Il Ministro degli esteri Frattini è un “Titano” del “Diritto”, un vero pozzo di scienza giuridica: sicuramente diventerà famoso per le sue deliberazioni sulla questione dell’esposizione dei crocifissi, prese nella sua autorevole qualità di “Commissario europeo”.
Ricordo infatti che l’On.le Cappato, nel 2008, rivolse alla Commissione europea un’interpellanza sul “mio” caso, che qui di seguito riporto
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0284/08
di Marco Cappato (ALDE)
alla Commissione
Oggetto: Simboli religiosi nelle aule di tribunale in Italia
Sebbene una serie di norme internazionali ed europee consacrino il diritto alla libertà di religione, alla non discriminazione, alla laicità dello Stato ed alla separazione di questo dalla Chiesa, il governo italiano impone l'esposizione nelle aule di giustizia del crocefisso cattolico, sulla base di una circolare fascista peraltro dichiarata abrogata dalla Corte di Cassazione. Il magistrato Luigi Tosti, di religione ebraica, aveva richiesto la rimozione dalle aule giudiziarie di tale simbolo religioso, o ,in alternativa, anche l'esposizione di altri simboli religiosi, in particolare la menorah ebraica, ma tale richiesta é stata rifiutata dal Ministro della giustizia. Egli è infine stato condannato, a seguito della sua decisione di astenersi dalle udienze, a sette mesi di reclusione, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio nonché sottoposto a procedimento disciplinare.
Non ritiene la Commissione che l'affissione di un simbolo religioso nelle aule di giustizia, come pure il rifiuto opposto da parte del governo italiano alla richiesta del magistrato Tosti di non esporre alcun simbolo religioso o in alternativa di esporre una pluralità di simboli religiosi, corrispondano ad una violazione delle norme internazionali, europee e nazionali sulla libertà di religione, sul divieto di discriminazione religiosa o razziale, sulla laicità dello Stato e della giustizia e sulla separazione tra Stato e Chiesa?
La risposta a questa interpellanza fu affidata al ferratissimo e sagacissimo Commissario europeo Franco Frattini che, a nome della Commissione, così “sentenziò” il 28.2.2008 (risposta E-0284/08IT):
“La Commissione ricorda che le leggi nazionali sui simboli religiosi negli edifici pubblici rientrano nell'ordinamento giuridico interno.”
Ebbene, se si raffronta oggi questa “risposta” con la sentenza della Corte europea del 3.11.2009 -che ha condannato l’Italia nel caso Lautsi Soile proprio per essersi rifiutata di eliminare i crocifissi- si ha modo di apprezzare in tutta la sua profonda vastità la preparazione, la sagacia, l’equilibrio, la neutralità e la scienza giuridica di cui l’On.le Franco Frattini è in possesso.
Ma questo personaggio, sicuramente destinato a passare alla “Storia”, non demorde. Durante una tavola rotonda ad Orvieto, organizzata dai circoli della fondazione Nuova Italia sul tema Identità cristiana e libertà della Chiesa, si è infatti espresso di nuovo sulla questione del crocifisso, contestando “la decisione di un tribunale di pochi giudici” come la Corte di Strasburgo su “come, quando e se noi possiamo esporre un crocifisso”. Il “diritto” di imporre il crocifisso negli uffici pubblici, secondo Frattini, “nessun tribunale ce lo potrà togliere, è un nostro diritto fermo”. “Rispettiamo il diritto di chi non crede” continua “ma rispettiamo anche il diritto dei credenti di esporre i propri simboli”. Attacca quindi la corte di Strasburgo che “ha affermato una cosa offensiva, inaccettabile: il crocifisso sarebbe un simbolo di divisione”. Secondo il ministro invece il crocifisso “è stato nella storia, nei millenni, un simbolo di riconciliazione. Non ci ha divisi ma uniti. È un simbolo nel quale la gente ha cercato la pace”.
Frattini annuncia battaglia a livello internazionale. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi infatti “ha portato la questione del diritto di professare la propria religione al Consiglio europeo”, per “ottenere una risoluzione in cui si sottolinei che la libertà di tutte le religioni non è una questione che riguarda solo noi, ma ogni paese del mondo”. Il ministro anticipa inoltre che “il governo italiano preparerà una risoluzione sul diritto della libertà religiosa nel mondo da portare a settembre all’assemblea dell’Onu”.
Esiste un limite all’impudenza?
Ricordo infatti che l’On.le Cappato, nel 2008, rivolse alla Commissione europea un’interpellanza sul “mio” caso, che qui di seguito riporto
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0284/08
di Marco Cappato (ALDE)
alla Commissione
Oggetto: Simboli religiosi nelle aule di tribunale in Italia
Sebbene una serie di norme internazionali ed europee consacrino il diritto alla libertà di religione, alla non discriminazione, alla laicità dello Stato ed alla separazione di questo dalla Chiesa, il governo italiano impone l'esposizione nelle aule di giustizia del crocefisso cattolico, sulla base di una circolare fascista peraltro dichiarata abrogata dalla Corte di Cassazione. Il magistrato Luigi Tosti, di religione ebraica, aveva richiesto la rimozione dalle aule giudiziarie di tale simbolo religioso, o ,in alternativa, anche l'esposizione di altri simboli religiosi, in particolare la menorah ebraica, ma tale richiesta é stata rifiutata dal Ministro della giustizia. Egli è infine stato condannato, a seguito della sua decisione di astenersi dalle udienze, a sette mesi di reclusione, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio nonché sottoposto a procedimento disciplinare.
Non ritiene la Commissione che l'affissione di un simbolo religioso nelle aule di giustizia, come pure il rifiuto opposto da parte del governo italiano alla richiesta del magistrato Tosti di non esporre alcun simbolo religioso o in alternativa di esporre una pluralità di simboli religiosi, corrispondano ad una violazione delle norme internazionali, europee e nazionali sulla libertà di religione, sul divieto di discriminazione religiosa o razziale, sulla laicità dello Stato e della giustizia e sulla separazione tra Stato e Chiesa?
La risposta a questa interpellanza fu affidata al ferratissimo e sagacissimo Commissario europeo Franco Frattini che, a nome della Commissione, così “sentenziò” il 28.2.2008 (risposta E-0284/08IT):
“La Commissione ricorda che le leggi nazionali sui simboli religiosi negli edifici pubblici rientrano nell'ordinamento giuridico interno.”
Ebbene, se si raffronta oggi questa “risposta” con la sentenza della Corte europea del 3.11.2009 -che ha condannato l’Italia nel caso Lautsi Soile proprio per essersi rifiutata di eliminare i crocifissi- si ha modo di apprezzare in tutta la sua profonda vastità la preparazione, la sagacia, l’equilibrio, la neutralità e la scienza giuridica di cui l’On.le Franco Frattini è in possesso.
Ma questo personaggio, sicuramente destinato a passare alla “Storia”, non demorde. Durante una tavola rotonda ad Orvieto, organizzata dai circoli della fondazione Nuova Italia sul tema Identità cristiana e libertà della Chiesa, si è infatti espresso di nuovo sulla questione del crocifisso, contestando “la decisione di un tribunale di pochi giudici” come la Corte di Strasburgo su “come, quando e se noi possiamo esporre un crocifisso”. Il “diritto” di imporre il crocifisso negli uffici pubblici, secondo Frattini, “nessun tribunale ce lo potrà togliere, è un nostro diritto fermo”. “Rispettiamo il diritto di chi non crede” continua “ma rispettiamo anche il diritto dei credenti di esporre i propri simboli”. Attacca quindi la corte di Strasburgo che “ha affermato una cosa offensiva, inaccettabile: il crocifisso sarebbe un simbolo di divisione”. Secondo il ministro invece il crocifisso “è stato nella storia, nei millenni, un simbolo di riconciliazione. Non ci ha divisi ma uniti. È un simbolo nel quale la gente ha cercato la pace”.
Frattini annuncia battaglia a livello internazionale. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi infatti “ha portato la questione del diritto di professare la propria religione al Consiglio europeo”, per “ottenere una risoluzione in cui si sottolinei che la libertà di tutte le religioni non è una questione che riguarda solo noi, ma ogni paese del mondo”. Il ministro anticipa inoltre che “il governo italiano preparerà una risoluzione sul diritto della libertà religiosa nel mondo da portare a settembre all’assemblea dell’Onu”.
Esiste un limite all’impudenza?
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