RAGIONE e
FEDE, SCIENZA E RELIGIONE
Il Pater Patrum Ratzinger
e la sua succursale italiana, la Conferenza Episcopale, si affannano ossessivamente
a sostenere che la ragione e la fede non sono incompatibili e che, dunque, il “connubio”
tra scienza e religione è ammissibile e, anzi, proficuo. Per dimostrare questo
teorema hanno allestito il “cortile dei (polli) gentili”, cioè un gruppo di finti atei
(in realtà atei prezzolati) con i quali aprire un dialogo “costruttivo” allo
scopo di dimostrare che la scienza e la religione non sono incompatibili, ma addirittura
complementari. Si tratta, in realtà, dell’ennesima operazione mediatica per tentare
di arginare il crollo disastroso dei pilastri e dei dogmi sui quali la fede e
le religioni si fondano: crollo che è perlopiù imputabile ai progressi delle
scienze, che hanno dimostrato come le religioni si fondino sulle più assurde
credulonerie e che i fatti e i prodigi soprannaturali, da esse millantati,
nient’altro sono se non falsità e mistificazioni ciclopiche, architettate da sciamani
vissuti 2.000 anni or sono per gabbare i creduloni e percepire da loro danaro
od altre utilità.
Affermare che scienza
e religione non sono opposte, bensì complementari, è come affermare che la legalità
e la criminalità non sono incompatibili tra loro ma, anzi, possono convivere e
collaborare per perseguire intenti comuni. Si tratterebbe di un’affermazione
paradossale, dal momento che i poliziotti e la magistratura hanno il compito
istituzionale di difendere la legalità e, dunque, di combattere il crimine.
Orbene, se la camorra, la mafia e la ‘ndrangheta organizzassero un “cortile dei
gentili” per dimostrare che queste associazioni criminali ben possono convivere
con la legalità e se alcuni poliziotti e magistrati, poi, aderissero entusiasti
a questo invito, non dubito che vi sarebbe un’indignazione generale e che questi
poliziotti e magistrati verrebbero bollati ed inquisiti come corrotti e
venduti. Alla stessa stregua, pertanto, è squisitamente paradossale affermare
che la scienza, il cui compito istituzionale è quello di ricercare la VERITA’ secondo
i canoni della razionalità e della sperimentazione (e questo in tutti i campi,
dall’elettricità alla medicina, dalla fisica alla chimica, dall’astronomia alla
matematica etc.), possa “sposarsi” e convivere con la “religione” e con la “fede”
che, al contrario, propugnano verità assiomatiche (dogmi) che, alla luce della
scienza e della ragione, si sono peraltro dimostrate nient’altro che delle FALSITA’
e delle MISTIFICAZIONI. Nessuno scienziato od ateo che sia degno del nome che
porta -ovverosia che sia realmente e seriamente uno scienziato o un ateo-
potrebbe mai collaborare con i gerarchi delle varie fedi religiose per
accreditare, pubblicamente, la tesi che è possibile il connubio e la
collaborazione tra la scienza e la religione e tra la ragione e la fede. Questi
soggetti, al contrario, dovrebbero essere a buon diritto bollati come dei corrotti
che si sono venduti al “nemico”. E la riprova immediata è nel fatto che i
gerarchi della Chiesa cattolica non hanno aperto il dialogo con TUTTI gli atei
e, in particolare, con gli atei delle associazioni più rappresentative, ma
hanno accuratamente selezionato alcuni “atei” che si sono dichiarati “devoti”,
cioè dei soggetti disposti a collaborare a questa farsa mediatica perché, al
pari dei magistrati e dei poliziotti corrotti e venduti alla criminalità
organizzata, avevano già tradito i canoni basilari sui quali si fonda il metodo
scientifico: la ragione e la sperimentazione. Gli atei VERI -cioè quelli
forniti di coerenza, rigore ed onestà morale- sono stati invece accuratamente “scartati”
dai gerarchi della Chiesa cattolica, perché non avrebbero mai collaborato a questa ingannevole
farsa mediatica. In ogni caso saranno i fatti a dimostrare chi, tra gli invitati a questo "cortile", dimostrerà di non essere prezzolato, cioè dichiarerà che tra scienza e religione -al pari che tra legalità e criminalità- non vi può essere alcun connubio.
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