sabato 17 agosto 2013

Credenti = deficienti (di Luigi Tosti)

 



"La religione non è altro che l’ombra gettata dall’universo sull’intelligenza umana". Lo diceva Victor Hugo, nel 1862, per definire, con garbo, la deficienza psichica di coloro che credono alle favole sugli dei o, meglio, sull’ultimo dio di moda. Continuano a dirlo, a distanza di pochi anni, diversi studi scientifici. L'ultima ricerca, eseguita su un campione di 63 studi, rivela che 53 di questi trovano una correlazione tra la fede religiosa e una minore intelligenza o, per metterla in altri termini, i fedeli hanno un cervello "meno allenato" degli atei perché le religioni "hanno premesse irrazionali, non fondate su basi scientifiche e non verificabili che non attraggono chi è intelligente": un eufemismo, questo, garbatamente coniato per non dire, con crudezza, che gli uomini colpiti dal virus della “fede” hanno in realtà dei cervelli a tal punto “irrazionali” e sottosviluppati da credere all'ultima dei miliardi di favole create dalla fantasia di alcuni uomini su creature immaginarie e inconsistenti come gli dei.


Lo studio, intitolato "The Relation Between Intelligence and Religiosity: A Meta-Analysis and Some Proposed Explanations" e ripreso qualche giorno fa sul quotidiano inglese The Independent, proviene dall'Università di Rochester ed è stato supervisionato dal Prof. Miron Zuckerman.

Trattandosi di un argomento molto “delicato” (si sa che gli imbecilli sono i più suscettibili), i commentatori di queste ricerche scientifiche hanno puntualizzato che “bisogna fare attenzione alle definizioni” sull’ “intelligenza”. In realtà, però, quella utilizzata dal team di psicologi per definire l'intelligenza è la seguente: "abilità di ragionare, risolvere problemi, pensare astrattamente, capire idee complesse, imparare velocemente e apprendere dall'esperienza". Il che conferma, per l’appunto, che i “credenti” -cioè quelli che sono stati contagiati (perlopiù in tenera età) dal virus della religione- sono persone che non hanno una spiccata abilità di ragionare, di risolvere i problemi, di pensare astrattamente, di capire idee complesse, di imparare velocemente e di apprendere dall’esperienza. Il che, tradotto in termini più crudi, equivale ad affermare che sono dei veri e propri "deficienti" (intellettivi).

Secondo lo studio, la correlazione negativa fra IQ e fede comincia fin dall'infanzia, quando i bambini che manifestano un maggiore acume sono anche i primi ad allontanarsi dal credo. E si conclude in vecchiaia con una corrispondenza fra i non credenti e un intelletto sopra la media. Uno degli studi presi in considerazione da Zuckerman, ha seguito 1.500 bambini dotati di IQ 135, ben sopra alla media, fin dal 1921. Il risultato ha nuovamente confermato che dall'infanzia fino alla tarda età i soggetti hanno dimostrato un livello di religiosità di molto inferiore alla media.

Come dimostra il numero di studi sull'argomento, questa non è un'idea nuova. Recentemente, nel 2008, il professore emerito dell'Università di Ulster, Richard Lynn sosteneva che la maggioranza dell'elite intellettuale britannica si considera atea e che il declino delle religioni nell'emisfero occidentale è avvenuto di pari passo con l'aumento delle facoltà intellettive.

La riprova matematica delle fondatezza degli studi sulla “intelligenza” degli atei (e sulla correlata ed antitetica “deficienza” dei credenti) è data dal fatto che la maggioranza dei credenti, oggigiorno, vive nei cosiddetti paesi in via di sviluppo, cioè nei paesi dove più alto è il tasso di analfabetismo e di oscurantismo scientifico: un fattore decisivo, questo, nel tirare la bilancia dalla parte di quella che generalmente  si considera "ignoranza" e che è strettamente legata a sistemi scolastici e livelli di alfabetizzazioni infimi. Sotto questo profilo l’ Italica Colonia del Vaticano eccelle, perché nelle sue “scuole” non vengono divulgate l'abilità di ragionare, di risolvere i problemi, di pensare astrattamente, di capire idee complesse, di imparare velocemente e di apprendere dall’esperienza, bensì il "sublime" insegnamento della cd. “religione cattolica”, cioè di quella favoletta masochistica e sadica secondo cui un primate di 2.000 anni or sono sarebbe stato "amorevolmente" crocifisso da suo Padre per “salvare” altri primati, cioè l’intera specie dell'homo sapiens, redimendola dal suo “peccato originale”, cioè dal fatto che gli uomini, come peraltro tutti gli altri animali, hanno l'abitudine di accoppiarsi e copulare per replicarsi. Una credenza, questa, tanto idiota e tanto disumana da appioppare a pieno merito -a chi la sostiene- la patente di deficiente.

11 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Sig. Luigi, le auguro una serena conversione.
Piergiorgio Geminiani

luigitosti ha detto...

@ Piergiorgio Geminiano = pigi Bologna:
perché mi augura una "serena conversione", ovverosia di ridurmi anch'io, serenamente, allo stato di deficiente? Non ci tengo proprio e la considero anzi una iattura. L'idea di andare a far parte di un siffatto gregge, condotto dal Pastore di turno, è a dir poco angosciosa. Preferisco seguitare a far uso del cervello che ho, senza mandarlo all'ammasso.

Unknown ha detto...

Perchè finalmente smetterà di essere così arrabbiato, è uno stato in cui si vive male, le auguro invece ogni bene.
Piergiorgio Geminiani

luigitosti ha detto...

Meglio vivere da deficiente sereno, oppure da intelligente arrabbiato? E' un vero dilemma. Io preferirei vivere da sereno intelligente ma, purtroppo, in questa Italica colonia del Vaticano la serenità è impedita dall'intolleranza e dall'ingerenza a 360 gradi dai credenti, che pretendono di invadere la sfera pubblica perché portatori di verità e di scelte personali che vogliono imporre a tutti gli altri per il "loro bene". Non sono i deficienti che disturbano, ma sono solo quelli che pretendono di condizionare le libertà degli altri in nome dei loro deficienti principi. Chiaro?

Unknown ha detto...

sono contento che lei sia intelligente, io sono felice di essere nella schiera dei deficienti. ame comunque disturba di più chi offende.
ah, dimenticavo, Cristo ha lasciato piena libertà di scelta, entrambi (Lei ed io) l'abbiamo fatta, ma noi due siamo amati allo stesso modo, senza discriminazioni. Buon proseguimento carissimo Luigi.

luigitosti ha detto...

Si sente forse offeso? Perché mai? E' forse offensivo sostenere che chi crede nella reale esistenza di Babbo Natale e della Befana non è propriamente un'aquila? Quale sarebbe, di grazia, la differenza tra chie crede alla Befana e chi crede agli dei Zeus, Giunone, Poseidone, Apollo, Mitra, Horus e via dicendo? Non siete voi cristiani che li avete bollati come dei falsi e bugiardi ed avete trucidato i pagani, vietando loro di adorare i loro dei? E adesso si sente offeso? Non siete voi credenti cattolici che considerate gli atei come esseri immondi e dannati? E dovrei forse al suo fantomatico "Cristo" il "diritto" di "libertà di scelta"? Ma che dice? Si è forse dimenticato se c'è oggi una relativa libertà di scelta questo lo si deve all'Illuminismo e alla rivoluzione francese? SE io fossi vissuto nel suo Stato pontificio un secolo e mezzo fa, sarei stato messo in prigione per le cose che ho scritto e che lei non gradisce. Se le avessi scritte ai tempi dell'Inquisizione sarei già stato arrostito da un pezzo. Si tenga il suo "amore" del suo fantomatico Cristo e cerchi, semmai, di rispettare le idee e le libertà altrui, come insegnatoci dall'Illuminismo e dalla rivoluzione francese.

Unknown ha detto...

no, non sono permaloso per nulla, libertà di opinione. comunque mi pare che oggi lei sia libero, o sbaglio. tutto secondo i tempi, errori tantissimi, l'importante è ammetterlo (anche se ha mescolato errori storici, involontari spero, e verità). il discorso purtroppo è scaduto in aria fritta, peccato. in ogni caso mi pare che lei sia alla ricerca molto più di me, che sono un pessimo cristiano. sono capitato casualmente in questo blog, ora la saluto con affetto, e non scriverò più. buona vita a lei, Luigi.

luigitosti ha detto...

Di quale libertà di opinione sta parlando? Forse di quella di Giordano Bruno, che la sua setta religiosa ha arso sul rogo perché ha osato dire che esistevano -come in realtà esistono- infiniti mondi? Di quali errori "storici" mi accusa? Sia più chiaro, se è in grado di esserlo, e me li elenchi. Di aria fritta ce ne è molta in giro, e la noto soprattutto nelle televisioni di Stato, dove gli italioti vengono quotidianamente indottrinati con le stabilianti pillole di saggezza del papa di turno. Fugga pure dalla realtà e seguiti ad adorare i suoi dei: Padre, Figlio, Dea Madre Maria, Arcangeli, Angeli, Cherubini, Troni, Satana e via dicendo.

luigitosti ha detto...

«Uno degli effetti veramente negativi della religione è che si insegna a considerare una virtù il pascersi della propria ignoranza.» Richard Dawkins, The God Delusion

Unknown ha detto...

Ho potuto constatare, sia nei rapporti interpersonali virtuali che reali che molti (dico molti e non tutti) che si professano fortemente devoti e credenti, si rivelano poi essere ipocriti, falsi, bugiardi e mentitori anche in punto di morte. Chissà come mai.

luigitosti ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con te, Manuelcio. Coloro che realmente credono sono in realtà in numero molto inferiore a quelli che si proclamano credenti: e questo perché dichiararsi atei o agnostici è un atto di coerenza e di coraggio molto controproducente, soprattutto per chi fa politica e per chi non vuole rischiare di sentirsi emarginato nel lavoro e in altri ambiti. E' per questo che chi non crede -ma non ha coraggio di manifestarlo- si dichiara "credente non praticante", che è di una assurdità e contraddittorietà pari a quelle di chi, interrogato sulla sua "onestà", si dichiarasse "onesto non praticante".