Come è noto, i sette giudici della Corte europea, che hanno accolto (all’unanimità!!) il ricorso della cittadina Lautsi Soile, hanno affermato che l’esposizione del solo crocifisso nelle aule pubbliche lede il principio supremo di laicità dello stato ed il diritto di libertà religiosa delle persone (nella specie: gli alunni) che sono costrette a frequentare quelle aule. Il diritto inviolabile di libertà religiosa- hanno sottolineato i sette giudici- non va inteso solo in senso positivo -cioè come diritto di manifestare la fede esponendo crocifissi al proprio collo o alle pareti della propria casa- ma anche in senso negativo, cioè pretendendo che nessuno affigga crocifissi al nostro collo o alle nostre pareti: e le pareti degli edifici pubblici -per l’appunto- non appartengono al “monopolio” dei cattolici ma allo Stato italiano, che deve dunque garantire alle persone che sono costrette a frequentare quelle aule il diritto di non vedersi imporre simboli di una qualche religione, senza peraltro poter esporre i propri.
Orbene, il Governo italiano non ha gradito questa elementare lezione di diritto ed ha fatto pertanto un ricorso alla Grande Camera (= 17 giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo) che, ridotto nella sua estrema sintesi, si compendia in questa “argomentazione” che, a mio modesto avviso, appare tutt’altro che sublime.
In Italia -ha chiosato il Governo Vaticaliano- la maggioranza della popolazione è cattolica e gradisce, dunque, che il crocifisso venga esposto -in regime di monopolio e in perfetta solitudine- nelle aule delle scuole, dei tribunali e, in genere, degli uffici pubblici. Toglierlo significherebbe dunque “offendere” e “limitare” il diritto di libertà religiosa dei cattolici, piuttosto che garantire il diritto di libertà religiosa della Lautsi Soile e di tutti coloro che, in Italia, appartengono a confessioni, fedi o credo “infimi”, che cioè non sono cattolici. Dunque -ha concluso il Governo della Repubblica Pontificia- rientra nel “margine di apprezzamento” (cioè nella discrezionalità) del Governo italiano “limitare” i diritti di libertà religiosa delle minoranze, all’apprezzabile scopo di “garantire la pace sociale”: se venissero tolti i crocifissi, infatti, si “offenderebbe” la suscettibilità della maggioranza cattolica, che vuole che nelle aule sia esposto il SOLO crocifisso della loro “superiore” fede religiosa e che venga vietato agli altri di esporre i propri!!
Se questa delirante “argomentazione giuridica” del Governo Italiano dovesse passare, le conseguenze sarebbero a dir poco paradossali.
Si potrebbe ad esempio affermare che è giusto vietare ai “negri” di salire sui mezzi di trasporto pubblici, perché la “maggioranza” della popolazione è bianca e non gradisce la presenza dei “negri” sui mezzi di trasporto. E, in effetti, seguendo la stessa “argomentazione giuridica” prospettata dal Governo italiano alla Grande Camera, si potrebbe affermare che rientra nel “margine di apprezzamento” del Governo italiano consentire SOLO ai bianchi di viaggiare sui mezzi di trasporto pubblico, allo scopo di preservare la “pace sociale”: i bianchi, infatti, sono la “maggioranza” degli italiani e si offenderebbero se fosse consentito anche agli sporchi negri di viaggiare sui treni, sugli aerei etc. etc.
Sostenendo questa sublime “tesi” giuridica, il Governo Italiano è come se avesse detto alla Grande Camera: dal momento che in Italia la maggioranza della popolazione, di fede cattolica, discrimina tutte le altre minoranze religiose, imponendo nelle aule pubbliche l’ostensione del SOLO crocifisso e vietando l’esposizione degli altri simboli, perché ritenuti “inferiori” e “non graditi”, “non è opportuno” che la Corte europea dei diritti dell’Uomo condanni la Repubblica Pontificia a togliere i crocifissi (eliminando in questo modo la violazione dei diritti di libertà religiosa e di eguaglianza delle minoranze) perché altrimenti i “razzisti cattolici” potrebbero..... aversene a male!!!
Se questo “sublime ragionamento giuridico” dovesse essere poi trasferito nell’ambito di diritti inviolabili ben più corposi, come ad esempio quelli relativi alla vita e alla non tortura, gli aspetti grotteschi travalicherebbero nel “delirio giuridico”.
Si potrebbe infatti sostenere che è legittimo torturare o infilare gli ebrei, i rom e gli omosessuali nelle camere a gas e nei forni crematori, perché magari la “maggioranza” della popolazione gradisce torturarli e ucciderli. Dunque, anche in questo caso la Corte europea non potrebbe condannare uno Stato ad astenersi dalla tortura e dai genocidi perché, altrimenti, verrebbe pregiudicata la “pace sociale” di quello Stato (magari nazista), in quanto verrebbe turbata la “serenità” .....degli assassini e dei torturatori!!
Personalmente ritengo che il “ricorso” della Grande Camera da parte della Colonia del Vaticano -che qualcuno si ostina ancora a chiamare “Italia”- sia destinato ad un inglorioso e clamoroso tonfo. Se così non fosse, significherebbe che la Corte europea ci ha di nuovo precipitati nel “clima”, tutt’altro che civile, della seconda guerra mondiale, quando i nazisti torturavano ed infilavano nelle camere a gas gli ebrei, i rom e gli omosessuali.
E che il Governo di Vaticalia sia perfettamente consapevole del punto debole della sua tesi -e cioè che nelle aule vengono esposti SOLO i crocifissi, sicché si garantisce l’espressione del diritto di libertà religiosa SOLO ai cattolici, ma si vieta agli altri il pari diritto- risulta dal tenore delle memorie difensive che sono state stese dal prof. Cardia e che l’attuale Gentiluomo del Papa, cioè il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, ha presentato, con enfasi ed entusiasmo, in una recente conferenza stampa.
Con queste memorie, infatti, il Governo italiano cerca ora di ingannare i giudici della Corte europea con MENZOGNE a dir poco CICLOPICHE, e cioè facendo loro credere che lo Stato italiano ha sempre consentito che nelle scuole pubbliche vengano insegnate TUTTE le religioni e che vengano esposti TUTTI i simboli.
Si tratta però di circostanze palesemente false: e sia il caso di Luigi Tosti che quello di Adel Smith ne sono la prova evidente. Ad entrambi, infatti, la Repubblica Vaticaliana ha vietato di esporre i loro simboli nelle aule, non già perché non ci fosse spazio sufficiente o perché pregiudicassero la stabilità degli edifici, ma perché si trattava di soggetti non cattolici, cioè “diversi”. Anzi, i simboli che costoro hanno esposto sono stati immediatamente rimossi perché la loro presenza offendeva la sensibilità dei “superiori” cattolici: il che concretizza atti di “razzismo religioso” intollerabili perché compiuti da Organi dello Stato italiano.
Il fatto che il Governo tenti oggi di ingannare i Giudici della Corte europea con “memorie difensive” mendaci, non è soltanto un atto gravemente offensivo della Grande Camera, ma dimostra anche che il Governo è in perfetta MALA FEDE, perché è consapevole del fatto che l’esposizione del SOLO crocifisso è un atto che discrimina i “diversi” e che, in quanto tale, viola ineluttabilmente il diritto all’eguaglianza e alla non discriminazione religiosa di tutti coloro che non sono cattolici.
3 giugno 2010
Luigi Tosti
Orbene, il Governo italiano non ha gradito questa elementare lezione di diritto ed ha fatto pertanto un ricorso alla Grande Camera (= 17 giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo) che, ridotto nella sua estrema sintesi, si compendia in questa “argomentazione” che, a mio modesto avviso, appare tutt’altro che sublime.
In Italia -ha chiosato il Governo Vaticaliano- la maggioranza della popolazione è cattolica e gradisce, dunque, che il crocifisso venga esposto -in regime di monopolio e in perfetta solitudine- nelle aule delle scuole, dei tribunali e, in genere, degli uffici pubblici. Toglierlo significherebbe dunque “offendere” e “limitare” il diritto di libertà religiosa dei cattolici, piuttosto che garantire il diritto di libertà religiosa della Lautsi Soile e di tutti coloro che, in Italia, appartengono a confessioni, fedi o credo “infimi”, che cioè non sono cattolici. Dunque -ha concluso il Governo della Repubblica Pontificia- rientra nel “margine di apprezzamento” (cioè nella discrezionalità) del Governo italiano “limitare” i diritti di libertà religiosa delle minoranze, all’apprezzabile scopo di “garantire la pace sociale”: se venissero tolti i crocifissi, infatti, si “offenderebbe” la suscettibilità della maggioranza cattolica, che vuole che nelle aule sia esposto il SOLO crocifisso della loro “superiore” fede religiosa e che venga vietato agli altri di esporre i propri!!
Se questa delirante “argomentazione giuridica” del Governo Italiano dovesse passare, le conseguenze sarebbero a dir poco paradossali.
Si potrebbe ad esempio affermare che è giusto vietare ai “negri” di salire sui mezzi di trasporto pubblici, perché la “maggioranza” della popolazione è bianca e non gradisce la presenza dei “negri” sui mezzi di trasporto. E, in effetti, seguendo la stessa “argomentazione giuridica” prospettata dal Governo italiano alla Grande Camera, si potrebbe affermare che rientra nel “margine di apprezzamento” del Governo italiano consentire SOLO ai bianchi di viaggiare sui mezzi di trasporto pubblico, allo scopo di preservare la “pace sociale”: i bianchi, infatti, sono la “maggioranza” degli italiani e si offenderebbero se fosse consentito anche agli sporchi negri di viaggiare sui treni, sugli aerei etc. etc.
Sostenendo questa sublime “tesi” giuridica, il Governo Italiano è come se avesse detto alla Grande Camera: dal momento che in Italia la maggioranza della popolazione, di fede cattolica, discrimina tutte le altre minoranze religiose, imponendo nelle aule pubbliche l’ostensione del SOLO crocifisso e vietando l’esposizione degli altri simboli, perché ritenuti “inferiori” e “non graditi”, “non è opportuno” che la Corte europea dei diritti dell’Uomo condanni la Repubblica Pontificia a togliere i crocifissi (eliminando in questo modo la violazione dei diritti di libertà religiosa e di eguaglianza delle minoranze) perché altrimenti i “razzisti cattolici” potrebbero..... aversene a male!!!
Se questo “sublime ragionamento giuridico” dovesse essere poi trasferito nell’ambito di diritti inviolabili ben più corposi, come ad esempio quelli relativi alla vita e alla non tortura, gli aspetti grotteschi travalicherebbero nel “delirio giuridico”.
Si potrebbe infatti sostenere che è legittimo torturare o infilare gli ebrei, i rom e gli omosessuali nelle camere a gas e nei forni crematori, perché magari la “maggioranza” della popolazione gradisce torturarli e ucciderli. Dunque, anche in questo caso la Corte europea non potrebbe condannare uno Stato ad astenersi dalla tortura e dai genocidi perché, altrimenti, verrebbe pregiudicata la “pace sociale” di quello Stato (magari nazista), in quanto verrebbe turbata la “serenità” .....degli assassini e dei torturatori!!
Personalmente ritengo che il “ricorso” della Grande Camera da parte della Colonia del Vaticano -che qualcuno si ostina ancora a chiamare “Italia”- sia destinato ad un inglorioso e clamoroso tonfo. Se così non fosse, significherebbe che la Corte europea ci ha di nuovo precipitati nel “clima”, tutt’altro che civile, della seconda guerra mondiale, quando i nazisti torturavano ed infilavano nelle camere a gas gli ebrei, i rom e gli omosessuali.
E che il Governo di Vaticalia sia perfettamente consapevole del punto debole della sua tesi -e cioè che nelle aule vengono esposti SOLO i crocifissi, sicché si garantisce l’espressione del diritto di libertà religiosa SOLO ai cattolici, ma si vieta agli altri il pari diritto- risulta dal tenore delle memorie difensive che sono state stese dal prof. Cardia e che l’attuale Gentiluomo del Papa, cioè il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, ha presentato, con enfasi ed entusiasmo, in una recente conferenza stampa.
Con queste memorie, infatti, il Governo italiano cerca ora di ingannare i giudici della Corte europea con MENZOGNE a dir poco CICLOPICHE, e cioè facendo loro credere che lo Stato italiano ha sempre consentito che nelle scuole pubbliche vengano insegnate TUTTE le religioni e che vengano esposti TUTTI i simboli.
Si tratta però di circostanze palesemente false: e sia il caso di Luigi Tosti che quello di Adel Smith ne sono la prova evidente. Ad entrambi, infatti, la Repubblica Vaticaliana ha vietato di esporre i loro simboli nelle aule, non già perché non ci fosse spazio sufficiente o perché pregiudicassero la stabilità degli edifici, ma perché si trattava di soggetti non cattolici, cioè “diversi”. Anzi, i simboli che costoro hanno esposto sono stati immediatamente rimossi perché la loro presenza offendeva la sensibilità dei “superiori” cattolici: il che concretizza atti di “razzismo religioso” intollerabili perché compiuti da Organi dello Stato italiano.
Il fatto che il Governo tenti oggi di ingannare i Giudici della Corte europea con “memorie difensive” mendaci, non è soltanto un atto gravemente offensivo della Grande Camera, ma dimostra anche che il Governo è in perfetta MALA FEDE, perché è consapevole del fatto che l’esposizione del SOLO crocifisso è un atto che discrimina i “diversi” e che, in quanto tale, viola ineluttabilmente il diritto all’eguaglianza e alla non discriminazione religiosa di tutti coloro che non sono cattolici.
3 giugno 2010
Luigi Tosti
13 commenti:
Con ovvi complimenti per il post, segnalo una "Errata corrige": in riferimento al Sottosegretario alla Presidenza del consiglio (nonchè Gentiluomo del papa), si tratta di Gianni Letta e non di Enrico.
Saluti.
Cavolo, che errore, ho confuso il povero Enrico per lo zio Gianni! Provvedo subito a correggere questo errore-oltraggio e ringrazio Stesang per la segnalazione.
A me pare di capire che non ci sia alcun rapporto tra causa ed effetto. Come fa l' apposizione di un simbolo a limitare la libertà di credere in una religione, che è un qualcosa di psicologico? Io sono cresciuto in una scuola italiana e sono agnostico. Quel crocifisso è solo un pezzo di legno e pensare che possa influenzare sul pensiero degli alunni equivale ad attribuirgli proprietà magiche...
Spero in una riforma della sentenza onestamente, e spero che alla rimozione del crocifisso si arrivi verso vie giuridicamente più fondate
Niente di nuovo sotto il sole. I cristiani, cioè coloro che cercano di esserlo saranno i primi a soffrire della protervia e della violenza psicologica del "nostro" stato che è succube di un sistema di potere che si regge sui soldi , sui beni e sulla ignoranza. Chi crede è persona libera e non è un feticcio appeso ad una parete che lo rappresenta. Per sostenere la presenza di tale feticcio è stata spostata l'attenzione sul suo ruolo culturale, sul suo intrinseco messaggio di fratellanza e comunità. In verità, come sta scritto nel vangelo, ciò è talmente distante dal vero che diventa un insulto .Se poi vogliamo ripercorrere la storia, chiediamoci per quale motivo i crociati andarono a conquistare terre lontane, per fede?. Chiediamo agli antenati dei nuovo mondo , l'arrivo di quel simbolo cosa comportò alle razze indigene.Chiediamo a coloro che hanno subito auto da fè , solo perchè persone libere e oneste..oppure scomode, nel tardo medio evo, cosa pensano di quei prelati con l'anello al dito che in nome di quel simbolo hanno commesso nefandezze inaudite. Si potrebbe continuare, ma credi di essermi sufficentemente espresso. La classe politica , una buona parte di essaaccetta questa ipocrisia per convenienza. Molti cattolici che niente hanno a che vedere coi cristiani e molti laici che non hanno, oppure non hanno voluto confrontarsi e scegliere di prendere una decisione che potrebbe recare loro qualche danno. Di questo si tratta. Forse anch'io sono diventato presuntuoso, nel momento in cui esprimo giudizi così radicali, ma forse perchè sono un pessimo cristiano che vuole esercitare il diritto di esprimere ciò che sente giusto.
Franco Buono
Per Giacomo B.
Se tu sei agnostico, come dichiari, io sono un fervente cattolico. E da fervente cattolico replico che, se fosse vero che il crocifisso nei luoghi pubblici non limita e non invade il diritto di libertà religiosa di chi non è cattolico o di chi, magari, è agnostico, alla stessa stregua l'esposizione negli uffici pubblici dei simboli delle altre religioni e degli agnostici non dovrebbe limitare il diritto di libertà religiosa dei cattolici che, dunque, dovrebbero tollerarne la presenza. Guarda caso, però, io ho esposto il tuo simbolo, cioè il simblo degli agnostici, ed anche il simbolo degli ebrei. Tutti e due sono stati rimossi perché gli ebrei e gli agnostici sono persone inferiori e indegne di esporre i loro simboli a fianco di quello della superiore razza cattolica.
E allora, qual'è il tuo commento? I crocifissi sono così anodini? Non fanno male a nessuno, come l'uomo bianco che viaggia sui treni dopo aver pagato il biglietto, ma non tollera che sui treni possano viaggiare i negri, che hanno pagato il biglietto, perché non gradiscono la loro presenza?
Forse queste manifestazioni di palese razzismo cattolico non sono sufficienti per decretare l'immediata rimozione dei crocifissi?
@giacomo b., da pubblicitario ti garantisco che niente piega di più verso la persuasione della ripetizione continua...
Anche l'idea stessa che una cosa sia legittimata perché "s'è sempre fatto così" (non sarà il tuo esatto pensiero, ma spesso lo sento) ne è prova.
detta in tutta sincerità, la presenza o meno dei crocifissi nei luoghi pubblici non mi fa nè caldo nè freddo...ma ho una tale rabbia dentro verso questa chiesa arrogante che pur di contrariarla le vado contro anche in questo!! Spero vivamente che li tolgano tutii..e dappertutto..almeno mi godo un'attaco di bile di qualcuno...amen!!
Caro Tosti,la tua rabbia è alla stregua del giacobinismo più spinto.Il senso che esprimi, di rabbia, dirige il sentire distante da un modo di interpretare le cose costruttivo ed equilibrato. Seppure vi sia una prevaricazione del diritto dello stato in quanto ente pluralista e svincolato, non succube della religione, il percorso per una vera coscienza civile ( per noi italiani) è più lunga. Noi dobbiamo resistere senza dare segni di intoleranza.
Franco Buono
Agnostica anch'io e mi dà molto fastidio dover affrontare argomenti cattolicocentrici con mio figlio che ha 4 anni. Da quando è entrato nella scuola dell'infanzia non fanno altro che parlargli di Gesù e dei miracoliche ha compiuto. Premetto che mio figlio è escluso dall'ora di religione che viene sostituita dal nulla, lo fanno sedere in disparte con un paio di compagne musulmane. Per me tutto ciò è totalmente anacronistico. Sarei anche aperta al crocifisso nei luoghi pubblici ma solo se io avessi la possibilità di esporre un mio simbolo religioso anche se fossi pastafarian!
@luisaiezzi
E anche la sfrontata impudenza di affermare che "il crocifisso è un simbolo che non esclude". La disciplina scolastica dell'ora di religione, che provoca l'emarginazione e la ghettizzazione dei "diversi" da parte dello Stato italiano, è quanto di più vergognoso si possa concepire. E la Corte Costituzionale se ne è lavata le mani.
Perché nessuno ricorda che l'Italia Unita è nata nel 1861 senza crocifissi, i Savoia e i loro governi infatti li avevano fatti togliere tutti dalle scuole e dai luoghi pubblici, assieme a atante altre norme limitative per la chiesa rispetto ad oggi.
Fun il fascismo a partire dal 1922 che cominciò a ricollocare i crocifissi nelle aule e uffici, in segno di riconoscimento per l'appoggio del Vaticano alla marcia su Roma.
Indiscutibilmente la Rivoluzione Russa ha segnato un arresto della laicità in Europa, infatti dopo il 1917 i laici non comunisti furono costretti ad allearsi i cattolici in funzione anti-sovietica, ma la caduta del Muro di Berlino sta ripristinando gli antichi equilibri, in Europa naturalmente.
Per i non ingenui la chiesa è un potere che usa la religione come continuazione della politica sotto altre forme.
Temo che i giudici non abbiano la serenità necessaria per compiere il loro dovere.
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