giovedì 19 novembre 2009

DISPOSTA L’ESPOSIZIONE DI BUDDHA A FIANCO DEI CROCIFISSI.






La visita in Parlamento del Dalai Lama, avvenuta ieri 18 novembre 2009, e le esternazioni del Capo spirituale del buddismo tibetano sulla recente sentenza della Corte Europea, che ha bocciato la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche, hanno sortito i loro primi effetti. “E' di fondamentale importanza sia mantenere i crocifissi nelle aule scolastiche italiane che escludere i simboli dei pezzenti che credono in altre religioni o non credono in nessun dio -ha affermato il leader carismatico del buddhismo tibetano- perché l'Italia ha un retroterra cristiano e cattolico e il cattolicesimo è l’unica, vera e superiore religione. Quindi mantenere la tradizione del crocifisso nella aule scolastiche è importantissimo”.
Le dichiarazioni del Dalai Lama sono piaciute molto al Papa e al Cardinal Bagnasco, che hanno invitato il leader Berlusconi a ricambiare la cortesia del Dalai Lama con l’esposizione dei suoi simboli a fianco dei crocifissi. Il Governo ha accolto la richiesta del Papa e stamattina, con decreto-legge n. 13.987.245.390, è stata disposta l’immediata esposizione di altrettanti budini a fianco dei Cristi in croce. Per chi rimuoverà le croci è stata anche prevista una sanzione di 5 milioni di euro. Per chi si limiterà a rimuovere i soli budini la sanzione scenderà a 2,5 milioni, oltre la pena accessoria dell’estradizione in Cina.
L’onere economico per l’acquisto di 94.097.456.936.586 budini sarà soddisfatto stornando 20 miliardi di euro dai capitoli di bilancio relativi alle spese di ricostruzione del terremoto dell’Aquila ed alla lotta contro la fame del mondo.
Roma, 19 novembre 2009.
Postato da Agenzia di Stampa FANTACRONACAVERA.

2 commenti:

Gabriele ha detto...

Quando non si vuol capire si scrivono (a volte) delle sciocchezze.
Le radici non si cancellano e l'esposizione del simbolo cristiano non mi pare un attentato né alla laicità di tanti italiani né ai professanti di altri credo.
Cordialmente dissento.
Gabriele

luigitosti ha detto...

Concordo perfettamente sul fatto che quando ci si ostina a non capire che il principio di laicità si fonda sul diritto all'eguaglianza e alla non discriminazione -e non dipende affatto dal dato numerico degli aderenti ad una confessione- si scrivono delle grandi sciocchezze, come quella che l'esposizione del solo simbolo dei cattoli negli uffici pubblici -che cioè appartengono a tutti gli italiani- non discriminerebbe tutti coloro che non credono o credono in qualche altro dio.