Rispolverando tra le vecchie foto e carte del 2003 mi sono ritrovato quelle riguardanti l’allucinante persecuzione, ghettizzazione e discriminazione della famiglia di un islamico di nome Adel Smith, oggi defunto con grande gioia dei cattotalebani italici e di Bruno Vespa.
All'indomani
dell'ordinanza cautelare presa dal Giudice del tribunale dell'Aquila dott.
Montanaro, con la quale si ordinava al Ministero della pubblica istruzione la
rimozione del crocifisso, è iniziata da parte dell'Amministrazione Comunale di
Ofena, Sindaco in testa, un'incredibile attività di persecuzione e di
discriminazione di stampo razzistico/religioso ai danni del Sig. Smith Adel e
della sua famiglia, che si è estrinsecata attraverso una serie di iniziative
tutte connotate dall'abuso delle pubbliche funzioni, e cioè dalla deviazione
del comportamento della Pubblica Amministrazione dai fini istituzionali che le
competono per legge.
Da segnalare,
in particolare, i seguenti episodi.
1°)
All'indomani dell'ordinanza cautelare del
22.10.2003 del giudice dott. Mario Montanaro, con la quale si ordinava la
rimozione del crocifisso dalle aule della scuola materna ed elementare
"Antonio Silvieri", l'Amministrazione Comunale di Ofena, e il Sindaco
Architetto Anna Rita Coletti in testa, pensava bene di autorizzare, in tempi
record, la collocazione dinanzi l'ingresso della Scuola di un orrendo
crocifisso in ferro di ben tre metri di altezza, realizzato da un fabbro
utilizzando travi ferrose destinate all'edilizia: il tutto con chiare finalità
di sfregio nei riguardi del credo islamico del sig. Adel Smith e
della sua famiglia, oltreché della decisione presa dal giudice dott. Montanaro.
E' da sottolineare, in particolare, che all'Amministrazione Comunale di Ofena
perveniva, in data 28.10.2003, una singolarissima richiesta
dell'Arciconfraternita "Maria Santissima del Rosario" Anno Domini 177
di San Giorgio La Molara (Benevento), con la quale si dichiarava di voler
"donare" una croce in ferro di ben tre metri di altezza che, secondo
i "desiderata" del "donante", era "da
posizionare nella mattinata del 1.11.2003" (cioè dopo appena
tre giorni!!!). In strabilianti tempi record il Sindaco chiedeva ed
otteneva il parere favorevole del responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale
Ing. Mauro Antonello Tarsini, il quale "verificava la fattibilità della
installazione di una croce in ferro (guarda caso) sull'area verde
pubblico in prossimità dell'edificio scolastico comunale". Il
30.10.2003, dopo appena due giorni dalla ricezione della domanda della
Confraternita, la Giunta municipale, composta da Coletti Anna Maria, Palmeri
Vincenzo e Cogliandro Vincenzo, "accettava la donazione" ed
"autorizzava il soggetto donante a posizionare la croce nei luoghi e con
le modalità riportate nella relazione del Tecnico Comunale": la delibera
-per assecondare gli "urgenti" (?!?!?) "desiderata" del
donante- veniva dichiarata immediatamente esecutiva. Detta croce veniva
in effetti impiantata, dinanzi la scuola elementare di Ofena, il 1.11.2003, in
mezzo ad un "tripudio" di "fedeli campani" e locali,
contrabbandandola per una "testimonianza concreta e tangibile della
radice di civiltà cristiana".
Chi scrive non
può esimersi dal denunciare la palese discriminazione di stampo razzistico/religioso
che l'Amministrazione Comunale -in combutta con la Confraternita Maria
Santissima del Rosario- ha perpetrato -attraverso la collocazione della
gigantesca croce dinanzi all'ingresso della scuola frequentata dai figli
minorenni di Adel e Mimoza Smith- ai danni di questi ultimi: questo gesto
reazionario, infatti, non ha nulla a che vedere con quella che potrebbe essere
una legittima manifestazione di un "culto" religioso. Essa è invece
l'espressione dell'arroganza di chi, approfittando ed abusando del potere
pubblico e della posizione di supremazia di cui gode, ha inteso inviare al
"musulmano" Smith e ai suoi figli questo concreto
"messaggio" di stampo razzistico: avete osato chiedere la "rimozione"
del "nostro" simbolo del crocifisso dalle aule scolastiche? Ebbene:
"beccatevi", ora, questo gigantesco crocifisso che, per
sfregio, vi poniamo proprio dinanzi all'ingresso della scuola, in modo
che i due alunni di "razza inferiore", cioè "islamica",
siano costretti, tutti i giorni, ad ammirarlo con la sottomissione dovuta da
chi ha abbracciato una "religione inferiore".
L'arroganza
discriminatoria del gesto che è stato perpetrato dalla Pubblica Amministrazione
locale è testimoniata dalla circostanza che non rientra affatto nelle
competenze istituzionali di un Comune erigere templi o simboli di una qualche
religione (tantomeno nelle aree destinate a verde pubblico e in territorio
assoggettato a vincolo paesaggistico) o intervenire nell'ambito
dell'insegnamento scolastico. La Pubblica Amministrazione, al contrario,
dovrebbe essere imparziale (art. 97 Costituzione) e non potrebbe
parteggiare -peraltro per odiose finalità di sfregio- per una religione
piuttosto che per un'altra, se non altro perché la Costituzione accorda pari
diritti e pari dignità a tutte le confessioni religiose, positive
o negative che esse siano. E la riprova concreta è nel fatto che tra i
legittimi "contraddittori" dell'iniziativa legale intrapresa dal sig.
Smith non vi è mai stato il "Comune di Ofena", il quale dovrebbe
dunque interessarsi delle materie deputategli per legge, evitando di "prendere
smaccatamente le parti" di una religione e di perseguitare e
ghettizzare coloro che credono in altre religioni, razzisticamente ritenute
"inferiori".
2°)
Il secondo episodio -che conferma in modo eclatante
gli intenti razzistici/discriminatori del gigantesco crocifisso in ferro
collocato dinanzi l'ingresso della scuola- risale all'intervista rilasciata dal
Sindaco Arch. Anna Rita Coletti ad una inviata della trasmissione la "Vita
in diretta", poi mandata in onda su RAI UNO all'indomani della decisione
del Dott. Mario Montanaro. Alla domanda dell'intervistatrice, che chiedeva:
"E se dovesse essere rimosso, questo crocifisso?", il Sindaco
di Ofena rispondeva con le seguenti testuali parole: "(La soluzione)
più pratica potrebbe essere o quella di riposizionare il crocifisso oppure di regalare
ai bambini, nel giorno in cui, il primo giorno di scuola, entrano in
classe, un crocifisso da parte dell'amministrazione comunale, da portare
appeso al collo, perché in questo modo, poi, i crocifissi che il bambino islamico
dovrà vedere non saranno più uno, ma saranno quelli appesi al collo di tutti i
propri compagni".
Dal tenore di
queste dichiarazioni è evidente che per il Sindaco di Ofena i bambini "islamici"
appartengono ad una "razza
religiosa inferiore" e, soltanto per questo,
meritano di essere ghettizzati ed umiliati dai compagni di classe, appartenenti
alla "razza superiore" dei bambini "cattolici", peraltro
con la fattiva collaborazione dell'Amministrazione Comunale di Ofena che, a
proprie spese e magari distogliendo le risorse economiche destinate alla
raccolta dei rifiuti o ad altre incombenze comunali, li doterà di ben vistosi
crocifissi da esibire al collo, per schernire e dileggiare i piccoli
"infedeli islamici".
Queste
"dichiarazioni" pubbliche, rese dal Sindaco di Ofena nel corso di una
trasmissione televisiva di largo ascolto, evocano i tempi bui del medio evo e
del nazi-fascismo, tanta è la carica razzistica e discriminatoria che esse
contengono. C'è soltanto da meravigliarsi come esse siano state tollerate in
quella trasmissione e da chiedersi, poi, come mai il conduttore Michele Cucuzza
o chi per lui non le abbia segnalate all'autorità giudiziaria, magari con lo
stesso "zelo" col quale l'egregio Dott. Bruno Vespa (o chi per lui)
ha segnalato alla Procura della Repubblica capitolina la frase pronunciata da
Adel Smith nel corso della trasmissione "Porta a porta" ("il
crocifisso raffigura un cadavere in miniatura"), frase per la quale il
P.M. romano ha ritenuto di ravvisare -si badi bene- gli estremi del delitto di
"vilipendio della Religione di Stato".
Preme sottolineare
l'odiosità delle "minacce" rivolte dal Pubblico Amministratore, sia
perché perpetrate con l'arroganza di chi abusa dei pubblici poteri di cui è
fornito, sia perché indirizzate nei confronti di minorenni indifesi, che
dovrebbero subire gli atti di discriminazione e di scherno razzistico/religioso
addirittura nell'ambiente (educativo?) della scuola dell'obbligo e ad opera dei
compagni di classe minorenni, "graziosamente" istigati a tanto dagli
"amministratori comunali" maggiorenni!!!
Non credo che
l' "insegnamento" impartito dall'Arch. Anna Rita Coletti sia proprio
encomiabile.
3°)
Sempre all'indomani dell'ordinanza del dott. Mario
Montanaro, poi, molte pareti delle case del centro abitato di Ofena (assoggettato a vincolo paesaggistico)
sono state dipinte con vistosissimi ed estesi "murales", mai autorizzati, inneggianti al
Crocefisso e ad altre immagini sacre al Cattolicesimo: anche qui non si tratta
di "pie" manifestazioni di "culto", ma di ostentazione
provocatoria e discriminatoria nei confronti di quella famiglia islamica,
"rea" di aver preteso di avere lo stesso trattamento riservato ai
cattolici.
Questi "murales"
sono stati dipinti su molte facciate prospicienti la piazza San Carlo, su altre
facciate e -incredibile ma vero- anche sul lato sinistro dell'ingresso della
Casa Comunale di Ofena: quivi troneggia, oggi, un gigantesco crocifisso,
dipinto come "monito" agli "infedeli islamici".
Il messaggio che promana da quest'ultimo crocifisso è chiaro come lo sarebbe
una "bella" "croce uncinata" nazi-fascista
all'indirizzo di un ebreo, e cioè: cari Adel, Mimoza, Adam, Khaled e David
Smith, sappiate che in questo "feudo" "regna"
un'Amministrazione Comunale che ha ben capito a quale "razza religiosa (di
merda) inferiore" appartengano gli "infedeli musulmani"
e non intende, pertanto, piegarsi alle ridicole "ordinanze" del
Giudice Montanaro, che citano assurde norme costituzionali ed assurde sentenze
della Corte Costituzionale e della Cassazione, che hanno "osato"
affermare che tutti i cittadini italiani ed europei sono uguali, qualunque sia
il loro credo religioso, e che tutte le confessioni religiose hanno pari
dignità.
Estremamente
singolare e significativa -e non si può quindi non rimarcarla in questa sede- è
la circostanza che questi "murales" siano "fioriti"
all'improvviso e in gran numero sulle facciate prospicienti le pubbliche piazze
e le pubbliche vie di Ofena, guarda caso proprio all'indomani
dell'ordinanza di quel Giudice e senza
che, si badi bene, il centro abitato di Ofena -assoggettato a vincoli
paesaggistici- avesse mai presentato, come caratteristica architettonica
peculiare, siffatte decorazioni esposte al pubblico. C'è da chiedersi perché l'Autorità Giudiziaria ed Amministrativa non siano intervenute e come
possa essere possibile che siano stati dipinti questi provocatori e lerci murales di stampo razzistico, senza che sia intervenuta alcuna autorizzazione ed anzi in spregio alle normative vigenti
sull'ornato pubblico, ai regolamenti edilizi ed alle norme di tutela
paesaggistica (ivi inclusi i rilascio di preventivi pareri favorevoli). Ma si tratta di domanda pleonastica, essendo ben noto che i tutori della legge per garantirsi il posto di lavoro sono "forti coi deboli e deboli coi forti".
4°)
Altra strabiliante iniziativa dell'Amministrazione
Comunale di Ofena è quella che è stata pubblicizzata con manifesti affissi alle
bacheche, che ho avuto cura di fotografare in occasione della mia visita ad
Ofena. Si tratta del progetto di "realizzazione di una Via Crucis
composta di n. 14 stazioni, delle quali il progetto sarà donato da un artista
di fama internazionale mentre la realizzazione sarà a carico
dell'Amministrazione Comunale". Come ha cura di dichiarare nel
manifesto, questa iniziativa trae lo spunto dalla "vicenda della scuola
elementare e materna di Ofena che ha avuto risonanza internazionale, e cioè il
crocifisso presente sulle aule di scuola. Nella specie il padre di un
alunno...ha proposto ricorso per la rimozione del crocifisso in via
cautelare...Attualmente la questione è ancora sotto il vaglio dei giudici di
merito e stiamo aspettando la sentenza definitiva dell'autoritè giudiziaria
sull'argomento. Nel frattempo la maggior parte dei cittadini d Ofena....ha
dichiarato di non essere d'accordo con il genitore sostenendo "con
forza" l'apposizione del crocifisso anche nell'aula della scuola, pur
riconoscendo la tolleranza e la volontà di apertura verso il concittadino che
ha esposto e portato alla ribalta della cronaca il problema delle confessioni
religiose nell'ambito dela scuola..."
Dunque,
l'Amministrazione Comunale di Ofena non è ancora paga della "crociata
razzistico/religiosa" perpetrata contro l'infedele famiglia musulmana,
ma intende rincarare la dose per realizzare addirittura una "Via
Crucis" di 14 stazioni, magari partendo dalla casa di quella famiglia di “pezzi di merda” di islamici sino al
Comune, riservando oviamente un’importante "stazione" dinanzi alla
scuola elementare e materna.
Sembra proprio
che la persecuzione di stampo razziale/religioso non abbia limiti e che gli
Amministratori comunali di Ofena, approfittando codardamente della posizione di
supremazia loro conferita dall'esercizio di pubbliche funzioni, intendano
seguitare a schernire, dileggiare ed umiliare quella famiglia con un'altra
opera monumentale -realizzata a spese del Comune!!- sicuramente
destinata a far assurgere Ofena agli onori della storia dell'Arte, della
Cultura e del bon ton. Se questo dovesse ritenersi
"legittimo", c'è soltanto da chiedersi quali possano essere le
prossime, auspicabili, "mosse" del Sindaco di Ofena e della sua
Giunta.
Da parte mia
posso suggerire all'Amministrazione di Ofena -visto l' "andazzo"
persecutorio sin qui concretizzato- di realizzare anche quattro ciclopici
Crocifissi -oppure quattro Cattedrali Cattoliche- dinanzi a ciascuno dei lati
dell'abitazione degli "sporchi
infedeli musulmani",
acciocché gli stessi, ovunque si affaccino, abbiano bene in mente "chi
realmente comanda ad Ofena" e "chi realmente appartiene alla
razza religiosa Superiore". Si potrebbe, poi, realizzare anche un
pergolato, ovviamente tutto composto da "Croci", che parta
dall'abitazione di Smith sino all'ingresso della scuola di Ofena, acciocché i
"bambini islamici" (come graziosamente li appella il Sindaco
Arch. Anna Rita Coletti) subiscano l'onta delle "forche caudine
cattoliche", ogni qual volta si recano a lezione.
Ripristinando,
poi, la pia usanza della Chiesa Cattolica contro gli ebrei, in auge sino alla
metà dell'ottocento, il Comune di Ofena potrebbe anche stipendiare un
predicatore cattolico acciocché dispensi ai figli di Smith, mentre si recano a
scuola, "prediche coatte", perché decidano di convertirsi e di
abbracciare, dunque, l'Unica, Vera, Grande Fede: quella di Santa Romana Chiesa.
Visitate
dunque Ofena, ma mi raccomando: non da turisti, ma da ospiti.
Rimini, addì
18 novembre 2017 d.i.C.
Luigi Tosti
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