che hanno giurato fedeltà alla Costituzione dopo essere stati eletti- dovrebbero sapere che non è lecito far carne di porco dei loro giuramenti e dei principi fondamentali. Lei, quando parla di "razzismo", dovrebbe prima capire di cosa parla e non confondere i veri razzisti -cioè i cattolici fascisti, che sono gli unici che pretendono di appartenere ad una razza superiore qui in Italia- e tutte le altre fedi e gli atei ed agnostici che, al contrario, pretendono solntato di non esssere discriminati e di avere gli stessi diritti. I neri, gli ebrei, i rom e gli omosessuali non debbono avere un DIALOGO, PER CERCARE UN ACCORDO, con voi razzisti cattolici, perché si tratta di essere umani che hanno gli stessi vostri diritti e non debbono "negoziare" alcunché, né coi cattolici né col cosiddetto Partito Democratico.
Come vede, la differenza tra me e Lei è abissale: e dipende dal fatto che non sono un razzista e combatto il razzismo.

Hyakutake ha detto...

Nel primo mistero clericale si contempla il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:
"L'impegno della Chiesa nella vita sociale è essenziale per la società italiana. Tante volte ho detto che la religione è un fatto pubblico."
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/politica/giustizia-20/lega-avvenire/lega-avvenire.html


Nel ventesimo mistero c... si contempla il giudice Nicola Lettieri:
"Nel ricorso sottolineeremo che noi non siamo uno Stato laico, ma concordatario, come sancito dall'articolo 7 della Costituzione, e che quindi ha rinunciato ad alcune delle sue prerogative."
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Crocefisso-in-classe-il-Governo-annuncia-il-ricorso-Bersani-Simbolo-che-non-offende-nessuno_3946274880.html

Nell’ennesimo mistero c.... si contempla il ministro della gioventù Giorgia Meloni:
"Sono stufa di vedere burocrati europei che stanno lì a sindacare se si possa appendere un crocifisso nelle scuole. La maggioranza degli italiani lo vuole, e questo vale anche per uno Stato laico. Se qualcuno si offende, consiglio di prendere in considerazione l'idea di andare a vivere da qualche altra parte del mondo. Noi rispettiamo le idee e le credenze di tutti, ma chiediamo lo stesso rispetto da chi viene a vivere in Italia. Non c'è nessuna minaccia in valori come il rispetto."
http://notizie.virgilio.it/notizie/politica/2010/1_gennaio/23/crocifisso_meloni_se_qualcuno_si_offende_vada_a_vivere_altrove,22622444.html

luigitosti ha detto...

Per oude:
questa obiezione è un po' che non me la sentivo fare. Ho risposto mille altre volte ed oramai ho francamente la nausea. Lei vorrebbe sostenere che, avendo io tollerato l'illegittima esposizione dei crocifissi, avrei perso il diritto a far valere i miei diritti irrinunciabili e imprescrittibili e che, dunque, dovevo starmene zitto e chiotto a subire le discriminazioni razzistico religiose dello Stato italiano? Di grazia, su quali principi di diritto si fonda questo suo argomento? Vuole sostenere, con la sua arguta ironia, che l'ordigno crocifisso non fa male perché non emana radiazioni fatali? E allora alla sua arguta argomentazione rispondo che anche l'ordigno menorà degli sporchi ebrei (per intendere: quelli cui avete imposto i segni distintivi (fiocco giallo) nel 1215, e quelli che avete rinchiuso nei ghetti nel 1555 e quelli che avete perseguitato e massacrato) non fa male e non emana radiazioni fatali: e allora perché mai mi avete impedito di esporla a fianco del crocifisso? A queste domande né lei né l'augusto CSM è stato in grado di rispondere. E il motivo è chiaro: non sapete che cavolo dire per giustificare il vostro razzismo religioso, che nasce non solo dalla presunzione di "superioritò", ma anche dalla presunzioine di dover godere di privilegi

oude ha detto...

Signor Giudice Tosti
Capisco che essere bersaglio quotidiano non solo di oppositori del suo pensiero ma anche di maleducati Le possa aver scatenato la sindrome d’assedio e quindi si senta autorizzato a gettare olio bollente sui malcapitati che danno la scalata alle sue mura e pertanto sono dispostissimo a compatire il suo sfogo. Ma se fosse più sereno e rileggesse con spirito obiettivo il mio scritto capirebbe che la mia domanda è genuina nel senso che non nasconde il veleno nella coda: io realmente ho scoperto da pochi giorni che Lei tiene un blog (tanto per darle un riferimento credibile ho partecipato come lettore alla sua disputa con un altro blogger Gianni Pardo, che Lei ricorderà); capisco il suo disappunto (addirittura la nausea) circa una domanda ormai “abusata” per chi ha seguito direttamente le sue vicende ma non per me che mi sono avvicinato al problema assolutamente in buona fede. Perciò:
1. non sostengo affatto che Lei abbia perso i suoi diritti “irrinunciabili e imprescrittibili” ma mi incuriosiva sapere se c’erano motivi “freschi” per assumere una posizione così intransigente da causare a Lei ed alla sua famiglia un danno così evidente. Lei è autorizzato a darmi del cretino ma Le ripeto la domanda: perché ha fatto valere i suoi inalienabili diritti a sessant’anni e non, putacaso, a trenta? Forse ha maturato le sue convinzioni in itinere e cioè, un tempo, aveva altre idee in proposito?
2. quale parte del mio argomentare Le fa pensare e quindi La autorizza a tacciarmi di oscurantismo clericale rinfacciando a me, nella sua foga tribunizia, addirittura crimini di “appartenenza”? (siccome nel 2010 risulto essere uno sporco clerico-fascista allora, con logica stringente, sembra giusto imputarmi anche fatti del 1215 e 1555, che, perdoni la crassa ignoranza, francamente “ignoravo”!)
3. da ultimo Lei non si perita di classificarmi tra i “razzisti religiosi”: di grazia, ancora una volta Le chiedo, con che logica? Quale parte del mio discorso, per altro educato e sinceramente volto a capire la sua posizione, Le suscita questa intemerata così violenta e senza appello?

Caro dr. Tosti
Si rilegga con serenità la “pratica” e si ricordi che semel iudex…semper iudex: spero che questa pausa di riflessione forzata che il CSM (non io) Le ha imposto Le serva a ritrovare quella serenità di giudizio che non ha dimostrato di possedere nei miei confronti.
La saluto cordialmente augurandole ogni bene ma, ovviamente, non seguirò più il suo blog.

Felipe ha detto...

Il "disegno di legge" del PD (= Partito Defunto) è un capolavoro di idiozia e ponziopilatismo. Certificherebbe (ove mai fosse approvato da chicchessia) il fallimento dello Stato, una volta di più incapace di prendere una posizione e difenderla, delegando tutto ai presidi con una serie di opzioni assurde: per esempio, in caso non si arrivasse a mettere tutti d'accordo autorizzerebbe a esporre altri simboli. Bisognerebbe allora alzare ulteriori muri e tramezzi nelle scuole, per creare abbastanza spazio per affiggere tutti i simboli che la fantasia umana ha creato nella storia, perché sarebbe plausibile che ogni tre per due verrebbe fuori qualche famiglia di studente a rivendicare spazio per il proprio (simbolo). Complimenti.

luigitosti ha detto...

Per oude:
Non capisco che cosa ci veda di intransigente nella mia posizione e, in particolare, nella posizione di chi si rifiuta di subire atti di criminale discriminazione DA PARTE dello STATO ITALIANO e non, badi bene, da parte di un qualche privato cittadino. Le ricordo che io ho originariamente staccato il crocifisso, peraltro dietro lamentele di avvocati che lo ritenevano discriminatorio e lesivo di diritti inviolabili (guarda caso, la Corte europea, a distanza di sei anni, mi ha dato pienamente ragione). Questo mio gesto ha comportato ben due ritorsive e persecutorie ispezioni da parte del Ministro di Giustizia RAZZISTA italiano. A quel punto ho esposto a fianco del "sacro" crocifisso i miei simboli, ma sono stati subito rimossi e custoditi in cassaforte. E' dunque un comportamento intransigente quello di chi, come me, si rifiuta di subire atti di criminale discriminazione religiosa, cioè pretende di avere la stessa dignità e gli stessi diritti dei cattolici? Dovevo forse seguitare a subire questi atti, o potevo, magari, fare come quella sporca negra statunitense che si rifiutò di alzarsi per cedere il posto a sedere ad un uomo di superiore razza bianca, incappando così in un processo penale? Lei si meraviglia del fatto che io sia l'unico dei giudici italiani a sollevare questa questione? Ebbene, le ricordo che in tempi assai prossimi vi fu un tale che osò affermare -in piena contraddizione con l'opinione dominante- che era la Terra a girare attorno al sole e vi fu un altro tale che osò affermare -sempre in piena contraddizione con l'opinione dominante- che le streghe non esistevano: il primo fu costretto ad abiurare, per non fare la fine del Conte di Cagliostro, mentre il secondo arse cristianamente sul rogo. Oggi noi sappiamo, però, che quei due singolari individui -così solitari nelle loro opinioni- avevano ragione e che tuti gli altri (molto vigliacchi) avevano torto. La mia partita è ancora aperta e, tra l'altro, sono in curiosa attesa di leggere le motivazioni che addurrà il CSM. E la mia curiosità scaturisce dal fatto che il CSM, allorché aveva disposto la mia sospensione cautelare (31.1.2006,) mi aveva dato pienamente ragione, affermando che il crocifisso lede il principio supremo di laicità e i diritti inviolabili di libertà religiosa e di eguaglianza. La mia sospensione è scaturita da errori (giganteschi) di diritto, commessi dal CSM nell'ordinanza del 31.1.2006: errori che io ho denunciato ed evidenziato e che, purtroppo, sono acclarati da sentenze della Cassazione, della Corte Costituzionale della Corte Europea.
Come farà, allora, l'attuale CSM a motivare la mia rimozione? Se l'è posta questa domanda? Ebbene, la risposta gliela do io, in anteprima, ancor prima di leggere la futura motivazione: il CSM ometterà di prendere in considerazione tutto quello che aveva scritto nell'ordinanza del 31.1.2006, trattandosi di motivazioni che imponevano la mia assoluzione piena, ed ometterà, altresì, di prendere in considerazioni le MOTIVAZIONI che mi hanno indotto, per AUTOTUTELA, a rifiutarmi di tenere le udienze e si limiterà a scrivere: "Il dr. Tosti si è rifiutato di tenere le udienze. Il dr. Tosti doveva tenere le udienze, perché questo compito rientra nelle mansioni di lavoro che scaturiscono dal contratto di pubblico impiego che intercorre tra di lui e il Ministro di Giustizia. A noi non interessa nulla delle motivazioni del suo rifiuto -che dunque facciamo scomparire da questo processo con un tocco di magia- perché noi del CSM non siamo la Corte Europa o la Corte Costituzionale o la Corte di Cassazione o il Consiglio di Stato e, dunque, lo condanniamo.
Il che, tradotto in altri termini, significherebbe che se lei fosse costretto, per legittima difesa, ad uccidere un rapinatore, il giudice penale potrebbe poi tranquillamente condannarla all'ergastolo facendo scomparire la circostanza che l'uccisione avvenne perché lei fu costretto a reagire per difendere la propria vita.

luigitosti ha detto...

Proseguo e termino:
Lei troverebbe questo regolare? Troverebbe regolare che un giudice, pur di condannarla a tutti i costi, obliterasse intenzionalmente delle circostanze che dovrebbero invece mandarla assolta? Come giudicherebbe un siffatto giudice: una persona onesta, o un delinquente?
Ovviamente la mia è solo un'ipotesi: vedremo, però, che cosa scriverà, concretamente, il CSM e se le mie resteranno solante le farneticazioni di un idiota.

Anonimo ha detto...

Egregio Dott. Tosti,
senza malizia e senza secondi fini, ma mi permetta una domanda:

Lavorare, no ?

(Tanto per chiarezza, io coi crocefissi ci fabbricherei delle fionde)

luigitosti ha detto...

senza malizia e senza secondi fini: perché i crocifissi dovrebbero lavorare? Non ho proprio capito la domanda. E poi, francamente, con i crocifissi non ci farei le fionde: mi sembra decisamente blasfemo da parte sua

Anonimo ha detto...

Riformulo:

L'ultima parte era solo un modo (un po' scherzoso seppur blasfemo) per chiarire la mia non appartenenza a sette di integralisti cattolici quali quelli che gridano all'eresia di fronte ad iniziative come la sua.

La domanda era invece rivolta direttamente a lei. Dicevo: lasciar perdere le pur condivisibili questioni di principio e lavorare semplicemente e con coscienza era per lei così difficile ?
Un medico responsabile lavora per salvare vite anche in situazioni di estremo disagio (simboli religiosi, condizioni igieniche orripilanti, bombe che esplodono): perchè un giudice non dovrebbe fare il suo mestiere anche in ambienti a lui ostili ?

luigitosti ha detto...

Egregio Armatiere,
vedo che sei uscito allo scoperto, dopo la sparata da falso non cattolico. Io non mi sono mai rifiutato di lavorare sotto il tuo augusto crocifisso, ma ho soltanto preteso di lavorare anche sotto la menorà degli sporchi ebrei (come li chiamate voi cattolici). Questo mi è stato rifiutato e, come lei dovrebbe sapere, questo è un atto di discriminazione criminale, al quale sicuramente io non mi piegherò mai perché -e questo forse le suonerà strano- anche io, pur non appartenendo alla sua superiore razza Cattolica, reclamo gli stessi diritti e la stessa dignità. Forse lei ritiene che, posto di fronte a questa discriminazione -imputabile al mio datore di lavoro -cioè al Ministro di Giustizia- avrei dovuto subire supinamente? E no: io non posso tollerare che il mio datore di lavoro mi discrimini e, dal momento che l'unico modo per sottrarmi a questa discriminazione era quello di non presentarmi nelle aule, ho dato attuazione a questa forma di AUTOTUTELA, prevista dalla Legge. Ora, se lei vuol farmi notare che questo rifiuto può comportare un venir meno ad un ordine di servizio, io le faccio notare che questo è sicuramente vero, ma che l'artefice del disservizio non sono io ma il Ministro di Giustizia razzista che mi ha indotto a questa legititma reazione. Anche un chirurgo potrebbe legittimamente rifiutarsi di operare se la Direzione sanitaria non predisponesse la sala operatoria con le accortezze atte ad evitare danni ai pazienti o ai chirurghi. Ancora non ha capito che la mia querelle non è contro i cittadini italiani, ma contro il Ministro di Giustizia. Paghi, dunque, chi ha torto: ma non mi venga a dire che, avendo io ragione, debbo essere io quello che deve pagare e che, avendo il Ministro torto, il Ministro non deve pagare.
Queste "argomentazioni" di comodo possono essere fatte solo dai cattolici che, come lei, sono rimasti scottati dal mio rifiuto: avreste preferito che avessi seguitato a subire le vostre angherie senza protestare. Ma no è stato così. Se vuole poi capire i motivi della mia reazione, si legga il mio penultimo post.

Felipe ha detto...

Tra l'altro mi risulta -correggetemi se sbaglio- che il giudice Tosti sia tutt'ora sospeso dallo stipendio (pagato con le tasse di tutti, vorrei far presente, non solo con quelle dei cattolici...); quindi l'invito a "lavorare" è solo una triste esibizione di qualunquismo.

Anonimo ha detto...

Non so cosa potrei fare ancora per chiarire la mia posizione in merito.
Il mio invito, (la mia domanda più o meno retorica, la mia suggestione, chiamatela come volete) NON nasce certo da sentimenti verso il simbolo in questione. Dire "voi cattolici" rivolgendosi a me serve solo a riportare il discorso su un piano comprensibile sì ai più, ma di molto inferiore a quello su cui sto ragionando io.
E' facile così: uno sostiene che io stia parlando da cattolico razzista e tutto va a posto, gli altri argomenti non vengono nemmeno sfiorati, nemmeno guardati, figuriamoci affrontati.

Allora ribadisco: a me del crocefisso, della stella di David, della mano di Fatima, della torre di guardia, della barba del Profeta e della panza di Buddha non importa assolutamente nulla. Fosse per me lei potrebbe celebrare udienze sotto un albero di natale carico di ogni simbolo (se le facesse piacere).

Qui il punto è un altro: io ritengo che lei, in quanto giudice della Repubblica Italiana, sia TENUTO a fare il suo lavoro, a prescindere dai cristi e dalle madonne varie che possa trovare appesi in giro.

Quando ha fatto il concorso in magistratura, quando ancor prima ha seguito il corso di studi che l'ha portata ad avere il titolo per parteciparvi, quando ha deciso di intraprendere la carriera giudiziaria, si preoccupava forse dell'eventuale crocefisso ? Una successiva presa di coscienza (pienamente condivisibile) non avrebbe dovuto comunque inficiare la sua operatività ed il servizio che lei ha scelto di rendere alla collettività nel momento in cui ha optato per questo lavoro piuttosto che per un altro.

Quindi mi dispiace, ma pur appoggiandola pienamente con riguardo alla sua atea e razionale posizione, sento di non condividere le sue successive azioni. Da cittadino italiano che già non vede di buon occhio il sistema giudiziario con tutti i suoi componenti, io esigo che le figure ad esso interne (soprattutto quelle con un alto grado di responsabilità) operino come si deve e quando si deve. Attenzione, perchè di giudici con la sindrome della primadonna ne abbiamo avuti (e ne abbiamo) sin troppi: sia chiaro che se dovessi scegliere fra i motivi di protagonismo di un Di Pietro o di un Woodcock ed i suoi, voterei con tutte e due le mani alzate per lei (perlomeno ha il coraggio di "autodanneggiarsi" per primo).

Però credo che farebbe bene a riconsiderare la sua posizione, non foss'altro per ciò che la collettività (i suoi "clienti") si aspetta da lei.

luigitosti ha detto...

Questa sua argomentazione giuridica -secondo cui i giudici debbono ubbidir tacendo- è degno di Istituzioni clerico-fasciste, cioè le Istituzioni che pretendono l'obbedienza a tutti i costi, anche quando l'obbedienza determina la "norcinizzazione" di diritti inviolabili del funzionario o di terzi. Io -mi dispiace per lei e per quelli che la pensano come lei- appartengo alle persone che aderiscono a tutt'altro pensiero, e cioè a coloro che considerano le Istituzioni (e quindi i funzionari che agiscono in suo nome) assoggettate alla LEGALITA' e al RISPETTO ASSOLUTO sia dei principi costituzionali che dei diritti inviolabili. Dunque, a differenza dei giudici e dei funzionari dell'era fascista che obbedirono, tacendo, alle criminali leggi razziste e che non mossero un dito per rifiutarsi di applicare leggi che determinarono i trastrellamenti e le deportazioni degli ebrei, non mi sognerei mai di obbedire, tacendo, ma mi rifiuterei. Capisce qual'è la differenza tra i tipi come me e i tipi come lei? Se un ministro di giustizia mi obbligasse a torutare gli imputati, mi rifiuterei, anche se vi fosse una legge che me lo imponesse dietro comminatoria dell'ergastolo o della rimozione dalla magistratura. Il diritto alla non tortura è un diritto inviolabile al pari del diritto di libertà religiosa e di egualgianza: e dal momento che non esistono diritti inviolabili "grassi" e diritti inviolabili "magri", il principio giuridico che io ho sempre sostenuto e che sostengo è che NESSUNO PUO' ESSERE OBBLIGATO a LEDERE DIRITTI INVIOLABILI ALTRUI o A SUBIRE LA LESIONE DI DIRITTI INVIOLABILI PROPRI. Se il Ministro di Giustizia mi obbligasse a tenere le udienze dentro aule appestate da polveri di amianto e da altre sostanze cancerogene o mortali, io mi rifiuterei, perché il diritto alla vita e alla salute sono inviolabili. E allora non cerchi di depistare la vera problemtatica che ho sollevato con questa argomentazione inconsistente: io non sono un servo della gleba del Ministro di Giustizia, cioè un soggetto che deve subire supinamente la norcinizzazione dei propri diritti inviolabili durante lo svolgimento delle udienze. Secondo lei, una persona che fosse chiamata a deporre come teste, potrebbe rifiutarsi di giurare, perpetrando così il reato penale previsto dall'art. 366 del codice penale, perché non gli aggrada la formula del giuramento a causa dei riferimento a Dio che essa contiene, così causando il blocco del processo o, magari, l'assoluzione di un delinquente?
Ci pensi un po' e poi dia una risposta.

luigitosti ha detto...

E poi non venite a fare la parte degli "indignati" per il fatto che io, come "MAGISTRATO", mi sono rifiutato di tenere le udienze (seguitando peraltro a svolgere tutte le altre incombenze) e, dunque, ho determinato il "crollo" della "Giustizia" italiana. Questa facezia fa ridere i polli, perché è semplicemente ridicolo pensare che questo mio rifiuto abbia creato il collasso di una giustizia che, in realtà, è cronicamente collassata dagli anni 50. In ogni caso, poi, torno a ripetere che io non ho creato un centesimo di euro di danno ai contribuenti itlaiani e che non intendo lucrare di un centesimo, se avrò torto. Ma se avrò ragione -o i Italia o in Europa- chi pagherà i danni che lo Stato italiano mi dovrà risarcire? Risponda a questa domanda, se ne è in grado. E dica, soprattutto, se lei si attiverà -così come sta facendo ora con zelo nei miei confronti- nei confronti dei Ministri di Giustizia. Farà esposti alla Corte dei Conti affinché venga esperita un'azione di responsabilità contabile ne confronti dei ministri Mastella, Castelli ed Alfano, oppure preferirà starsene zitto e chiotto? Una risposta è gradita.

Anonimo ha detto...

Aridaje col clerico(fascista)...
Allora, fascista forse, clerico sicuro no, ma diciamo pure molto funzionalista.
Credevo di essermi spiegato, ma evidentemente no.
Il solo fatto che lei continui a volermi affibbiare per forza un'etichetta e da questa far discendere automaticamente un comportamento schematizzato mi fa sospettare di non aver argomentato a sufficienza la mia teoria.

Riprendo per punti:

1) (già detto ma repetita iuvant) a me delle icone non frega un tubo. Che esse ci siano o meno che rappresentino un idolo o un altro non cambia una virgola del mio atteggiamento in qualsiasi attività io svolga. Questo mi mette già (se vuole) dalla sua parte, per quanto attiene alla mera questione di principio.

2) Non confuto la sua personale "battaglia" dalla quale so bene che è lei il primo ad esser danneggiato.

3) Credo però che di tutte le azioni che poteva compiere nell'ambito di questa battaglia, il rifiuto di tenere udienza sia talmente sanzionabile da far cadere tutto quanto c'era di buono nel resto.

Non so se se ne rende conto, ma il mestiere che si è scelto non è esattamente quello del fruttarolo (con tutto il rispetto per i fruttaroli), e da una sola sua assenza potrebbero scaturire effetti reali di considerevole gravità. Questo soprattutto se inquadriamo il suo ruolo in un sistema che già di per se' tentenna, vacilla, ritarda e si autoingrippa di più ogni giorno che passa. In altre parole un sistema di cacca (se mi passa il termine).

Togliere i crocefissi dalle aule di tribunale probabilmente contribuirebbe a migliorare il sistema, può darsi, ma togliere i giudici sicuramente lo peggiora. E di molto. Diciamo che preferisco un'udienza tenuta "all'ombra della croce" ad una non tenuta.

luigitosti ha detto...

Cosa vuole? E' stato accontentato: i crocifissi stanno su ed io sono stato rimosso. Quindi potrà seguitare a vedere le sue udienze all'ombra della croce, da parte di qualche altro giudice, piuttosto che a udienze non tenute da me. Il prolema è stato risolto: di cosa si preoccupa? Ha forse problemi di coscienza? Vuole forse sostenere che io dovevo seguitare a fare il servo della gleba di un "padrone", cioè il Ministro di Giustizia, razzista? Non può pretenderlo, né lei né nessun altro italiano. Se lei e gli italiani come lei ritengono che sia preferibile tenere le udienze all'ombra del crocifisso, tenetevelo pure: non potete mica obbligare me -o qualcun altro come me che non lo tollerasse e che non tollerasse il divieto di esporvi al suo fianco i simboli delle razze inferiori- di rifiutarsi. Ma dov' è il problema, mi chiedo. Sono stato rimosso, come avevo detto sin dall'inizio che doveva accadere se non fossero stati tolti i crocifissi, e dunque il problema non esiste. Non capisco, poi, perché avete atteso cinque anni prima di rimuovermi. Sono stato di una chiarezza diamantina e 5 anni fa avevo detto:o rimuovete me o rimuovete i crocifissi. C'era bisogno di aspettare tanto? E che bisogno c'è che seguiti a interpellarmi: ha qualche problema di coscienza nei miei confronti? No: e allora basta. Lo Stato italiano ha fatto quello che doveva fare -atraverso il CSM- e, dunque, non ha nulla da temere. Teme forse che io mi rivolga alla Corte europea? E se anche lo facessi che cosa mai dovrebbe accadere: forse la Corte condannerebbe l'Italia. Ma no: l'ha già stabilito lei che è tutto regolare e che "il mestiere che mi sono scelto non è esattamente quello del fruttarolo e da una mia sola assenza potrebbero scaturire effetti epocali". E allora sarà la Corte europea che, sulla base di questa sola sua considerazione respingerà le mie velleitarie pretese. Non si preoccupi, non si agiti, che ci penserà la Corte. Lei nel frattempo, anziché rivlgersi a me, si rivolga all'Avvocatura di Stato per prospettare questa sua tesi difensiva a favore dell'Italia, sempre che non l'abbiano già congetturata da soli.

Anonimo ha detto...

Io vorrei solo che lei non mi attribuisse cose che non ho detto.

Che non mi inquadrasse in schiere cui non appartengo.

Per il resto, le auguro personalmente ogni bene. A questo punto, visto che lei si dimostra una persona estremamente determinata, coerente e capace, sicuramente otterrà maggiori risultati e soddisfazioni al di fuori di quell'ambiente che a me (croci o no) repelle abbastanza.

Mazal Tov !

Anonimo ha detto...

Luigi... (a questo punto ci conosciamo abbastanza, a proposito io sono Alberto ;))

Mi sono letto un altro po' di articoli (compreso quello dell'istanza di ricusazione), beh, che dire: fermo restando tutto ciò che ho scritto nei commenti precedenti (che spero tu abbia inteso alfine nel modo in cui erano stati concepiti) devo aggiungere le seguenti tre parole:

SEI UN GRANDE !

L'oggetto del contendere a questo punto passa completamente in secondo piano, sono le modalità che mi affascinano: ti rendi conto che con questa grinta e con questa determinazione avresti potuto obiettare anche sul colore delle pareti o sul materiale delle scrivanie ?

Dico davvero.

Sinceramente, sono giunto su questo blog (pilotato da un articolo su PolisBlog,it, una tua intervista) con un paio di pregiudizi di troppo: il primo (che rimane) è una mia personale avversione nei confronti del sistema giudiziario italiano e di tutti i suoi componenti, dal ministro all'ultimo usciere, il secondo (che per ora è svanito e che ti prego di non far riaffiorare mai) era legato al sospetto di una politicizzazione del tuo caso.

Ora mi rendo conto che la tua intenzione iniziale è netta, come netti sono tutti gli atti conseguenti.

Per cui ti rinnovo gli auguri e (sempre a condizione che il piano politico non inquini mai questa tua "guerra" - perchè di questo si tratta - ) ti offro il mio appoggio.

Un saluto,

Alberto ("Armatieresponsabili")

luigitosti ha detto...

Grazie, Alberto.
La mia personale avversione per il sistema giudiziario italiano l'ho maturata dal 1972 in poi, cioè quando ho inziato a sperimentare la giustizia dapprima nel ruolo di avvocato e, poi, nel ruolo attuale di giudice. Nel mio piccolo sono sempre stato critico sia nei confronti del sistema che nei confronti dei giudici. Non sono mai stato iscritto all'associazione nazionale magistrati né ad alcuna corrente della magistratura ed ho sempre ritenuto che i giudici avrebbero dovuto rimanere fuori della magistratura: l'aver esternato questi miei convincimenti mi è valsa una dichiarazione di "inidoneità" all progressione in carriera da parte dei colleghi del Consiglio Giudiziario di Ancona, che hanno ritenuto questi miei convincimenti deontologici "offensivi dei colleghi". Al di là di questa mia ultima battaglia, il giudizio totalmente negativo sulla Giustizia italiana risale a decenni e decenni or sono e non è soltnato legato alla lnghezza dei processi ma anche alla "qualità" del servizio e, cioè, alla qualità delle sentenze dei giudici che è veramente scadente. Fare una causa civile o subire un processo penale è sostanzialmente una lotteria, sicché è megli avere torto o essere colpevoli, perché così si ha il 50 % di probabilità di vincere una causa o essere assolti, pur essendo colpevoli.
Se a questo si aggiunge che i giudici non rispondono civilmente dei danni -a differenza dei medici o altri professionisti che vengono giudicati dai giudici per i loro errori- il quadro è ancor più desolante. Le procedure architettati dai nostri "illuminati" politici, poi, sono tali che i processi durano venti anni soltanto per stabilire se la causa doveva essere fatta dinanzi al TAR o dinanzi al Tribunale ordinario, oppure se andava fatta dinazi al Tribunali di Palermo o a quello di Siracusa. L'attuale codice di procedura penale è la sublimazione dell'imbecillità umana e, col suo mare e con le sue montane di fotocopie inutili contribuisce al disboscamento dell'Amazzonia.
La cosa sconcertante è che tutto questo avviene nell'indifferenza e nella supina sopportazione di tutti: avvocati, parti, giudici e politici. E' da tempo, oramai, che mi sembra di essere una sorta di marziano capitato per caso su questo pianeta: non riesco a capacitarmi come questa situazione grottesca possa ancora andare avanti, senza che gli operatori principali _soprattutto avvocati e giudici- non si ribellino. Evidentemente -ma forse sbaglio- queste professioni sono diventate solo dei modi per percepire compensi e stipendi, senza alcuna gratificazione per il lavoro espletato e senza la consapevolezza di aver fatto qualcosa di utile per gli utenti.

luigitosti ha detto...

....ed ho sempre ritenuto che i giudici avrebbero dovuto rimanere fuori della magistratura": correggo il lapsus:
..ed ho sempre ritenuto che i giudici avrebbero dovuto rimanere fuori della POLITICA.

many bloggers ha detto...

Caro Luigi Tosti,
il tema è delicato e ovviamente gli animi si scaldano. Anche se non dovrebbero, perché dal mio punto di vista le cose sarebbero abbastanza chiare. Vorrei invitare Lei e i Suoi lettori a dare un'occhiata ad alcune delle nostre pagine dove scriviamo di laicità, irrazionalità, rispetto e violenza, per esempio queste:

Alla ricerca del laicismo perduto

Bambini religiosi?

Se avesse voglia di contattarci, può trovarci qui: http://tempovissuto.blogspot.com