L'indignazione plebiscitaria e la solidarietà trasversale che
è stata tributata a Sallusti da pressoché
tutti i giornalisti italiani (cito Marco Travaglio, Enrico Mentana
etc.), da tutti i cosiddetti "politici" italiani e dai gerarchi della Chiesa
cattolica, e che ha addirittura provocato l’interferenza del presidente Napolitano sui giudici della Cassazione penale al fine di
influenzarne la decisione pro-Sallusti, dimostrano (semmai ce ne fosse ancora
bisogno) che l'Italia è una repubblica della banane nella quale non vige né la
legalità né il principio dell'eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla
legge. Sallusti non è stato condannato perché ha manifestato liberamente la
propria opinione -come falsamente si vuole far credere da tutti questi soggetti-
ma perché ha diffuso notizie FALSE e diffamatorie sul conto di un giudice e di
altri soggetti. Diffondere sulla stampa la notizia che il presidente della
repubblica Giorgio Napolitano e i giornalisti Marco Travaglio ed Enrico Mentana
hanno adescato dei bambini e li hanno
poi sodomizzati non significa esercitare il diritto di libertà di
pensiero e di opinione, ma diffondere notizie FALSE e diffamanti sul conto di
persone innocenti. Trovo vergognoso che il Presidente Napolitano,
la corporazione dei giornalisti e l'egregia corporazione dei nostri stimatissimi
politici si siano fatti paladini di un criminale, privilegiandolo ai danni di coloro che sono stati vittime di quel criminale. Soggiungo anche
che questo atto criminale è stato compiuto con l'usuale e proditoria
vigliaccheria di chi non ha neppure il coraggio delle proprie azioni: l'articolo diffamatorio pubblicato da Libero è stato infatti sottoscritto con uno
pseudonimo, al fine manifesto
di assicurare l'impunità al criminale autore. E questo è avvenuto grazie
alla fattiva collaborazione, alla complicità e all'omertosa copertura da parte
del Sallusti, che si è ben guardato dal rivelare alla magistratura e alle
vittime della diffamazione chi fosse l'autore del pezzo criminale. Trovo
vergognoso che il Governo, i giornalisti e i politici denuncino l’eccessiva
repressività del codice penale, addebitandola al ministro fascista Rocco, solo perché oggi è stato condannato il Sallusti, ma che nulla abbiano fatto per le
centinaia di migliaia di giornalisti, meno blasonati, che negli ultimi 80 anni
hanno subito identiche condanne per lo stesso reato.
Trovo vergognoso e squallido che ci si indigni per le
condanne inflitte a delinquenti del calibro del Sallusti, che in realtà ha
diffamato persone in carne ed ossa, provocando loro sofferenze morali e
fisiche, e non ci si indigni, invece, per le condanne che sono state inflitte
e che seguitano ad essere inflitte a coloro che non diffamano persone in carne
in ossa ma si limitano ad esprimere delle critiche satiriche contro astratte
ideologie religiose. Ricordo che nella Repubblica pontificia italiana vengono
ancor oggi puniti, grazie all’imposizione ideologica del Papa e della Chiesa
cattolica, sia la “bestemmia” -ovverosia i vaniloqui contro soggetti, non
meglio identificati, che con ostinazione si seguitano a chiamare “Dei”- sia il “vilipendio della religione”, cioè le critiche che vengono mosse contro le
più strampalate credulonerie, contro le truffe e le falsità che sono state inventate, di sana pianta, da sciamani impostori vissuti duemila anni fa e che tutt’oggi
teorizzano l'esistenza dell'aria fritta e di altre astruse amenità come i
diavoli, i paradisi, gli inferni, i giudizi universali, i profeti, i miracoli,
gli angeli, le resurrezioni e gli accoppiamenti degli dei con primati dell’
homo sapiens, rigorosamente vergini e sposate, per generare pargoli divini da
inchiodare sulle croci per salvare non si sa da che cosa l’intera specie umana. Stranamente
nessuno si indigna per queste condanne penali inflitte ai danni di chi
critica e denuncia l’abuso della credulità popolare da parte di questi sciamani: condanne penali che non hanno nulla di diverso rispetto ai roghi inflitti dai criminali gerarchi della Chiesa cattolica ai danni
degli eretici e dei liberi pensatori e che, tutt’oggi, vengono tranquillamente inflitte in altre parti del mondo dagli islamici e da altri fanatici adepti di sette religiose ai danni
dei liberi pensatori e degli atei. E' squisitamente vergognoso che i credenti possano impunemente offendere il Darwinismo, l'Ateismo, il Relativismo e che i Darwinisti, i Relativisti e gli Atei non possano fare altrettanto nei confronti delle ideologie religiose.
La libertà di stampa, la libertà di pensiero e la libertà di
espressione sono le colonne portanti della democrazia; esse sono insostituibili
per ogni stato che voglia garantire la convivenza civile. La diffamazione a
mezzo stampa è l’unica che può distruggere e screditare la libertà
d’espressione e, con essa, la facoltà di partecipare alla vita pubblica
attraverso la penna e l’opinione dei cittadini. La condanna di Sallusti, in
quanto non informatore ma diffamatore, è stato un atto di sacrosanta difesa di
tutti coloro che credono nella libertà d’espressione.
2 commenti:
Anch' io su Libero http://www.liberoquotidiano.it/lettere/7413/Nel-caso-Sallusti-non-c-entra-la-libert%C3%A0-d-opinione-ma-l-obbligo-della-verit%C3%A0.html e nel mio sito personale http://www.pinocuratolo.it/perche.htm#libertaopinione2012
ho espresso la medesima opinione:
(qui la lunghezza imposta dal form non mi consente di trascrivere per intero)
Cordialmente e con stima. Pino Curatolo
Carissimo Pino, sono contento che vi siano altre persone che escano dal coro del gregge ed abbiano il coraggio di dire la verità. Io peraltro concordo sull'opportunità di sanzionare la diffamazione non con la pena detentiva ma con quella pecuniaria, come peraltro dovrebbe avvenire per moltissimi altri reati di minore allarme sociale. Il carcere, è inutile nasconderselo, è una forma di vendetta della società nei confronti di chi ha commesso un reato. Nel caso della diffamazione la persona realmente offesa è il diffamato, e non la società: è dunque più logico che la pena sia rivolta a risarcire il danneggiato, piuttosto che a soddisfare il desiderio di vendetta dell'intera società. Meglio sarebbe, dunque, che si irrogasse una sanzione pari al doppio del danno economico arrecato e che a beneficiarne fosse proprio il danneggiato. Questo sarebbe a mio avviso il miglior deterrente. C'è anche da aggiungere che la situazione carceraria italiana è stata, era ed è tale che il Presidente della repubblica, i ministri e i parlamentari italiani dovrebbero dimettersi immediatamente, e in blocco, se solo fossero forniti di un minimo di pudore e di coscienza.
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