Dopo Gianni Boncompagni e Stefano
Rodotà, un altro grande compagno di viaggio ci ha lasciati. Paolo Villaggio ha
spento la sua vita in un giorno come un altro. E il Sole non si è stupito,
perché quando muore un laico il Sole non si ferma e non si stupisce. Quando muore un laico,
non c’è rissa di dei o di demoni e le campane non piangono, perché non c’è
un’anima in vendita. La morte di un laico lascia un dolore e un rimpianto comune,
ma la consolante certezza di non vederlo più afflitto dall’imbecillità umana.
Grazie, Gianni, grazie, Stefano, e grazie Paolo, per averci insegnato, con i vostri funerali "laici", che la coerenza è un valore che oltrepassa la morte.
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