Lo sconcertante e kafkiano processo per l’omicidio
di Sara Scazzi offre lo spunto per divulgare quale sia il metodo migliore per
commettere un omicidio perfetto, con la certezza (almeno in Italia) di rimanere
impuniti. La ricetta è semplice: basta prima uccidere una persona e, poi,
confessare l’omicidio avendo anche cura di condurre gli inquirenti nel luogo
dove si è occultato il cadavere. Basterà poi ritrattare la confessione ed
accusare -senza alcuna prova- delle persone innocenti. Con questo infallibile
sistema nessuno ti crederà di essere il vero assassino, sicché verrai
prosciolto dall’omicidio e al tuo posto verranno condannate all’ergastolo
delle persone innocenti.
Quello che ho appena detto potrebbe essere
considerato un sarcasmo di cattivo gusto nei confronti del sistema giudiziario:
purtroppo non lo è, perché il processo per l’omicidio di Sara Scazzi dimostra
il contrario. E’ infatti un dato incontestabile che l'UNICO soggetto a cui
carico esistevano -ed esistono- PROVE di colpevolezza grandi come macigni -e
cioè la CONFESSIONE dell'omicidio e l'aver condotto gli inquirenti nel luogo
dove aveva occultato la vittima- è il Sig. Michele Misseri che, però, è stato
ASSOLTO dal delitto di omicidio, mentre invece altri DUE soggetti -nei
confronti dei quali non esisteva e non esiste alcuna prova di aver partecipato
al delitto, se non la ricostruzione fantasiosa operata dai giudici sulla base
di congetture degne dei processi dell'Inquisizione- sono stati condannati. Si
tratta di un vero e proprio delirio che dimostra quale possa essere il livello
di affidabilità della "Giustizia".
C’è un aspetto che NESSUN giornalista e/o commentatore ha messo
in luce: e cioè che l’anomalo sviluppo del processo per l’omicidio di Sara
Scazzi ne ha poi determinato, in modo ineluttabile, l'ancor più assurdo epilogo.
Michele Misseri, infatti, doveva quanto meno essere processato per l'omicidio
di Sara Scazzi in concorso con la moglie e la figlia, e non prosciolto sin ab
initio dal delitto che aveva addirittura confessato. Avendo scelto gli inquirenti
di incriminarlo per il solo reato di
soppressione di cadavere, assolvendolo contro la sua volontà dall'omicidio che
aveva confessato, si sono create le premesse per far sì che la condanna per
l'uccisione di Sara Scazzi non potesse che ricadere sulla moglie e sulla
figlia. A questo punto l'esito del ricorso per Cassazione era praticamente
scontato: i Giudici della Cassazione non avrebbero MAI potuto assolvere Sabrina Misseri e Cosima Serrano -ancorché
innocenti- perché altrimenti nessuno avrebbe MAI pagato per l'omicidio di Sara
Scazzi. L'esito di questo processo è a dir poco degno del miglior Kafka e
personalmente auguro ai colpevolisti di incappare in un processo analogo. E chiudo
ricordando che LA LEGGE impone ai Giudici di condannare solo se sussiste la
ragionevole certezza di non condannare un innocente, e non se sussiste la
probabilità, più o meno elevata, di condannare un colpevole.
Sabrina Misseri e Cosima Serrano potrebbero “forse”
essere le assassine di Sara Scazzi; ma è questo “forse” che le rende
sicuramente vittime di un errore giudiziario.
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