venerdì 18 settembre 2009

SACCONI E SACCHI DI M.......


Il Tar del Lazio ha accolto oggi un ricorso del Movimento difesa dei Cittadini contro l’ordinanza emanata lo scorso anno dal ministro del welfare Sacconi contro la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione artificiale a Eluana Englaro. Ricordo, in sintesi, che dopo “appena” 18 anni di battaglie giudiziarie tal Beppino Englaro era riuscito ad ottenere una pronuncia, passata in giudicato, che autorizzava sua figlia Eluana Englaro, in stato vegetativo permanente, a rifiutare l’alimentazione e l’idratazione forzata. A quel punto gli zerbini del Vaticano, cioè i governanti di ispirazione catto-talebana della Repubblica Pontificia, erano insorti contro la sentenza della Cassazione civile perché -com’è ben noto- essi appartengono ad una “razza superiore” e, dunque, le sentenze passate in giudicato, le norme della Costituzione italiana e le Convenzioni internazionali -come diceva i buon Alberto Sordi- per loro “non contano un bel c..*”. Di qui era scaturita l’ordinanza del Ministro Sacconi, il quale aveva emanato un “atto di indirizzo del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali rivolto alle regioni, che a suo dire era supportato da alcuni pareri del Comitato Nazionale di Bioetica e dall’art. 25 della Convenzione Onu dei diritti delle persone disabili, col quale aveva stabilito che “interrompere idratazione e alimentazione artificiale per le persone in stato vegetativo nelle strutture sanitarie - sia pubbliche che private - era illegale”.Con tale direttiva il ministro Sacconi -aduso a pasteggiar con “pane e volpe”- aveva tentato, furbescamente, di impedire che si trovasse una struttura sanitaria disposta a sospendere l’alimentazione e l’idratazione che venivano praticate alla povera Eluana Englaro contro la sua volontà. In altre parole, questo augustissimo ministro aveva tentato di vanificare ed eludere le sentenze dei giudici, strafottendosene, cioè disinteressandosene altamente, della Costituzione italiana e della Convenzione sui diritti dell’uomo. Ma non gli è andata bene.
Ebbene, con l’odierna sentenza il TAR del Lazio ha dato una discreta “spennellata di m....da” (così direbbe il compianto Alberto Sordi) a quel provvedimento del ministro Sacconi.
Ma non è tutto: questa spennellata è stata implicitamente data anche al disegno di legge sul testamento biologico che è stato presentato da Santa Romana Chiesa e che è già stato approvato -a 90 gradi e in tutta fretta- dall’augustissimo Senato della Colonia Pontificia. Secondo il TAR del Lazio, infatti, “i pazienti in stato vegetativo permanente che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare, e non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso, possono, nel caso in cui la loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti”.
Si tratta di un’argomentazione banale, la cui logica sarebbe facilmente intuibile anche da un soggetto acefalo ed affetto da idiozia congenita, poi colto da morbo di Altzeimer, da demenza precoce e, infine, decapitato: così non sarà, però, per i parlamentari di Vaticalia, il cui compito istituzionale sembra non essere quello di ragionare ma quello di obbedire ciecamente alle direttive della Madrepatria Chiesa, costi quel che costi.
E’ dunque inevitabile che questa sentenza -così come è avvenuto per quell’altra, recente, sull’esclusione dei crediti scolastici per l’insegnamento della religione cattolica- susciterà le ire dei vertici istituzionali della nostra Repubblica -cioè del Pontefice Ratzinger e dei vari cardinal Bagnasco e Ruini- i quali ingiungeranno a Sacconi ed al Pio Berlusconi di ricorrere al Consiglio di Stato, che per l’occasione sarà magari composto da membri dell’Opus Dei.
In ogni caso, questa decisione del TAR annichilisce e ridicolizza l'obbrobrioso disegno di legge sul testamento biologico, che è stato già approvato dal Senato della Repubblica Vaticaliana e che sarà presto discusso anche dalla Camera.
Ma si tratta di una circostanza di pochissimo conto. Infatti, ai nostri augusti parlamentari -ivi inclusi quelli del cosiddetto “Partito Democratico”- poco cale delle sentenze dei giudici, dei principi costituzionali ed internazionali: ciò che per tutti costoro conta è fare a gara per piegarsi a 90 gradi dinanzi alla Chiesa elemosinando, come contropartita, il voto di scambio dei cattolici.

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