Probabilmente deve essere stato
il titolo di “cappellano”, appioppatogli da Santa Madre Chiesa Cattolica, che
ha ingenerato in don Alberto Barin una certa confusione e commistione mentale sull’uso
sessuale della “cappella” e dell’ “ano”. Fatto sta che don Alberto Barin, per l’appunto
“cappellano” del carcere di San Vittore, è stato
ieri arrestato con l’accusa di concussione e violenza sessuale ai danni di sei
detenuti africani (la stima sarebbe per difetto). Le violenze sarebbero state perpetrate
sia nel "suo" ufficio “personale” all'interno del carcere che nella
sua abitazione “personale”, cioè attigua al carcere, per la quale avrà
sicuramente goduto del privilegio fiscale dell'esezione dall’IMU accordatagli
dall’attuale Governo Bagnasco, che qualcuno si ostina a chiamare “Governo Monti”.
Sembra che il predetto "don" ricattasse i detenuti e barattasse i
favori sessuali con l'elargizione di dentifrici, schiume da barba, shampoo ed
altri oggetti necessari per i bisogni elementari, "donati" con danaro
“personale” del prete ma approfittando dello stato di bisogno e della condizione
di inferiorità e sudditanza psicologica dei reclusi.
Il Governo Bagnasco, appresa la notizia, ha deciso, per
venire incontro ai giusti appetiti sessuali dei cappell'ani cattolici, di
maggiorare i loro stipendi per agevolare l'acquisto delle merci di scambio
sessuale. La proposta ha trovato il pieno consenso del Ministro di Giustizia Severino,
che ha sottolineato come "anche i detenuti africani" abbiano le loro
esigenze sessuali durante la permanenza in carcere: e chi, meglio di un cappell-ano
cattolico, potrebbe soddisfarle? Per chi voglia approfondire tutti i risvolti di
questa vicenda, consiglio di leggere il diffusissimo, puntualissimo e
criticissimo articolo pubblicato dal laicissimo Marco Travaglio sul FATTO
QUOTIDIANO: affrettatevi, però, perché questo encomiabile articolo del dott.
Travaglio potrebbe essere oscurato dalla censura cattolica.
Pubblicato da FANTACRONACAVERA addì 21 novembre d.i.C. (dopo
l’invenzione di Cristo)
Nessun commento:
Posta un commento